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La prolifica penna del giornalista, scrittore e autore S.I.A.E. per la parte letteraria Vincenzo Pitaro. Leggi la sua biografia, i suoi articoli culturali, la sua narrativa, le poesie dialettali, satirico-dialettali e non, le sue pubblicazioni, la rassegna stampa, ecc.

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L’esercito dei bingheros

«Trentuno», «Dodici», «Settanta, sette-zero». A scandire i numeri estratti (che, a loro volta, compaiono singolarmente sui monitor sparsi nella sala e poi sugli schermi luminosi collocati alle pareti, per un riepilogo generale) è una piacevole voce femminile. La speaker corre, al punto che una persona in età avanzata potrebbe addirittura far fatica a starle dietro. Ma la regola è questa. Dentro la grande urna di vetro, a forma di sfera, le novanta palline numerate (più o meno simili a quelle del ping-pong) rimbalzano velocemente, per via di repentini soffi pneumatici. 

Non è difficile intuirlo: stiamo parlando del «Bingo», da alcuni anni approdato anche nella città capoluogo e, più precisamente, nel quartiere di Santa Maria.

Nella Catanzaro delle grandi trasformazioni, la «bingomania» dilaga piacevolmente fino a contagiare l’intera provincia. La sindrome del gioco, infatti, non sembra risparmiare nessuno, o quasi. È un continuo passaparola. E di settimana in settimana i frequentatori diventano sempre più numerosi. Sono giovani e meno giovani (studenti, impiegati, operai, professionisti), coppie di coniugi, persino persone anziane.

Lo fanno per «sfidare la sorte», come ci dice una casalinga che ha appena acquistato la cartella tramite una «fiche» del valore di un euro e 55 centesimi. «È un modo, come un altro», aggiunge, «per vedere se la dea bendata sta dalla nostra parte!».

Per molti giovani, invece, la cosa più positiva di queste sale è rappresentata da un piacevole ritrovarsi tra amici.

«Sono appassionata di questo gioco», dice Maria Rosaria, avvocatessa catanzarese. «Frequentavo la sala Bingo anche quando stavo a Roma».

«Sì, è il luogo ideale per trascorrere un paio d’ore di relax, in compagnia di amici», le fa eco Antonella.

«L’ambiente è sicuro ed è molto selezionato», garantisce il proprietario Giovanni Puccio. «Peraltro, ogni frequentatore, prima di iniziare a giocare, è tenuto a prendere visione del regolamento».

Gli habitué accedono tramite una tessera di riconoscimento rilasciata dal «Bingo Pyramid Club»; mentre i frequentatori occasionali devono esibire all’entrata un documento di riconoscimento e consentire che i loro dati vengano regolarmente registrati al computer in una sorta di «database».

Se da un lato, però, ci sono gli affezionati di questo gioco (un vero e proprio esercito di bingheros), dall’altro, come in ogni cosa, ovviamente non mancano i contrari. Tra questi, qualcuno addirittura ricorre alla psicologia e qualcun altro disapprova, ricordando che chi ama giocare a Bingo dovrebbe leggere Dostoevskij per capire «cosa rimane di un uomo quando si rende schiavo del caso».

Da un’indagine sociologica nazionale, effettuata dall’Eurispes, fra l’altro ultimamente è venuto fuori che anche «il Bingo può creare dipendenza» e che «a giocarci sono spesso persone che non hanno fiducia nei loro mezzi, né nella società, e si affidano al caso».

Giudizio piuttosto pesante, a nostro avviso, per un gioco del tutto innocuo e trasparente, che poi altro non è che una semplice tombola americana, alla quale si partecipa con una cartella di un euro e mezzo e si vince facendo cinquina, oppure riuscendo a cancellare tutti i numeri della cartella in possesso, che sono quindici sulle tre file. La vincita più alta? Finora ha raggiunto i 180 euro. Il montepremi è pari al 58 per cento delle giocate: 50 per cento al Bingo e 8 per cento alla cinquina; il resto va allo Stato e alla gestione. Non sono in gioco milioni di euro come al SuperEnalotto o nei Casino municipali, per cui il pericolo di «dipendenza» o dell’«assuefazione» - se posto - non può che apparire fin troppo azzardato.

La corsa alla «tombola», versione nostrana del gioco Usa, intanto, suscita notevole interesse. Un’autentica rivoluzione. In tutta la provincia crescono le domande per aprire nuove sale.

Checché se ne dica, dunque, il Bingo continua a rappresentare una piccola tentazione per molti e le tentazioni, si sa, soltanto pochi riescono ad evitarle. Finanche qualche illustre scrittore del passato, che in materia di gioco se ne intendeva, diceva che «sapeva resistere a tutto, tranne che alle tentazioni».

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Vincenzo Pitaro

www.vincenzopitaro.it

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