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Il Whiskey del Maresciallo Oddo

   
 La stazione dei Carabinieri Reali di Soverato era vuota e silenziosa, mentre in strada una folla improvvisata di braccianti, mutilati, vecchi, donne e bambini festeggiava la fine del lungo incubo chiamato guerra.
Alcuni militari si spogliarono delle proprie uniformi e ricomparvero con indosso vestiti borghesi, anche una o due taglie più grandi, recuperati in gran fretta, qua e là, nelle povere case del piccolo paese calabro.
- Maresciallo! Maresciallo! la radio dice che la guerra è finita! - urlò il farmacista, entrando in caserma.
- Fortuna che i tedeschi sono già in fuga. Credo, purtroppo che anche loro abbiano sentito la radio! - rispose.
- La gente è tutta fuori! perchè non viene pure lei! bisogna festeggiare! andiamo Maresciallo! - .
- Per il momento è meglio di no! È da oggi che provo a mettermi in contatto con Catanzaro. Devo continuare a provare. Piuttosto dica alla gente di mantenere la calma perché la situazione è ancora confusa. Ricorda cosa successe a luglio!
- Certo che ricordo. Ma Badoglio ha detto che hanno firmato l’armistizio. Stavolta è veramente finita!
- Lo so. Ma non aggiunge altro. In questo momento devo restare qui al mio posto e desidero che lei e gli altri mi aiutiate. Festeggeremo dopo. A tempo debito. –
- Va bene Maresciallo. Io intanto torno fuori. Se ha notizie…..
- Solo se sono buone. Se sono brutte le tengo per me. Non vorrei rovinare la festa a nessuno! – rispose, preoccupato il Maresciallo Oddo.

-          Sono buone! Non si preoccupi, stavolta sono buone! – rispose il farmacista, salutando e uscendo.
Il Sottufficiale, aspettò qualche minuto e provò nuovamente a stabilire un contatto telefonico con Catanzaro.
Fu inutile, come tutti gli altri che seguirono a breve distanza, finché si fece sera e la vecchia campagnola verde fece ritorno con a bordo il brigadiere e i due carabinieri della stazione.

