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LA MIA PARTE INTOLLERANTE - a cura del Libero Cittadino in un Libero Mondo

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NEW GENERATION POLITIQUE: IL RINNOVO SOVERATESE
A cura di Massimiliano Riverso

Il solleone Manciniano avvolge tuttora l’ardente urbe soveratese, continuando ad alimentare l’inferno politico sviluppatosi all’interno della Baia dell’Ippocampo.

Bilanci estivi strumentalizzati ad arte dagli arguti capigruppo politici, apologie di indiscusso successo turistico contrapposte a sonore sconfitte e crack economici, disagi nell’erogazione idrica, il dilemma Soverato Parking e la diatriba ambulanti, finalmente lasciano spazio all’idealizzazione di futuri scenari politici ed alla crescita della New Generation Politique.

Irrazionalmente l’autunno politico soveratese si oppone alle lex naturae che traghetta l’ambiente verso il tramonto annuale. La nouvelle epoque porterà con sé una linfa vitale, indispensabile alla estinzione definitiva della stressante monotonia che ha contornato la res pubblica negli ultimi 2 mesi.

Durante il nuovo corso settembrino l’enigma principale da svelare riguarda “la Poltrona di Froio”, bramata con desiderio ardente da molteplici rampolli dell’amministrazione comunale in carica e dai rappresentanti esterni in quota Forza Italia, forti del cospicuo successo ottenuto alle urne e della patria potestà nella alleanza di centro-destra.

Gli exit pool riguardanti l’investitura del nuovo assessore comunale forniscono risultati contrastanti e considerazioni privi di soggettività ad opera del contado soveratese

In pole position sulla griglia di partenza sosta l’imprenditore Salvatore Riccio(UdC), fido delfino del premier soveratese e gestore titubante dell’associazione stabilimenti balneari e del Demanio Marittimo, a causa di rapporti di logica interazione con il comitato oppositivo “May Day”. Voci di corridoio confermano l’evidenza che nel corso delle ultime ore la sua candidatura è divenuta progressivamente più salda, sotto la spinta insistente del primo cittadino, maggiormente attratto negli ultimi mesi dal centrismo insito nell’UdC rispetto all’ideologia giustizialista di An.

L’approvazione politica inerente alla candidatura dell’imprenditore Riccio mette in serio pericolo le aspettative governative di Forza Italia ormai delusa dal possibile siluramento di Cervadoro, vittima di una politica di opposizione alla sua investitura sviluppatasi sia all’interno del medesimo partito di appartenenza  sia nell’ambito della triade An, UdC, Patto per lo Jonio.

Il gotha destroso soveratese mediante uno oculata valutazione di coscienza viaggia su una differente lunghezza d’onda rispetto all’entourage del sindaco. Il candidato prescelto è la giovane Donatella Scuteri(FI),  consigliere di maggioranza formatasi politicamente nell’ultimo anno. La nomina della Scuteri in quota FI richiede il placet contemporaneo del premier Mancini e del partito centrale, frazionato in più parti a causa della candidatura di Cervadoro e di altri importanti tecnici politici esterni.

Il rinnovato sentimento di fiducia nei confronti del cosmo giovanile, lo svecchiamento purtroppo celato della compagine politica vetusta, viene confermato dalle previsioni sui possibili sostituti del “senatore” Froio. L’uomo nuovo maggiormente indiziato ad occupare la poltrona lasciata vuota dall’ex assessore risulta essere Antonio Rattà capogruppo di AN, sostenuto fortemente dalla benevolenza del partito, il quale mediante tale astuta mossa nello scacchiere politico potrebbe incrementare a livello esponenziale il potere decisionale di AN nella tavola rettangolare della giunta comunale, già occupata dall’ Ass.ai Lavori Pubblici Barone.

Il correntone politico maggiormente distaccato dal nucleo centrale Manciniano, insiste sulla promozione per meriti acquisiti del consigliere Vittorio Sica (Patto per lo Jonio) oppure di Vincenzo Gioviale, politico di non precisa collocazione partitica. Il salto di vento dall’ UdC al PPJ propiziato negli ultimi mesi da Gioviale, ha creato in passato piccoli scompensi all’amministrazione vigente, titubante nel conferirgli una carica importante nell’agorà soveratese. In conclusione, l’intera agorà soveratese non ha vagliato la papabile candidatura di un tecnico esterno nell’orbita del centrodestra, che potrebbe sconvolgere il quadro complessivo legato alle numerose ipotesi di avvicendamento dell’anziano politico Froio, creatore del gruppo autonomo.

