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L'ISCRIZIONE EFEBICA DEI LAMPADOFORI DI CATANZARO

  


Per motivi di studio, dopo aver conseguito la Laurea Triennale in Lettere classiche presso l'UNICAL - Arcavacata di Rende - CS, sono stato costretto ad emigrare al Nord, a Pavia, in Lombardia, dove ho concluso il quinquennio di formazione universitaria.

Sfogliando attentamente le pagine dell'opera monumentale: Bibliografia Topografica della Colonizzazione greca in Italia e nelle isole Tirreniche, a cura della Scuola Normale Superiore di Pisa, al lemma CATANZARO, sono venuto a conoscenza dell'Iscrizione efebica dei Lampadofori di Catanzaro.

Non soddisfatto delle succinte e sommarie informazioni ivi contenute, ho voluto approfondire l'argomento su riviste specializzate di Epigrafia, Storia e Archeologia Greca.

Ho appreso che nel 1784 l'epigrafe in questione fu rinvenuta tra le macerie di Palazzo de' Nobili, sede del Municipio di Catanzaro, distrutto dal terribile terremoto che aveva devastato la città l'anno precedente.

Si tratta di una lastra marmorea, alta 21 cm e lunga 14 cm, decorata a bassorilievo, recante un catalogo efebico attico.

Nella parte superiore la lastra reca un frontone con i soli acroteri laterali, essendo andato perduto il corpo centrale.

Nel timpano è scolpito in rilievo uno scudo, mentre ai lati si trovano due corone.

Nella parte inferiore sono riprodotti due efebi nudi posti l'uno di fronte all'altro; quello di destra ha in una mano un lungo bastone, che fungeva da impugnatura della fiaccola della lampadodromìa; quello di sinistra è raffigurato nell'atto di porgerla al compagno.

Alla base della fiaccola stilizzata, si può intravedere sotto la mano dell'efebo di sinistra, un piatto circolare, che aveva la funzione di proteggere la mano del lampadoforo dagli eventuali schizzi di cera.

L'insieme di questi particolari consente di identificare i due efebi con i lampadofori, ovvero gli atleti delle gare di corsa con la fiaccola.

Ecco il testo dell'Iscrizione tratto da (IG= Inscripitiones Graecae II 1992):

 

I synépheboi (compagni di adolescenza) incoronano Sophokles, Konon, Lailiànos.

Quando era arconte Loukios, kosmetes Antiochos, paidotribes Zethos, i philoi (gli amici) [iscrivono]

i gnesioi (i leali?) Epaphrodeitos, Prosdokas, Telesphoros, Aristippos, Eukrates, Ktesas,

Eisas, Myrmex.

I philoi Euphiletos, Diokles, Dionysios, Antigas.

Avendo vinto la lampas di Lailiànos, Zosimos. Avendo vinto la lampas di Sophokles e di Konon, Peinon.

 

Ad Atene, i giovani al compimento del 18° anno di età passavano dalla puerizia alla maturità ed erano iscritti dai concittadini del demo (distretto) a cui appartenevano, nelle liste di leva.

Un apposito esame (docimasìa) doveva accertare per ciascun efebo, i requisiti necessari all'arruolamento militare: nascita da un matrimonio legittimo e condizione di libero.

Superata "la visita militare", i neo efebi, distribuiti per tribù secondo l'ordinamento di Clistene, passavano sotto la tutela di due magistrati elettivi:

il sophroniste e l'epimelete.

Per maestri gli efebi avevano due paidotribai (maestri di ginnastica) e due didàskaloi di letteratura e musica.

Dopo un anno ricevevano lo scudo e la lancia, consegnati coram populo davanti all'assemblea (ekklesìa) e dopo una rassegna militare, che si teneva nel teatro, prestavano giuramento.

Terminata l'efebìa, i giovani entravano nella società degli adulti con la qualifica di polìtai (cittadini), a cui erano riconosciuti l'attitudine alle armi, il diritto di contrarre matrimonio ed il diritto di partecipare alle sedute dell'assemblea del popolo.

Dopo questa breve rassegna, ho scoperto a mio malincuore che il reperto, dapprima conservato nell'antica aula Consiliare di Palazzo de' Nobili, sua sede naturale, ricomparve misteriosamente presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, al numero di inventario 2485.

Inorridito, mi sono preoccupato di interessare il Sindaco del Nostro Capoluogo di Regione, che gentilmente mi ha informato che la preziosa iscrizione è rientrata in patria; oggi è custodita presso il Complesso Monumentale del S. Giovanni - Archivio Storico, attualmente chiuso per lavori di ristrutturazione, ma su richiesta, è consentito l'accesso agli studiosi e agli appassionati di Antichità per motivi di studio

 

Angelo Oliverio
 

   
  

 


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