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La Soverato che vorrei (viva, libera, aperta)
ECCO IL “MANIFESTO” DI ENRICO VACCARO
di Fausto Pettinato

   


 La Soverato che Vorrei: città viva, libera e aperta.

Così si presenta il documento programmato ”open” (aperto), che sta facendo circolare in città il Dott. Enrico Vaccaro, - sociologo dirigente ASP di Catanzaro - rivolgendosi direttamente ai Soveratani e Soveratesi (Leggi il Documento... ndr). Nel momento in cui tanti sono i nomi d’ipotetici candidati alla guida della città che, nelle riunioni dei vari partiti e associazione, ognuno rivendica un posto ma, nessuno ancora ha espresso cosa vuol fare per rilanciare la città di Soverato.

Abbiamo il piacere di incontrare il Dott. Vaccaro e fargli alcune domande:

  Dott. Vaccaro Lei non è iscritto ad alcun partito politico o movimento, ci può dire come nasce la sua esigenza comunque di elaborare un vero e proprio programma elettorale?

  Perché abito e vivo a Soverato dalla nascita, perché amo gli odori di Soverato e le sue bellezze naturali.

  Infatti, il filo conduttore del suo documento (che ormai circola dal mese di ottobre) va proprio a toccare la sensibilità e l’identità dei Soveratani, perché?

  Perché è emozionante descrivere il pathos della mia città, perché è un’emotiva passione poter dialogare con gli uomini e le donne che risiedono e vivono nella città. Ecco perché è opportuno creare anche, un museo dei lavori e dei mestieri per ricordare la storia e la memoria di Soverato.

  Come Lei sa, è in atto a Soverato l’elaborazione del PSC (piano strutturale comunale), ex Piano Regolatore, l’ultimo del quale risale al 1979, e a oggi si è andati vanti con le solite varianti, infatti, - da quello che si dice - sembrerebbe che nel pieno svolgimento dell’elaborazione del PSC, (che è altra cosa rispetto ai vecchi piani regolatori) tramite il solito strumento delle conferenze dei servizi, si continua al rilascio di concessioni edilizie; cosa ne pensa?

  Mi chiedo: il PSC è un reale strumento di sviluppo e di crescita delle specificità endogene della città di Soverato? Vorrei evidenziare che la popolazione residente oggi (2010) è diminuita (rispetto al 2001) di circa mille unità, per cui mi chiedo da Soveratano: abbiamo un bisogno reale di costruire nuove abitazioni?

  La città di Soverato per le famose vertenze Paparo e Caminiti inerenti agli espropri eseguiti, vanta a oggi un debito notevolmente importante che peserà sui bilanci comunali per i prossimi trenta anni; come saranno trovate le risorse per rilanciare Soverato?

  Credo sia nel valore etico della concertazione, che in quello del rispetto dei diritti individuali. Ho, però la sensazione che le vertenze Paparo e Caminiti non siano state gestite tra le parti con spirito costruttivo né tanto meno con moderazione, ciò ha creato incomprensioni economiche ma anche ideologiche che hanno, da circa trenta anni, generato un conflitto tra i Sindaci della città con gli eredi Paparo e la famiglia Caminiti di cui sono i cittadini di Soverato a doverne pagare le conseguenze.

  Lei pensa che questa città possa anche entrare in un circuito internazionale turistico?

  Credo che Soverato possa diventare una reale meta turistica da marzo a ottobre, ma deve puntare a offrire reali e concreti pacchetti culturali, musicali, convegnisti, estivi, primaverili, e autunnali. Oggi non esiste un “Sistema Soverato”.

  Quali sono le risorse naturali su cui puntare per rilanciare questa città, e con quali risorse economiche?

  Sulle bellezze naturali, sullo Ionio, sulla bianca spiaggia, la temperatura, sulla cura del verde, sulla socialità autoctona dei Soveratesi. Credo che i piani operativi nazionali, regionali possano essere un buon punto di raccordo e di partenza per la Soverato che Vorrei.

  Esiste oggi la necessità della messa in sicurezza della città di Soverato, ma, allo stato attuale le risorse a disposizione del comune non sono adeguate.

  Ho fiducia che i dipendenti comunali possano diventare procacciatori di progetti europei per reperire risorse utili per la messa in sicurezza della città.

  Torniamo all’inizio. Una proposta di programma che va aldilà del solito elenco delle opere pubbliche, seppur necessarie. Lei pensa che potrebbe essere l’iniezione necessaria a superare – secondo il pensiero di alcuni – il dilemma secondo cui: Soverato ha perso i pregi di un paese e ha mantenuto i vizi; ha preso i vizi della città e non i pregi?

  Non ho mai creduto negli slogan, credo invece e continuerò a credere che bisogna guardare al futuro valorizzando un’etica costruttiva.

  Infine, ci può indicare alcune priorità necessarie e importanti per la città di Soverato contenute nel suo documento?

  Mi auguro che, per un lustro, il neo Sindaco possa rendere efficace il tema della sicurezza e dell’agibilità della città, e che sappia implementare il benessere quotidiano dei cittadini Soveratesi.

(Scritto e pubblicato su Punto&@Capo n. 12 Dicembre 2010 in edicola)

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