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Il
“Caffè letterario”, circolo culturale giovane, ma fervido di
stuzzicanti ed interessanti iniziative, che animano il capoluogo
calabrese, ha fatto da cornice, martedì 28, alla presentazione del
volume dal titolo “La seta a Catanzaro e Lione”, dell’autrice
catanzarese Angela Rubino, edito dalla nota casa editrice
Rubbettino. Il testo ha come tema centrale proprio l’attività serica
nelle due città considerate; esso è il frutto di un intenso lavoro
di ricerca condotto sotto un profilo storico-sociale, che intende
evidenziare l’importanza che tale attività ebbe sulla cultura, sulle
tradizioni, sull’economia locale nelle singole città. Probabilmente
l’arte della seta fu introdotta in Calabria dai Bizantini intorno al
secolo VI. Da allora, per circa un millennio, quest’attività
costituì la base dell’economia calabrese, Catanzaro si distinse per
la straordinaria qualità dei suoi manufatti: i tessuti prodotti
erano talmente pregiati da essere nominati negli atti notarili e
testamentari subito dopo i gioielli. Essi varcarono i confini
d’Italia, divennero una delle merci più richieste nelle fiere e nei
mercati più importanti, fonte di ricchezza e di prestigio per la
città. L’epoca di maggiore espansione dell’attività serica fu il
‘500. Mentre il periodo storico in cui diviene evidente il suo
declino fu il XVIII secolo, che vide tramontare gli antichi fasti di
un’arte che per secoli aveva caratterizzato l’economia di Catanzaro,
facendone un centro di fama internazionale. Tutto questo soprattutto
a causa della politica finanziaria del vice regno spagnolo che
colpiva il prodotto all’origine. “Il tratto caratteristico del
testo”, come ha sottolineato la Rubino, “è proprio il confronto tra
due città diverse per storia e cultura, il cui cammino si è
incrociato grazie all’arte della seta. L’epoca storica che segnò
l’avvicinamento tra l’esperienza culturale francese e quella
italiana e calabrese in particolare è il XV secolo. È proprio a
partire da allora che alcuni provvedimenti di sovrani francesi
favorirono l’arrivo di tessitori italiani e soprattutto catanzaresi
, in Francia, in particolare nelle città di Tours e Lione. I
setaioli catanzaresi”, ha concluso l’autrice “le cui splendide
manifatture erano rinomate in tutta Europa, insegnarono i segreti
della loro arte agli operai francesi, dando vita ad uno
straordinario processo di fusione tra due culture lontane e diverse
tra loro”. Curata dal giornalista Vittorio Pio, la serata si è
arricchita con la presenza di Florino Vivino, già sindaco del Comune
di San Floro che, oltre ad illustrare i recenti progetti portati
avanti nel piccolo Comune, finalizzati a riprendere, anche se in
maniera sperimentale, la filiera della seta, ha reso tangibile il
“miracolo” della trattura del filo di seta dai bozzoli immersi
nell’acqua calda tra lo stupore e l’ammirazione dei presenti. |
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