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La prolifica penna del giornalista, scrittore e autore S.I.A.E. per la parte letteraria Vincenzo Pitaro. Leggi la sua biografia, i suoi articoli culturali, la sua narrativa, le poesie dialettali, satirico-dialettali e non, le sue pubblicazioni, la rassegna stampa, ecc.

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Negli Usa è al top la cucina calabrese

Frank Sinatra andava matto per i suoi «maccheroni pettinati». Liza Mannelli adorava la sua cucina italiana talmente tanto che, un giorno, uno degli chef - per contraccambiare i suoi continui complimenti - decise addirittura di dedicarle un artistico «cuore di filetto». Moltissimi altri grandi, non solo dello spettacolo ma anche della politica, come Mikhail Gorbaciov, trovandosi negli Stati Uniti, non resistettero al desiderio di fare una tappa a Boston per assaggiare i suoi prelibatissimi piatti.

Lui si chiama Demetrio Ventrice ed è nato negli Usa da genitori calabresi, nativi della provincia di Reggio. Da anni, assieme ai fratelli, dirige un ristorante italiano tra i più rinomati del nord America.

La sua storia merita di essere raccontata con dovizia di particolari (e, consentitecelo, anche con non poco entusiasmo) perché rappresenta uno dei tanti esempi di quei figli di calabresi che, costretti a lasciare la loro terra, hanno continuato a tenere alti i colori della Calabresità nel mondo.

Sono gli anni Quaranta quando il padre Michele lascia la Calabria per andare in cerca di fortuna a New York, con la moglie Carmela e i suoi due figli, Mario e Francesco, rispettivamente di otto e dieci anni. Giunto nello Stato newyorkese, dopo aver svolto i più disparati mestieri, riuscì a rilevare un'osteria piuttosto malandata e la rimise in sesto. Sicché, grazie alle pietanze tipiche e genuine che s'incominciarono a cucinare (vivande che non facevano affatto sentire la nostalgia di casa) la scoprirono molti meridionali italiani, soprattutto siciliani e calabresi. Gli affari andarono subito a gonfie vele, anche perché la signora Carmela (con l'aiuto dell'intera famiglia, che intanto si era arricchita di un altro figlio: Demetrio, per l'appunto) si rivelò presto una vera artista dei fornelli.

Passano gli anni e la vecchia osteria si trasforma dapprima in «Trattoria italiana» e successivamente - con Demetrio ormai diciottenne - in un vero e proprio ristorante alla moda che porta il nome dell'Italia.

Comincia così, nell'arte gastronomica che conta, la grande scalata di Demetrio Ventrice, il quale - pur essendo nato negli Usa - continua la tradizione di famiglia nell'arte della pasta fresca, la cui lavorazione - pensate un po' - avviene addirittura in «vetrina», con la gente che sul marciapiede si sofferma curiosa ad osservare l'antico rito.

Mario, il primogenito, diventa direttore di sala, mentre Francesco è il «re del girarrosto e della brace». Maria, la figlia di quest'ultimo, sta al bar. Lo specialista dei primi piatti, invece, si rivela lui: Demetrio. Con moglie e cognate che danno una mano, anzi un validissimo aiuto, meritando il titolo di «signore della pasta».

Una famiglia, per certi versi rimasta all'antica, quasi patriarcale, che naturalmente aumenta con gli anni e che si esprime in una formidabile coesione di braccia e di menti.

Demetrio Ventrice, oggi è anche docente presso una scuola di cucina italiana per cuochi professionisti stranieri e titolare di corsi formativi per diversi Istituti professionali. È entrato in cucina a dieci anni, si è impadronito del mestiere e poi pian piano ha magistralmente trovato il modo di reinventarlo. La curiosità, per questo grande chef d'origine calabrese non sembra finire mai. Anzi è la molla che lo spinge sempre più in avanti.  È un appassionato cultore di tutto ciò che è espressione artistica (musica, pittura, ecc.) anche se il suo grande amore rimane pur sempre l'enogastronomia italiana che - come un «Paganini dei fornelli» - ripropone con estro in versioni sempre nuove, come se non ci fosse mai fine al meglio. Negli Usa lo chiamano spesso in tv e lui, personaggio dai fermenti vivi, appena può ci va. Ormai ha un affezionato pubblico che aspetta con ansia le sue ricette. Riceve attestati d'onore e di merito anche da parte di capi di governo in ogni parte del mondo, che conserva religiosamente. Demetrio Ventrice insomma è un grande chef, onorato in patria e amato anche in altri Stati, dove sovente si reca. Quali sono gli ingredienti principali nella sua arte gastronomica? «Semplicissimo», risponde. «Alla base di tutto c'è l'olio extravergine d'oliva rigorosamente calabrese. La cucina di questa regione è tra le più antiche ed è apprezzatissima ovunque. È fatta di lavoro paziente e di equilibrio di sapori e profumi che si basano sulla genuinità. Basta saperli scegliere e collocarli ognuno al posto giusto».


Vincenzo Pitaro - Gazzetta del Sud, pag. Cultura, giovedì 17 giugno 2010 - Archivio: www.gazzettadelsud.it - www.vincenzopitaro.it

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