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Come Eravamo

COME ERAVAMO - Anni '50 e '60 a Soverato di Franco Cervadoro

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LO ZAMPILLO

di Franco Cervadoro

Zampillo - SoveratoStava solitario davanti al mare.

D'inverno nelle giornate di marosi era un belvedere privilegiato, d'estate era un luogo di rinfresco.

Lo Zampillo che si trovava sul lato sinistro guardando il Miramare, era qualcosa di più di una fontana.

Una graziosissima piazzetta rotonda lo circondava a forma di conchiglia, avvolgendolo con i suoi sedili laterali di pietra a spalletta alta.

Al centro,  in una grande vasca sollevata di granito grigio, svettava il fontanile con quattro bocche di leone da dove usciva l’acqua continua.

L’acqua cadeva dall’alto, ma per noi era lo Zampillo.

Era un palcoscenico di straordinario effetto naturale, il fondale preferito dei fotografi perché aveva come teatro il golfo e come interpreti la fantasia dei protagonisti .           

Bellezze al bagno, gruppi di amici, sposi raggianti, teneri fidanzati, tutti si lasciavano fotografare allo Zampillo, stretti in mezzo ai leoni, come a Granada nel cortile dell'Alhambra.

Parliamo del tempo in cui i turisti facevano il giro della baia sulla lancia “Lazzarella” di Turi Passafaro, che, vestito elegantemente alla marinara, con maglietta e cappellino bianco, orologio al polso, remava ed  illustrava i luoghi come un Gondoliere di Venezia.  

La sera era un punto di incontro da dove iniziare una passeggiata e un salotto sul mare riservato dove si potevano scambiare quattro chiacchiere.

Un posto magico, ispiratore di suggestioni, scenario ideale per le timidissime dichiarazioni d'amore, a volte messe nero su bianco e consegnate per iscritto.

Era la Fontana di Trevi di noi Soveratani.

Uno sfregio o un danno fatto allo Zampillo era una offesa a tutta Soverato, una pugnalata al cuore della gente, era come la martellata alla Pietà di Michelangelo.  

Il suo granito ci ricordava la maestria degli scalpellini Ciacera, Raciti, Chiaravalloti e resisteva tenace  agli assalti di generazioni di monelli.

Poi all’improvviso in una notte, il cattivo gusto di architetti modernisti e l’insensibilità di amministratori frettolosi lo fecero sparire, sostituendolo con il nulla.

I loro nomi non ce li ricordiamo più, ma lo Zampillo si.

Se lo incontrate nel giardino di qualche villa salutatecelo.

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