Rubrica di Opinioni di Francesco Raspa

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D'Amato come Zapatero

  


Il mare e la spiaggia di Soverato fanno da sfondo, come è naturale, a molti manifesti elettorali dei candidati all’attuale competizione politica. Così anche quello del candidato a sindaco Antonio Vania D’Amato,  per la lista: “Amo Soverato”. A dire il vero mi è sembrato di vederne più d’uno che lo riguardano per cui prenderò in considerazione quello più grande, che si trova sui camioncini pubblicitari.

Il manifesto si compone di pochi elementi, tutti molto netti. Il mare azzurro, il volto del candidato. La figura della Calabria, anch’essa di azzurro e poi, come nascessero dal mare, tre fasce tricolore ed il simbolo della lista. Proprio quest’ultima immagine mi ha incuriosito e mi ha dato lo spunto all’analisi.

Il simbolo, che sembra proiettato verso l’alto da queste strisce che richiamano i colori della bandiera italiana, ha evocato in me il vecchio emblema socialista del “Sole nascente”. Da sola, questa immagine, ha molti aspetti simbolici: la rinascita della città sotto il segno di questa, possibile, nuova amministrazione, proiettata in alto dai valori dell’unità nazionale rappresentati dalle strisce verdi, bianche e rosse che, di fatto, nascono dall’azzurro del mare. Volendo, si potrebbero persino evocare le scie che lasciano al loro passaggio le frecce tricolori dell’aviazione italiana. Una immagine forte e rassicurante. Come quella del viso dell’architetto D’Amato, forse fin troppo grande nell’economia degli spazi del manifesto, ma che con quel sorriso e lo sguardo accattivante sembrano indicare un senso di serena visione della vita.

Non ci sono slogan, ma solo il richiamo al fatto di essere candidato sindaco, come d’altronde in quello dell’ing. Taverniti. Una scelta, evidentemente, volutamente austera.

Questo “Sole nascente” dà l’idea di qualcosa di nuovo che debba in qualche modo “illuminare” la città. Quasi ad aprire un “nuovo corso”.

Tutto ciò mi ha fatto pensare al nuovo corso iniziato in Spagna nell’Aprile del 2004, quando al governo arrivò Josè Luis Rodriguez Zapatero. Una somiglianza di “sorrisi” e, suppongo, di intenzioni.

N.B. Vale la pena precisare che non sto facendo la campagna elettorale a nessuno. Mi limito a interpretare i messaggi presenti nei manifesti elettorali secondo le possibili intenzioni dei loro creatori o fruitori. E’ conseguente che le interpretazioni siano positive perché nessun candidato sarebbe così sciocco da proporre intenzioni negative.

 Francesco Raspa

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