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13/08/2012
SOVERATO
Morte di un Fedele… Amico dell’Uomo

   
Soverato - Forse anche lui, come i numerosi Fedeli e Devoti che frequentano assiduamente la piazzetta dedicata a Padre Pio, dove giganteggia anche la sua statua, è andato a chiedere al Santo qualcosa, qualcosa che non è certamente una grazia, una raccomandazione per la propria salute o per i propri cari o, ancor più, a lamentarsi per la vita che  conduceva. Non so se collegato ad una fantastica linea telepatica col Santo abbia avuto la possibilità di farlo ma, certamente, se questo gli fosse stato concesso da Colui che sta più in alto di tutti, avrebbe solamente chiesto il perché dell’assurdità, della cattiveria e dell’incomprensione di questo nostro mondo, e dell’enorme divario esistente, e mai colmato, tra l’uomo e gli animali.

Quel vecchio cane, morto probabilmente investito da qualche “anima Pia” che aveva paura di arrivare in ritardo alla Movida Soveratese, è andato a morire proprio lì ai piedi della statua di quel Santo che certamente, a differenza dei suoi Fedeli, lo avrebbe soccorso, lasciando le preghiere da parte. Quegli stessi Fedeli  e quegli occasionali frequentatori della Piazza Padre Pio che, incuranti del cattivo odore sprigionatosi  in poco tempo  anche a causa del caldo intenso, non si sono premurati di elevare le loro proteste a chi di dovere per la necessaria rimozione.

La fila e le proteste senza perdere un solo attimo, qui si è abituati a farle per accusare di ferocia e di attacchi indiscriminati quei cani impauriti, che l’uomo stesso ha reso così; dapprima con una entusiasmante adozione per accontentare i capricci di figli “viziati” e poi, dopo avergli fatto assaporare per breve tempo il falso calore di una famiglia, ha pensato bene di disfarsene buttandoli per strada, a lottare per la propria sopravvivenza.

E’ questa l’origine di quel BRANCO che sembra seminare il terrore. E  quel vecchio cane, andato a morire sotto  quella statua,  io lo conoscevo bene, faceva parte di quel branco, e vi assicuro che non aveva mai dato fastidio a nessuno, era  diventato  anziano come lo sono io e, come me, anche se non aveva modo di esprimerlo, aveva visto quello che succede in questa società.

Non aveva mai rapinato, rubato, truffato e, soprattutto, non aveva  “odiato” i suoi simili. Aveva lottato dignitosamente per sopravvivere e si era appartato con la sua razza perché, sicuramente, aveva capito che quella razza è di gran lunga superiore alla nostra.

 Mimmo Gallo
 

   
   

 


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