SOVERATO WEB - HOME PAGE A SPASSO CON GELSOMINO

Rubrica disincantata di Filippo Apostoliti

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Navi che vengono e Navi che ritornano

  


…ad esempio, ieri mattina…

 Gelsomino viene svegliato dal fracasso di urla festanti. Alla finestra vede un corteo lunghissimo (di gente) che dai monti sovrastanti si allunga fino alla spiaggia più bella del suo paese.

- Che sarà successo?-

Pensa fra se. Ma l’attimo di riflessione è scavalcato dalla curiosità di andare a vedere, anche perché ieri ha visto tutti i manifesti ai muri e nulla ha letto che possa scatenare una così grande marea di gente. Insomma, si alza le braghe ed esce di corsa da casa.

Arrivato in spiaggia vede diverse comunelle di persone. Ci sono i nobili che commentano facendo a gara a chi sia più aristocratico nel commento. Accanto vi sono i gentiluomini, così gentili da nascondere il loro disprezzo per i nobili. Dietro stanno gli ignoranti, cioè quelli che credono di dover stare dietro ai nobili e ai gentiluomini, perché non sanno di essere uguali ai primi. Insomma, il povero Gelsomino non sa dove mettersi. L’unico spazio libero è vicino ad uno scoglio. Lo spazio c’è non perché lo scoglio sia pericoloso, ma perché lì si è posizionato uno strano figuro che ride a crepapelle, quasi da sembrare un pazzo. Alla fine si decide e si avvicina: la curiosità è troppo grande!

- Scusi.

- Eh?

- Ma che succede?

- Eh!Eh! Sono venuti tutti a vedere.

- Cosa?

- Le navi che passano.

- E quando passano? E dove vanno?

- Fra qualche minuto saranno davanti a noi.

- Pirati, vero? Con le bandiere con le ossa e le spade sguainate…

- Ma che dici?

- Giusto! Se sono tante allora faranno parte di una flotta che parte per qualche avventura…

- Pressappoco.

- Solcheranno mari alla ricerca di pesci strani o spiagge mai viste o vorranno arrivare alla fine del

  mondo…

- No. Vanno in guerra!... Eccole lì!

Dinanzi alla spiaggia solcano le onde le maestose navi di un paese lontano che va alla guerra contro un paese alla fine del mondo. Perché i due paesi litigano? Perché si sentono così vicini da respirare aria di minaccia l’un l’altro.

Tutti fanno foto e si rallegrano per la bella giornata che ha permesso di scattare foto meravigliose. Intanto i nostri continuano la chiacchierata.

- E chi le ha mandate in guerra?

- Il capo è un Nobel della pace, a quanto ne so.

- E va in guerra?

- Cretino! Un Nobel della pace si intenderà di guerra, no? Se la fa avrà i suoi motivi. Chi siamo noi

  per sapere. Infatti, le navi sono colorate di grigio, se fossero dipinte di nero farebbero più paura,

  così invece spaventano senza atterrire! Ingegnoso, eh?

- E quelle dietro, allora? Son diverse. Le inseguono?

- Dici quelle tra il bianco e il grigio?

- Proprio quelle. Sono due!

- Sono italiane e seguono le navi grigie in battaglia, ma per portare la pace.

La folla comincia a salutare e i marinai sulle navi rispondono come l’addio ad una festa.

- Noi andiamo in pace?

- Certo.

- Sai che dico? Che sono fiero del mio paese, che rifiuta la guerra, l’odio, le armi, la violenza…

- Guarda che appoggiamo la guerra, ma siccome siamo più lenti e sicuramente arriveremo dopo la 

  fine della guerra, tanto vale essere per la pace…chiaro?

- Non tanto.

- Dai muoviamoci che è l’ora!

Gelsomino viene strattonato dallo strano personaggio, ma non fa resistenza perché ha già notato che molti si stanno spostando verso l’altra spiaggia del paese.

- Dove andiamo?

- Lì in fondo.

Gelsomino si ricorda allora che più di un anno fa sugli scogli si è incagliata una nave grossa e brutta.

- Mi ricordo di quella nave.

- Bravo. Oggi la sollevano.

- Come fanno?

- Hanno visto un fumetto in cui Paperino usa le palline da golf per sollevare una barca. Il sistema è lo stesso.

La folla si accalca all’improvviso e questa volta le parti sono invertite. Gli ignoranti stanno avanti per ripicca, mentre i nobili e i gentiluomini stanno dietro facendo finta di curarsi poco dell’intera faccenda. Anche Gelsomino viene spinto in avanti.

- Accidenti, state attenti, mi fate male!

- Lasciali stare.

- Ma così rischio la pelle.

- No, vogliono solo essere i primi ad applaudire.

- Cosa?

- Shhh! Ascolta!

Attorno si fa silenzio.

Il capo dei capi dei super capi italiani ha in mano una manovella con tasto rosso. Ad un tratto alza il braccio e schiaccia il bottone. Pian pianino la nave si gira e si rialza e dopo poco è in equilibrio sulle onde del mare. Un applauso segue. Il nostro figuro fa cenno a Gelsomino, che allora si incuriosisce ancor di più. Il capo abbassa la mano e comincia a parlare.

- Oggi è un giorno trionfale per me, per voi che non lo sapete  e gli ignoranti fanno cenno che non lo sanno) e per tutta l’Italia (e i nobili e i gentiluomini mostrano di saperlo) e per il mondo intero. Una nave è stata restituita al mare e sta in equilibrio e di questi tempi non è cosa da poco. E, siccome c’è la crisi, la potremo smantellare e dare lavoro a 1500 persone… capite?!

Tutti applaudono ancora più forte. Poi abbandonano il capo per fare le foto dinanzi alla nave.

Gelsomino si volta e vede il suo amico che ride ancora più forte. Si avvicina e gli chiede cosa ci trovi di bello.

- Lo devo dire. Non capisco perché ride. Qui sembra una festa, con applausi e foto ma nessuno ricorda le trenta vittime di quell’orribile mostro. Credevo che lei fosse diverso, fosse più umano!

- Rido perché adesso potrò abbracciare mio figlio, che era rimasto lì sotto!

Gelsomino si vergogna di quello che ha detto, lo abbraccia e se ne torna a casa.

Non ha più voglia di parlare. Ha visto gente salutare delle navi che portano la morte in giro per il mondo e gente applaudire ad una nave che si rimette in piedi e solo una persona ridere in tutta la giornata. L’unica che forse avrebbe avuto tutti i motivi per piangere.

 

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NUMERO 01: Il mio amico sul trullo

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