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05/12/2012 - SOVERATO
Ulteriori tagli alla linea ferroviaria Jonica

   
Alla luce dei nuovi, ennesimi tagli che interesseranno la nostra linea Jonica, in particolare sulla tratta tra Sibari e Taranto sulla quale dal 9 dicembre verrà sospeso il servizio ferroviario, l'Associazione “Terra e Popolo” di Rossano, ha diffuso una lettera di protesta inviata alle più importanti cariche regionali, nazionali ed europee in materia di trasporti, oltre ai Consigli di Amministrazione di Trenitalia ed RFI. Sono già numerose le adesioni da parte di vari gruppi, associazioni e movimenti, tra cui, ovviamente, l'Associazione Ferrovie in Calabria fondata da me e da altri ragazzi appassionati di treni e ferrovie. In seguito comunicheremo data e luogo della manifestazione in corso di organizzazione, con la viva speranza che questa volta, a rappresentare la mia città di Soverato, centro turistico che dal taglio dei servizi ferroviari ci ha solo perso a livello turistico ed economico, non rimanga soltanto io. Questo perché, come dico ormai da anni, è in corso un lento processo di smantellamento della ferrovia Jonica, mirato all'eliminazione totale del servizio ferroviario su questa tratta, da Taranto fino a Reggio Calabria. Si è iniziato dai treni a lunga percorrenza, ed eliminati quelli, si è passato al taglio di quelli Regionali: dal 9 dicembre a rimanere senza treni, come anticipato, sarà purtroppo la tratta interregionale Taranto – Sibari, ma dal cambio d'orario di giugno 2013 potrebbe toccare alla Catanzaro Lido – Soverato – Roccella Jonica. Muoviamoci finché siamo in tempo! 

 Roberto Galati

Lettera diffusa dal movimento rossanese "Terra e Popolo"

Rossano, 1 Dicembre 2012

Al Consiglio d'Amministrazione di Trenitalia S.p.a.
Al Consiglio di Amministrazione di Rete Ferroviaria Italiana S.p.a.
All'Assessorato Regionale ai Trasporti, Calabria.
Al Ministero delle Infrastrutture.
Per conoscenza:
al Commissario Europeo per i Trasporti;
all'Agenzia Ferroviaria Europea – Organo UE (ERA).

Egregi Consiglieri, Onorevoli, Ministro,

mediante la presente intendiamo dirigere la vostra attenzione sullo stato drammatico della mobilità pubblica in Calabria, con particolare riferimento alla linea ed ai servizi ferroviari sulla fascia ionica. La ferrovia ionica è composta, come voi ben sapete, da una linea non elettrificata con singolo binario, classificata da RFI come linea complementare. Considerando che si tratta di una linea distante e completamente scollegata dal resto della rete, e che serve più di un milione di persone, questa si configura, allo stato attuale, come una infrastruttura assolutamente inappropriata alle esigenze basilari della popolazione; distante anni luce dagli standard e dai requisiti più elementari richiesti ad un paese aderente all'unione Europea; fortemente penalizzante per ogni forma di valorizzazione delle economie territoriali e dei rapporti commerciali, sociali, culturali con il resto del territorio italiano e continentale. Si tratta di una condizione oggettiva e facilmente rilevabile, comunque dettagliatamente documentata da dossier e relazioni redatte da enti ed istituti riconosciuti, documentazione ivi allegata. Sarete stati di certo informati, dagli organi di stampa se non nell'ambito delle vostre attività istituzionali, a proposito delle prime iniziative intraprese dalla società civile per denunciare questo stato di cose. Sabato 15 Settembre una delegazione di cittadini ha occupato pacificamente i binari della stazione di Rossano e interrotto il servizio ferroviario per circa 90 minuti, un atto che ha ricevuto il consenso ed il contributo sia dei passeggeri dei convogli bloccati sia dei lavoratori di vettura e di stazione in servizio in quell'istante. Un'iniziativa promossa e coordinata dal Movimento Terra e Popolo di Rossano (CS) a cui hanno aderito comitati, associazioni e cittadini da tutta la fascia ionica ed il circondario. Un'iniziativa che come società civile intendiamo promuovere e coordinare ripetutamente su tutta la fascia ionica, ma non senza instaurare una comunicazione ed un confronto con gli enti che voi rappresentate. Lo stato del servizio ferroviario sul territorio cui facciamo riferimento lede la dignità di ogni singolo cittadino, oltre a pesare come un macigno sullo sviluppo economico e impedire la valorizzazione delle risorse agricole, turistiche, culturali. Tutto questo in piena e profonda contraddizione con il processo di infrastrutturazione costante e progressivo del resto del Paese e del continente il quale prevede, fra l'altro cose, l'imposizione dall'alto, su altri territori, di opere costose, ed evidentemente poco aderenti alle esigenze delle comunità, come i tratti ad alta velocità. Tutto questo ci scaraventa in un contesto invivibile e beffardo, di cui gli enti che voi rappresentate sono istituzionalmente responsabili. Ecco perché, come parte della società civile, abbiamo dato avvio ad un processo di sensibilizzazione della cittadinanza ed indignazione nei confronti degli enti responsabili, processo a cui oggi affianchiamo un tentativo di interlocuzione aperto e disponibile, ma anche chiaro e pubblico.

