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“Camicie rosse in Calabria”: il nuovo libro del giornalista Francesco Pitaro
Il volume edito da "La
Rondine" raccoglie scritti e riflessioni nell’anno del 150° anniversario
dell’Unità d’Italia
«Memorabili furono quegli avvenimenti che costituirono i prodromi al
processo risorgimentale – scrive l’autore nell’introduzione -, come i
condannati a morte di Catanzaro, le fucilazioni dei cinque martiri di
Gerace, l’impresa eroica dei fratelli Bandiera, la sollevazione di Reggio
Calabria, il sacrificio dei congiunti di Benedetto Musolino. E tanti altri
episodi non meno importanti che scandirono la storia della Calabria, dalla
restaurazione borbonica fino all’Unità. Come non vanno dimenticati
avvenimenti tristi e meno tristi che si svolsero in terra calabra. Si pensi
allo scontro di Campotenese e dell’Angitola, e ai molti tentativi di
insurrezione che ebbero luogo nei vari centri della regione. E così pure ai
tanti uomini di ingegno che, da Padula a Mauro, a Di Siena, si spesero con
il loro apporto intellettuale e letterario, mettendo a repentaglio la loro
vita, a sostegno della libertà e l’indipendenza». Limitatamente al periodo
di tempo riconducibile al 1860-61, la Calabria fu testimone di eventi che,
in quel contesto, furono decisivi per la riuscita del progetto garibaldino
di liberare il Regno delle Due Sicilie o che rivestono una certa valenza dal
punto di vista strettamente storico: «Basta ricordare lo sbarco a Melito di
Porto Salvo, l’occupazione di Reggio Calabria, l’ammutinamento borbonico di
Mileto e il celebre disarmo di diecimila soldati borbonici a Soveria
Mannelli – prosegue l’autore -. Allo stesso modo va tenuto nel debito e
giusto conto il ruolo che vi svolsero personalità del livello di Benedetto
Musolino, Francesco Stocco, Francesco Assanti, Francesco Sprovieri, Andrea
Cefaly, Eugenio Tano e di quel grande garibaldino della “seconda ondata” che
fu Achille Fazzari. In sede parlamentare infine recitarono una parte
tutt’altro che secondaria deputati della prima ora, a cominciare da
Francesco De Luca e Raffaele Piria, per finire ai diversi ex garibaldini che
si conquistarono un seggio a palazzo Carignano. Un calabrese presente,
inoltre, nel primo governo dell’Italia unita, il IV e ultimo dell’era
Cavour, nella persona del giurista Vincenzo Niutta, ministro senza
portafoglio e componente della commissione governativa preposta
all’unificazione dei codici».
La lunga serie di importanti fatti storici viene, dunque, riassiunta in una serie di brevi interventi concepiti, scritti e destinati alla pubblicazione sui giornali: «E’ più che mai necessario mettere in evidenza il notevole apporto che la Calabria diede in termini di intelligenze, energie e sacrificio di vite umane alla causa risorgimentale – conclude Pitaro -, avendo come immaginari interlocutori soprattutto i giovani, così come è nello spirito dell’editore. Con un pensiero particolare a quanti magari tendano a sottovalutare o a porre in secondo piano le risorse e le potenzialità che questa regione ha espresso in ogni tempo e in ogni circostanza».
L’AUTORE |
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