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Conosciamo il mondo e la Calabria che vale
Il film e le donne del Mediterraneo

   
Un mare, le sue donne. Così titolerei, in una seconda definizione, il film di Dimitrios Kozaris, originale e sensibile regista greco nonché  amico che ha appena concluso le riprese del medio metraggio  Le vecchie e il mare, in onore al grande poeta greco  Ghiannis Ritsos. La Calabria e il suo mare, oltre alla Sicilia,  sono stati gli scenari meravigliosi e spettacolari che hanno simbioticamente agli attori, tra cui io, raccontato in chiave onirica e iconografica ma anche fortemente semantica, la vita delle donne del Mediterraneo, attraverso simbologie narranti  le loro storie, le vite, le attese, in un tempo sospeso tra passato e presente e forse anche futuro. Un ritorno per immagini  di forti emozioni e  materializzazioni  muliebri da sempre protagoniste e spettatrici della vita della gente di mare, in questo caso della loro esistenza legata ai propri uomini: padri, mariti, fratelli, figli.

Bisogna spendere un po’ di parole per il poeta Ghiannis Ritsos al fine  comprendere il senso emotivo e narrativo del film, come sintesi di un sentire tutto personale e magistralmente elaborato dal raffinato regista Kozaris, docente di media audiovisivi presso varie Accademie di Belle Arti italiane e premiato  video maker . Ritsos nacque cento anni fa in una regione del Peloponneso e la sua grecità gli permise di scrivere pagine bellissime di poesia nelle quali l’antropocentrismo è stato l’elemento principale a caratterizzarle, secondo un concetto di bellezza e di speranza che l’universo greco porta con sé come fattore genetico. Definiti i poeti “inconsolabili consolatori del mondo”, scrisse appunti emotivi e lirici in ogni giorno della  sua vita, lasciando dopo la morte, una mole immensa di  produzione poetica.

Le vecchie e il mare è dedicato alla madre Eleuteria a cui  di sicuro particolarmente legato e alle grandi madri del Mediterraneo che sedute su alcune pietre, in un antico porto e fuori dalle loro case, raccontano, guardano, pensano, parlano del mare, del vento, del cielo, ognuna di loro diversa ma accomunata alle altre da una unica voce che compone la corale di questa opera. La poietica di Ritsos in questo lavoro ha quasi dipinto le storie e i sentimenti di queste donne, porgendo al mondo un esempio di grande compiutezza artistica e umana.

Il film a cui ho avuto l’onore di partecipare, insieme ad altre incredibili donne fra cui la soveratese nonché amica Sonia Rocca e le catanzaresi Maria Grazia Costa, Diana Molè ed Erminia Fioti, ha colto questa essenza, introducendo nel percorso filmico l’elemento alternativo al classico sviluppo  della narrazione che offrirà allo spettatore nuovi input percettivi ed emozionali, come il grande poeta greco senz’altro ha voluto offrire con la sua poesia. L’esperienza ha avuto come location Fiumefreddo Buzio, un bellissimo borgo che guarda il mar Tirreno da una spettacolare altura. Come base di riferimento altro onore è stato riservato a cast e troupe fra attori, regista, produttori fra cui Daniela Orlando autentica donna di cinema, operatori, attrezzisti,  collaboratori come Antonello Migliaccio ma anche attore e tanti altri: la casa di Salvatore Fiume, pittore, scultore, scrittore, scenografo siciliano di fama internazionale che ha lasciato il suo segno nel centro storico di questa  città tra gli Anni 70 e 90, con svariate opere tra dipinti murari e sculture. Un pieno di arte ed emozioni immersi in un bellissimo giardino mediterraneo. I contesti calabresi nei quali  si sono svolte le riprese hanno avuto come cornice i ruderi del castello di Fiumefreddo, denominato anche Castel Freddo ed  edificato dal normanno Roberto il Guiscardo intorno all’anno 1050. In questa suggestiva location il passato atto di pietre erose dal tempo, è emerso grazie alla presenza di noi donne, tornate quasi come fantasmi in abiti scuri, dalla memoria a vivificare un luogo ormai desolato che vide tante vite snodarsi nei secoli. Qui ognuno di noi ha impersonato l’essenza della donna mediterranea con le riflessioni, i gesti, le abitudini della propria quotidianità, forse senza tempo definito. Eteree quanto stabili figure hanno tradotto in sequenze video la poesia  densa di pathos e raffinata bellezza. Il tramonto sul meraviglioso mare e la notte hanno rivestito un ruolo importante in tutto ciò, attribuendo luce e voce particolare alle immagini senza dialoghi. Nella spiaggia assolata e vasta di Sellia Marina  si sono svolte le ultime riprese del film che hanno conferito ad un mare  Jonio già epico e di travolgente bellezza, l’eterno fascino del sogno che come un racconto omerico, si è materializzato dalle zattere galleggianti che da lontano si spiaggiano con i loro bagagli domestici, le simbologie delle attese e della speranza e le donne, cullate dalle leggere onde serali. Chi vedrà questo film avrà sicuramente la fortuna di assaporare emozioni e vibrazioni che resteranno impresse nello spirito al di sopra di ogni contesto sociale, morale, religioso perchè semplicemente umano. L’opera sarà associata alla pubblicazione di un volume di Ghiannis Ritsos e in suggestivi luoghi d’Italia verrà presentato con al seguito questa banda sensibile e un po’ matta di protagonisti che hanno avuto l’onore di rappresentare con autentico coinvolgimento, i pensieri e le parole dell’anima greca a cui noi calabresi apparteniamo, a cui io, magno greca della Locride,  appartengo.

 Vittoria Camobreco

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