La nostra gente ha registrato, negli anni, numerose interlocuzioni, trattative, proclami e compromessi, tutti prodotti nel chiuso delle stanze senza il minimo coinvolgimento delle comunità e tutti puntualmente e clamorosamente disattesi. Noi oggi siamo disponibili ad un confronto aperto, ma pubblico, e che si basi su alcune prospettive imprescindibili in quanto propedeutiche non ad una alta qualità del servizio ferroviario, bensì al diritto fondamentale della mobilità.

 - Il ripristino urgente delle tratte a lunga percorrenza
 - La riapertura delle stazioni con servizi annessi
 - L'avvio di un piano di investimenti europeo e nazionale, concordato con le comunità attraverso numerosi mezzi di partecipazione possibile, attraverso cui riequilibrare la rete ferroviaria nazionale. 

Si tratta di obiettivi interamente concatenati e funzionali ad una serie di altre numerose e non meno importanti vertenze territoriali e continentali - tra cui spiccano il lavoro, la bonifica ambientale, la valorizzazione agricola e turistica - che rappresentano, nel contesto di crisi globale, un concreto sbocco economico per il territorio (conseguentemente per l'intero paese) in quanto libera enormi risorse ad oggi seppellite sotto pesanti strati di speculazione corporativa e/o politica.

Con l'auspicio di riuscire presto a concretizzare un confronto libero e proficuo sulle più efficaci modalità attraverso cui rispondere alle esigenze di più di un milione di persone, precisando per correttezza che solo se questa interlocuzione avrà inizio e darà risultati concreti sarà interrotto il processo di organizzazione, già in corso, di altre civili manifestazioni, vi porgiamo i più cordiali saluti. 

Flavio Stasi, Movimento Terra e Popolo – Rossano (CS)
Giuseppe Didonna, Associazione Le Lampare – Cariati (CS)
Filippo Sestito, ARCI – Crotone
Giuseppe Trocino, Movimento Terra, Aria, Acqua e Libertà – Crotone
Emanuele Ritacco, Comitato in difesa del Territorio – Corigliano Calabro (CS)
Guerino Nisticò, Comitato di Lotta a Difesa della Fascia Ionica – Badolato (CZ)
Angela Falcone, Associazione Italia Prima
Francesca Gallello, Associazione Radici – Cirò Marina (KR)
Samuele Di Leone, Collettivo P2 Occupata – Università della Calabria
Roberto Galati – Associazione Ferrovie in Calabria – Catanzaro/Soverato/Torre Melissa/Bagnara
Leonardo Torchia, Ateneo Controverso – Università della Calabria
 

   
   

 


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