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21/07/2012
SOVERATO
Vini Calabresi in vetrina e in degustazione

   
E’ giunta alla IX edizione la manifestazione organizzata da Slow Food Soverato versante Jonico. Quest’anno la location, contando sulla disponibilità dei proprietari, è stata il terrazzo dell’hotel San Domenico a Soverato.

Un terrazzo che si distingue per il suo panorama e per essere ancora libero dall’assalto di ingombranti e poco eleganti gazebo che si trovano  ormai dappertutto.

Qualificati spunti di riflessione sono emersi nel corso della Tavola rotonda e del vivace dibattito, condotti da Rosalba Paletta, giornalista e rappresentante della Camera di Commercio di Catanzaro, cui hanno preso parte Marisa Gigliotti, consigliera nazionale Slow Food e curatrice della manifestazione; Domenico Cosentino, giornalista ed enogastronomo; Pier Francesco Multari, collaboratore di Slow Wine e sommelier, ed un cospicuo numero di produttori vitivinicoli regionali, tra quelli aderenti alla manifestazione( Cantine Senatore (Cirò Marina, Kr), Le Moire (Motta Santa Lucia, Cz), Librandi (Cirò Marina, Kr), Casa Ponziana (Riace, Rc), Davoli (Lamezia Terme, Cz), Spadafora (Mangone, Cs), Malaspina (Melito di Porto Salvo, Rc), La Pizzuta del Principe (Strongoli, Kr), Criserà (Reggio Calabria), Cantina di Bova (Bova, Rc), Ceratti (Casignana mare, Rc), Zito (Cirò Marina, Kr), Lento (Lamezia Terme-Amato, Cz), Pichilli (Reggio Calabria), Statti (Lamezia Terme, Cz)).

Sono intervenuti anche per la Provincia di Catanzaro l’assessore Giacomo Matacera, in qualità di Assessore al Turismo, presente in vece dell’assessore Roberto Costanzo, e per la Camera di Commercio di Catanzaro, Rosalba Paletta, in qualità di responsabile della Comunicazione, in vece del Presidente Paolo Abramo. Presente pure nella folta platea il presidente di Slow Food Calabria, Nicola Fiorita, ed una nutrita delegazione di soci di Slow Food Soverato e del direttivo, tra cui: il fiduciario Luigi Tropeano, Carmelo Cuzzocrea, Antonella De Pace, Piero Martelli, Michele Devita, Lucia Vaccaro. Numerosi, inoltre, i curiosi e appassionati che vogliono conoscere e saperne di più sull’affascinante mondo  del vino, appartenenti ad associazioni e club del circondario (Lions Squillace Cassiodoro),associazione Quartieri di Soverato, Associazione Provinciale Cuochi Catanzarese (con il presidente onorario, Felice Vono), ed alcuni rappresentanti commerciali di import-export provenienti da Svezia e Stati Uniti.

“Dal dibattito e dalla riflessione della condotta Slow Food Soverato versante Jonico, che ha maturato questa esperienza negli anni – ha affermato Marisa Gigliotti -, emerge la necessità di continuare su questo terreno con altri incontri di approfondimento per aiutare a fare crescere la sinergia tra produttori, ristoratori, coproduttori, Istituti Alberghieri, Università e Slow Food. La condotta Slow Food di Soverato si farà promotrice di ulteriori momenti di confronto, consapevole dell’importanza delle tematiche affrontate per riappropriarci della nostra cultura produttiva.

Alla serata di sabato, 21 luglio scorso, si è arrivati dopo una intensa settimana di incontri a tavola e degustazioni, che ha rivelato l’importanza del rapporto diretto tra ristoratori, produttori e commensali. Le cene che hanno preceduto l’evento si sono tenute a Soverato  presso il ristorante dell’Hotel San Domenico e alla lanterna Rossa e Serrastretta al ristorante Il vecchio castagno . Protagonisti in questi appuntamenti a Tavola i vini delle aziende: Casa Ponziana, Criserà, Statti, Lento, Viola,Librandi Senatore , Ceratti.Ma anche altre degustazioni, organizzate dai soci si sono tenute nei giorni precedenti: al laboratorio Orafo di Lea Urzino l’abbinamento del Greco di Bianco di Ceratti con le graffiole di Davoli, nella traversa regina Elena con la collaborazione dei laboratori Le Ceramiche, C’era una volta e dell’Enoteca la cantinetta gli abbinamenti dei vini Grecanici della cantina di Bova con i formaggi pecorini e le braciolette di carne.