Nuove leve si affacciano nel panorama politico del centro-destra, supportate dal consenso popolare e dalla innovativa strategia adottata dai navigati politici, che celandosi dietro le quinte propongono da eccelsi registi l’esordio nella res pubblica di interessanti prospetti giovanili. Si tratta di uomini dal pedigree politico ancora cereo, spogli dall’avidità di potere ma rei di alleanze errate. In definitiva l’indipendenza della New Generation Politique è messa a dura prova dal controllo superiore del gotha politico, che continua ad indirizzare il percorso amministrativo della ridente località, avvalendosi dell’immagine propulsiva ed innovatrice del mondo Giovanile.

Il nuovo che avanza nell’Ade soveratese, l’altra faccia della medaglia è raffigurata dal connubio Margherita-Ds , che a breve convoleranno a nozze creando il Partito Democratico. Il varo semiufficiale della “nuova imbarcazione” avverrà il 31 agosto in occasione della 1° Festa del Partito Democratico, metamorfosi post-moderna della Democrazia Cristiana strutturalmente manovrato dal potere secolare cellino.

La New Generation di sinistra annovera nelle sue fila 2 giovani di rosea prospettiva Antonio Pellegrino (Segretario Diessino comunale) ed Ernesto Alecci  (Coordinatore Cittadino della Margherita). Secondo le linee guida provenienti direttamente dalla sede centrale romana, il Partito Democratico dovrebbe incarnare l’essenza principale del rinnovamento, un nuovo idioma comunicativo e la ribellione al sistema della prima repubblica, grazie alla guida creativa ed impavida del panorama giovanile.

Rispetto a quanto paventato dalle direttive di partito, rispetto alle attese del binomio Alecci-Pellegrino la nascita del Partito Democratico determinerà la decadenza definitiva della colonna portante del glorioso PCI a favore della resurrezione dello scudo-crociato.

Uno macchia indelebile per tutto il mondo della sinistra, che si renderà fautrice della reinstaurazione dell’antico polo centrale, che ha dominato illegalmente per mezzo secolo nello stivale italiano, ponendo dei veti alla libertà di stampa e strumentalizzando i canali preferenziali di comunicazione, un ritorno alla prima repubblica purtroppo ancora viva e vegeta nel sistema attuale italiano.

Il nuovo polo è fortemente interessato all’inserimento diffuso dei giovani in un partito centrale limitato dalla omogeneizzazione di forze politiche di contrastante e inconciliabile matrice politica e culturale, è indirizzato a forgiare nuovi rampolli degni eredi dei loro predecessori, configura un appropinqua mento alla repubblica presidenziale statunitense.

Il giovane segretario diessino e il rutelliano Alecci rappresentano realmente delle figure politiche consistenti e di prospetto per il futuro politico soveratese, ancora ancorato al raffronto storico tra l’epopea calabrettiana e il periodo manciniano. La loro evoluzione politica dovrebbe essere coltivata con meticolosità e protetta dalle contaminazioni esterne del gotha politico soveratese, inoltre la loro ideologia di fondo avrebbe trovato campo fertile e nitido leggermente più a sinistra rispetto al Partito Democratico.

I legami con il gruppo di Minoranza capeggiato dal duetto Giorla-Severino rafforza sempre di più l’ipotesi della creazione del 3° polo alternativo, che oltre al sussidio del saggio Pellegrino e del vulcanico Alecci potrebbe ingerire con l’incedere del tempo membri provenienti dai golpisti Manciniani e dal picconatore comitato May Day guida dall’imprenditore Limoncelli.

Soverato evolve rapidamente modificando giorno dopo giorno la sua muta politica, successi palesi si alternano a flop deprimenti, mediocri amministrazioni si avvicendo a mediocri amministrazione, nuove alleanze nascono mentre vecchi amori finiscono, in tale trambusto la presenza diffusa del mondo giovanile all’interno della res pubblica risulta essenziale per svernare dal punto di non ritorno raggiunto dal basso Jonio Soveratese.