-          Che notizie mi porta? – chiese immediatamente.
-          Nessuna, Maresciallo. Abbiamo provato a spingerci fino ad alcuni paesi nei dintorni. Oltre non potevamo andare, temevamo di incontrare i tedeschi –
-          Ne avete incontrati? –
-          No. Pare veramente che abbiano fatto le valigie in gran fretta. La gente dice che gli americani arriveranno a breve. –
-          La gente dice tante cose….. –
-          Non siete riusciti a contattare nessuna stazione dei carabinieri vicina? –
-          Nessuna, Maresciallo. In alcuni casi i tedeschi prima di partire hanno proceduto ad esecuzioni sommarie. –
-          Militari dell’Arma? –
-          Si, purtroppo. Insieme ai civili. –
-          E non hanno opposto resistenza? –
-          Forse ci hanno provato…..-
-          Brigadiere bisogna darsi il turno. Provare e riprovare a stabilire un contatto con Catanzaro. Bisogna chiedere istruzioni. –
-          Vuole che per stanotte resti io? –
-          Se la sente? Mia moglie Lina, Mario e Ninì non hanno mie notizie da ieri. Se dovessero esserci problemi….
-          Mando uno dei nostri ad avvertirla. – disse il brigadiere salutando.
Il Maresciallo Oddo prese il berretto e le chiavi di casa dalla scrivania, e dando un ultimo sguardo al telefono nella speranza che squillasse, voltò le spalle e uscì dalla porta.
Il brigadiere, prese, così, il suo posto e ricominciò a chiamare Catanzaro nella speranza di ottenere una risposta.
Quando per stanchezza, sprofondò sulla poltrona che ornava l’ufficio del Comandante di Stazione, dovette, imbarazzato, rialzarsi quasi subito.
-          Meno male che le avevo chiesto di non smettere di chiamare! – sentì dire.
-          Maresciallo! – disse,alzandosi.
-          Prenda le chiavi della campagnola e allerti gli altri due. Dobbiamo raggiungere subito la stazione ferroviaria del paese.
-          Che succede? –
-          Faccia in fretta. I Tedeschi scappando hanno lasciato vagone carico di coperte e generi alimentari. Bisogna andare a presidiarlo. –
-          Che significa…… -
-          Significa che quelli del paese lo hanno saputo e vi si stanno dirigendo! –
-          Dobbiamo impedirglielo? –
-          Anche a costo di rimetterci la pelle! Quel treno va tenuto in consegna finchè non ci sia ordinato cosa farne. Evitiamo sciacallaggi! –
-          Ma come faremo? Rischiamo il linciaggio! Siamo solo quattro! –
-          Abbiamo superato prove molto più dure, brigadiere….. –
-          Avverto gli altri e preparo il mezzo. Che Dio ce la mandi buona…..  –
Uscirono di lì a poco dalla caserma e si diressero veloci verso la stazione, dove già un nugolo di gente discuteva animatamente intorno al vagone merci.
-          Ecco i Carabinieri! – urlò qualcuno.
-          Il Maresciallo! Il Maresciallo! Bisogna dire a lui! – urlò un altro.
-          Questa roba è nostra! Apriamolo e dividiamo quello che c’è! – fece in tempo a dire un uomo di mezza età.
-          Questa roba non è di nessuno! Brigadiere faccia allontanare questa gente.  Voi due disponetevi vicino al vagone e non fate avvicinare nessuno! – urlò il Maresciallo Oddo.
-          Questa roba è nostra. L’abbiamo trovata noi! –
-          Questo vagone rimarrà chiuso e intatto perché è stato abbandonato da un esercito in fuga ed è proprietà dello Stato – rispose.
-          Quale Stato, Maresciallo?! Lo Stato non c’è più! – rispose, un giovane tra la folla.
-          Lo Stato c’è e lo rappresento io! – disse.
-          Maresciallo qui siamo solo noi e voi. Cosa vuole che gliene importi a Roma di questo vagone. Non sappiamo nemmeno se c’è ancora qualcuno a Roma! Dicono che anche il Re è scappato…. –
-          Io invece sono qui e ho indosso ancora la mia uniforme! – rispose Oddo, guardando il giovane che aveva parlato poco prima.
-          Maresciallo ma vuole tenere tutto per lei? – chiese, ridacchiando, l’uomo di mezza età.
-          Non darmi un buon pretesto per togliermela questa divisa! – rispose, afferrandolo per il bavero della camicia.
Intorno si fece silenzio. I due si guardarono negli occhi e poi il sottufficiale lasciò la presa.
-          Andiamo a casa! – disse uno sommerso dalla piccola folla.
A poco a poco, tutti i presenti, lentamente, iniziarono a disperdersi e a scomparire nel buio, ed i carabinieri rimasero soli davanti a quel vagone.
- Per un attimo ho temuto che volessero aggredirci! – disse il brigadiere.
- Non lo avrebbero fatto! E’ brava gente! – rispose.
- E adesso? –
- Adesso lei prenderà la campagnola e tornerà in caserma insieme a uno dei due, nel tentativo di contattare Catanzaro! Io e l’altro resteremo qui a fare la guardia. Domani ci darete il cambio. – rispose, indicando uno dei due Carabinieri.
- Ma quanto resisteremo? –
- Quello che serve in attesa degli americani! –
- E se non arrivano? –
- Brigadiere….se i tedeschi sono scappati un motivo ci sarà…non avranno certo avuto paura di me e di lei….-
- Che Dio ce la mandi buona….. –
- Fino ad ora non mi pare che abbia disatteso le nostre aspettative….-
- Lei ha sempre voglia di scherzare…. – disse il militare,congedandosi.
Passarono due notti e finalmente il dieci settembre gli americani comparvero a Soverato e per il brigadiere furono veramente una liberazione.
In quel caos senza regole, il coraggio di quel Maresciallo che aveva difeso e poi consegnato agli alleati quel vagone, parve meritorio di un premio: una bottiglia di raro e prezioso whiskey.
A Soverato, per molti anni ancora ricordarono gli eventi legati ad un vagone carico di tanta roba, che di racconto in racconto divenne tanta tanta, poi tantissima e infine incalcolabile. Ricordarono anche la fila davanti alla casa del Maresciallo Giuseppe Oddo, che per farsi perdonare dalla sua gente volle offrire ad ognuno un sorso del prezioso whiskey. Una fila che fu lunga, e di racconto in racconto divenne lunga lunga, poi lunghissima e infine incalcolabile.
Il brigadiere, alla notizia che l’intero paese era atteso a casa del Maresciallo, non poté fare a meno, anche stavolta, di dire: Che Dio ce la mandi buona……..
Il racconto è di Giuseppe Oddo ed è stato pubblicato sulla sezione on line del Corriere della Sera dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia.
La fonte sono i ricordi di Mario ed Antonietta Oddo, figli del maresciallo Oddo.
Il Maresciallo Oddo è stato una figura mitica nella storia di Soverato.

 FRANCO CERVADORO
 

   
   


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