Nel centro cittadino della località marinara il tutto è stato animato e impreziosito grazie alla collaborazione dei commercianti della rete “Locali Amici di Slow Food”, con un circuito di vetrine, abbinate ad altrettante cantine, e addobbate a tema, che hanno partecipato ad un concorso. Protagoniste le etichette dei “Vini in vetrina”, selezionate da una Giuria tecnica (composta da Rosalba Paletta (giornalista), Maria Laganà (socia Slow Food), Angela Fidone, (docente Accademia delle Belle Arti). La vetrina più votata è risultata quella del laboratorio Orafo di Lea Urzino, che ha esposto il Greco di Bianco di Ceratti, accanto a pregiati gioielli in oro di lavorazione ispirata all’arte grecanica e ad una foglia in ceramica del vitigno Greco di Bianco della collezione  artistica  “Le foglie di viti della Calabria”, di Silvia Sesto, Graziella Cantafio e Saveria Sesto. La giuria tecnica ha dedicato, inoltre, una speciale menzione per l’originalità, l’interpretazione del territorio di produzione e la valorizzazione delle etichette nel contesto della vetrina anche a: “C’era una volta” abbinata  ai vini di Casa Ponziana; “Outlet Maison” abbinata ai vini di Lento; “Vaniglia” abbinata ai vini Pichilli; e per le vetrine che hanno esposto sul territorio provinciale i riconoscimenti sono andati a macelleria-salumificio Ussia di Guardavalle Marina, abbinata ai vini Criserà, ed alla macelleria–salumificio Gusto e tradizione di Serrastretta, abbinata ai vini La pizzuta del Principe-Ranieri. Il dibattito della serata si è incentrato sui temi: “Il terroir, un cru per la Calabria” e “La cucina calabrese fra tradizione e innovazione”. “Il recupero del patrimonio ampelografico calabrese – ha spiegato Pierfrancesco Multari -, che raccoglie una vastissima varietà di vitigni autoctoni (mantonico, magliocco, gaglioppo, nerello calabrese, greco nero, greco bianco …), ha rappresentato il rinascimento del vino per la nostra regione. Oggi, numerose cantine realizzano buoni vini sia rossi, sia bianchi, sia rosati, unendo due fattori che sono fondamentali e inscindibili: il terreno e l’uvaggio, cioè la natura e la mano dell’uomo”. La valorizzazione dei vini calabresi sui mercati e sulle tavole, in abbinamento alle specialità locali, non ha ancora raggiunto il massimo risultato possibile. Questo dato non è che la sommatoria di diversi fattori, come ha spiegato Domenico Cosentino: “La ricerca e l’interpretazione della cucina locale, nel mondo della ristorazione, non è all’altezza delle materie prime di altissimo livello che questa terra generosissima ci offre. Come pure non sappiamo presentare in tavola, nella gran parte dei casi, i nostri vini: ad esempio, basti pensare che in molti nostri ristoranti manca la carta dei vini, oppure i bicchieri adatti. Ciò che altrove viene considerato un normale standard qualitativo nella ristorazione, qui è appannaggio di pochi. Manca la vera cultura della nostra cucina. Tutto questo – ha detto ancora Cosentino - non contribuisce a creare conoscenza diffusa del cibo e della tavola, né a fare della nostra terra un luogo dove fare turismo è sinonimo di qualità e eccellenza”. Le responsabilità, secondo quanto emerso dal dibattito, potrebbero essere attribuite: alle categorie produttive (ristoratori e albergatori); al consumatore (poco esigente, poco conoscitore e poco attento alla qualità e alla provenienza dei prodotti); a chi è preposto alla formazione dei professionisti del settore; alla politica e alle istituzioni (anch’esse, poco consapevoli delle possibilità di questi nostri territori e degli strumenti che dovrebbero mettere in campo per farle emergere). “La Camera di Commercio di Catanzaro – ha affermato Rosalba Paletta, intervenendo in vece del Presidente Abramo – consapevole del valore economico del comparto turistico, sta lavorando da anni su questi temi, contribuendo a stimolarne la crescita con l’introduzione dell’attestato di qualità “Ospitalità Italiana”. I progressi registrati rispetto al passato da molti operatori del settore sono notevoli, pur nella consapevolezza che molto ancora deve essere fatto per far emergere le innumerevoli potenzialità inespresse del tessuto ricettivo locale. L’ente camerale continua a lavorare nella direzione del marketing e della promozione territoriale”.  E’ seguita la degustazione in calici di vetro dei vini delle aziende partecipanti e come testimonianza delle eccellenze produttive locali, ci sono state le prelibatezze che hanno accompagnato le degustazioni dei vini – ha concluso Gigliotti -: il pane del forno Pilato (Le vie del pane); i formaggi del caseificio Dedoni; i salumi di Ussia, il miele della Comunità di Terra Madre, la melata di bosco di Calabria felix; la cupeta di Montepaone della “Comunità di Terra madre”. In conclusione di serata è stato estratto il numero 64 per l’assegnazione del premio messo in palio: i libri della collana Slow Food, per continuare a conoscere il meraviglioso mondo del mangiare e bere bene.

 


 

   
   

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