Massimiliano Riverso

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 PUNTO DI INCONTRO: INTERVENTO DI F.A.

Il rimpasto della giunta comunale legato alla dimissione inaspettata dell’azzurro Pepè Froio è ormai giunta alle porte. Il sindaco Mancini tra l’incudine ed il martello ha assunto un atteggiamento ermetico, per proteggere la sua leadership e mantenere coesa l’amalgama della maggioranza. Le nomination risultano avvincenti ed interessantissime, poiché tra i tre litiganti Cervadoro, Riccio in quota Cdl e l'autonomo Sica potrebbe spuntare qualche sorpresa magari legata all'investitura della Scuteri. Fitti intrecci politici si celano dietro la scelta temporeggiatrice del premier, che rinnegando le logiche di partito si sta allontanando lentamente da A.Rattà(AN) per promuovere di grado il presidente dell'Associazione Balneari S.Riccio(UDC). L'occhio di riguardo del primo cittadino nei confronti del pupillo dell'UDC si scontra contro le pretese elettorali della principale realtà dell'amministrazione comunale, ovvero Forza Italia. Gli azzurri soveratesi spingono sull'acceleratore per promuovere il tecnico Cervadoro o la rampante Scuteri, ma senza ombra di dubbio troveranno l'opposizione del punto di equilibrio rappresentato dal Patto per lo Jonio e l'ostilità dell'emergente Antonio Rattà.

Il paradosso di tale situazione consta nella roulette russa proposta dal gotha soveratese ed affrontata a viso scoperto dalla nouvelle vogue del centro-destra, giovani decisi a far sentire la propria voce nella città soveratese. Nonostante il sostegno geopolitica, malgrado il loro cordone ombelicale sia ancora legato all’utero di politici navigati forti di un buon elettorato partitico, la loro funzione fotosintetica potrebbe aprire nuovi scenari nel futuro soveratese. La sinistra alternativa alle logiche della Cdl esalta la coppia Pellegrino-Alecci. Il segretario DS in maniera sorniona prende le distanze dalle direttive fornite dal tandem Rombolà-Calabretta, mostrando una maggiore moderazione nell'analisi politica e un propensa attitudine al dialogo, mentre il Rutelli soveratese Alecci si lancia a spron-battutto in una nuova esperienza figlia della passione familiare.

Il Partito Democratico soveratese capeggiato in futuro probabilmente dal consigliere di minoranza Severino(DS) costituisce una alternativa reale ai distruttivi gruppi consiliari di minoranza, maggiormente tendenti a posizioni mussiane rispetto al nascente PD. Aspettando il lancio politico dell'Imprenditore Limoncello in una compagine di sinistra, nuovi volti si inseriscono nella diatriba storica Calabretta-Mancini, con la speranza che superino in fasti e soprattutto fatti i loro navigati predecessori.

F.A.

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PUNTO DI INCONTRO: INTERVENTO DI SUVARARU

Le previsioni sul consiglio comunale si sono rivelate non azzeccate per il fatto che il consiglio non è mai avvenuto, nonostante la convocazione di Tiani e la presenza dei gruppi di minoranza. La nomina dell'assessore sostituto di Froio è stata rimandata al prossimo consiglio, o chissà a quale mese dell’anno; il problema ambulantato ha seguito il medesimo iter, nonostante da alcuni sia imputato come la causa della mancata presentazione di gran parte dell'amministrazione, ledendo l’onore del sindaco. Probabilmente sarà colpa delle vacanze? Oppure delle loro scelte impopolari che hanno rovinato Soverato? I cittadini iniziano a porsi molti interrogativi sul mandato elettorale rinnovato a Mancini, potremmo un giorno sostenere che la nostra fiducia rinnovata non ci ritorni indietro come un boomerang? La mia fiducia è svanita negli ultimi mesi grazie al piano parcheggi, agli inviti di elite al Magna Grecia, grazie alle perdite economiche legata al mancato affitto delle mie case. Potrà Mancini e la sua amministrazione ristabilire i conti dei molti suvaratani penalizzati dalle sue opinabili scelte governative?

Saluti da Suvararu

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