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LA MIA PARTE INTOLLERANTE - a cura del Libero Cittadino in un Libero Mondo

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V-DAY -  l’incognita grillo

Beppe Grillo innalzato a divinità massima dell’antipolitica, condottiero populi della democrazia palesatasi nel modus ragionandi dalla manifestazione V-Day, suscita nel mio intelletto innumerevoli dubbi sulla sua antinomia democratica – commerciale insita nell’opera di marketing del suo blog. Potenziale futuro parlamentare, ha annoverato grazie alla censura ed ai primi sentori dell’editto bulgaro un crescente aumento di popolarità soprattutto nell’appassionante mondo della blogosfera indipendente. Rappresentante attivo della democrazia sommersa potrebbe presto rivelarsi come un ordigno disinnescato dal potere centrale romano, trasformandosi in uno strumento spento del padrone. La camaleontica trasformazione di Benigni da geniale anticonformista e fautore della satira, in vate incravattato e accondiscendente alle logiche di partito diessine, determina un notevole timore sulle sorti prossime del “barboso” ribelle ligure.

La rivalutazione grilliana dell’uscita provocatoria di Caruso, che espressa mediante una dialettica sottile  avrebbe comunque palesato il messaggio di fondo insito nella distruzione occupazionale apportata dal decreto Biagi, ha rincarato la dose sull’autoembargo del deputato in forza al PrC. Da qualsiasi sponda dei 2 poli politici governanti in Italia sono giunte parole di disprezzo e risentimento sulla rincarata dose fornita da Grillo, che giustamente ha evidenziato il danno creato alle generazioni giovanili dalla instaurazione diffusa del precariato e dei contratti a termine.

La raccolta di 300mila firme per limitare la lungimiranza parlamentare dei candidati a 2 legislature simboleggia una arma a doppio taglio, in quanto da un lato limiterebbe la persistenza pecuniaria in comode poltrone del piacere, mentre dall’altro troncherebbe alla base la possibilità di rielezione dei politici progressisti estremamente funzionali alle sorti del nostro paese.

Per quanto riguarda la frequente elezione di politici pluripregiudicati ubiqui nel parlamento europeo, nelle stanze di Montecitorio e Palazzo Madama urge un intervento diretto dei partiti stessi che dovrebbe eliminare definitivamente dalle loro liste pre-elettorali icone indissolubili del malgoverno italiano. L’immunità parlamentare dovrebbe cadere sulle loro fondamenta in caso di frode e danni irreparabili nei confronti dello stato e soprattutto dell’onesta cittadinanza, coatta ad eleggere simboli del terzo stato inseriti dirittamente nella stanza dei bottoni.

La revisione della legge elettorale inerente alle preferenze, fornirebbe in dono al popolo la possibilità di eleggere candidati locali nei quali si riversa un pizzico maggiore di fiducia rispetto agli “stolti” Borghezio&Gardini o agli inoperosi protestanti della sinistra radicale, inseriti nelle liste elettorali esclusivamente per questione di immagine. Tale eventualità potrebbe fornire una nuova spinta alle regione del mezzogiorno, di ridotte dimensioni rispetto al dominante settentrione e maggiormente legate alle questioni locali figlie di carenza infrastrutturale e occupazione, che un rappresentante indigeno potrebbe far valere nelle stanze che contano.

Il qualunquismo si annoda alle teste della tribù di Grillo, popolani incapaci di creare una protesta democratica senza l’aido di una figura dirigenziale oppure di un oratore che alimenta l’ulcere ideologiche del comune cittadino.

L’evoluzione grilliana verso la creazione del terzo polo politico italiana ha raggiunto una delle massime forme, la satira intrinseca al personaggio si è tramutata in potere contro lo stato confermato dalla legge dei numeri.

Adesso Grillo dovrebbe valicare il Tourmalet della sua contraddizione decidendo la strada retta da percorrere, ovvero lotta senza frontiere nel ciberspazio con conseguente risultato irrisorio tranne una pacca virtuale di stima oppure creazione di un movimento politico perbenista che nonostante la partecipazione infervorata ai vari figli del V-Day è costretto da sempre a votare la Quercia oppure la CdL.

Fate attenzione uomini, la Democrazia Cristiana sta tornando nelle vesti del PD, prevenire il male è meglio che curare.

Massimiliano Riverso

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