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Perché in Calabria persistono e avvengono tante cose strane e per alcuni aspetti incomprensibili?

Ndrangheta, appalti, subappalti e sub dei subappalti, frodi allo Stato; denaro pubblico sprecato in centinaia di opere abbandonate al degrado e che non hanno mai prodotto un centesimo di reddito e un posto di lavoro. Aziende che operano per la Regione e che spesso sono al collasso economico, pur vantando milioni di euro di crediti dalla Regione; aziende che dichiarano che non parteciperanno mai più a un appalto in Calabria, vedi l’ultimo caso della Società Italiana per condotte d’acqua SpA – azienda che sta portando al termine alcuni lotti dell’autostrada SA – RC -, in quanto, secondo quanto dalla stessa dichiarato, “è stata lasciata troppo sola dalle istituzioni”. Deficit della sanità che galoppa a fior di milioni di euro; incarichi di sottogoverno pagati a peso d’oro; finanziamenti della legge 488 spesso spariti nel nulla; carrozzoni pubblici che nascono macinano milioni di euro e poi spariscono nel nulla (vedi Consorzio Telcal e Crai). Altri ancora che nascono con soldi pubblici (vedi Sorical) – azienda che gestisce il patrimonio delle acque calabresi -, dove la regione detiene il 53%, ma, comandano i privati. Insomma, l’elenco potrebbe continuare all’infinito! La domanda da farci è: dov’è il punto zero che fa nascere tutte queste malefatte?

A mio avviso, il primo è da individuare in un’arretratezza culturale tutta calabrese, di un modo di fare, agire e comportarsi che non ha eguali nel resto d’Italia. Raccontato molto bene dal viaggiatore Inglese Norman Douglas in “Vecchia Calabria”, tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900, e che sembra un libro scritto ieri. Il secondo, è quello che afferma il Prof. Franco Piperno. “E’ un partito trasversale – di destra e di sinistra – che esiste da quando arrivarono i Piemontesi e che vive di finanziamenti centrali e trova nella gestione di queste grandi risorse la legittimità del potere, creando consenso, chi gestisce queste finanze ha tutto l’interesse a tenere il sud nell’arretratezza: fino a che sarà considerata una regione da modernizzare sarà la gallina delle uova d’oro, una litania che va avanti da 150 anni”. E’ proprio così, purtroppo! Facendo un piccolo excursus indietro negli anni ma, partendo solo dal dopoguerra, ci rendiamo conto che in effetti, sia N. Douglas per alcuni aspetti, sia il Prof. F. Piperno per altri, non possiamo dedurre che, effettivamente è così. Scarsissimo è stato il contributo dai calabresi alla resistenza durante la seconda guerra mondiale. Subito dopo, nacque la Cassa del Mezzogiorno che, per la verità, nei primi anni ebbe un ruolo propulsivo realizzando molte opere ancora oggi utili. Poi quando in seguito mise mani la politica nelle spartizioni del comando iniziò il suo declino inesorabile. Iniziò così il grande spreco di denaro pubblico. Abolita la Cassa del Mezzogiorno, nasce Sviluppo Italia: peggio che andar di notte! Altro carrozzone cha ha macinato altri soldi. Oltre alle leggi già citate 488, (finanziamenti agevolati) arrivano i Patti Territoriali, e nel 2000, iniziano a famosi FAS (fondi strutturali comunitari) destinati dall’Europa alle regioni cosiddette sottosviluppate (obiettivo uno). Essi continueranno fino al 2013, e dopo? Tranquilli! Ci ha già pensato il Ministro Tremonti, con l’istituzione della banca del mezzogiorno, che non vedremo mai uno sportello in giro, ma, è solo un istituto di credito del governo. Lo stesso Tremonti, ci tiene a rilevare che non sarà l’ennesimo carrozzone di sottogoverno: ci dobbiamo credere? Da circa sessanta anni questa regione ha avuto montagne di flussi di soldi, per la maggior parte finiti nel nulla, che invece, avrebbero potuto portarla a essere competitiva sotto tutti gli aspetti e da fare invidia a qualunque regione del nord d’Europa, sia sotto l’aspetto economico sia sociale e culturale. Invece, ci ritroviamo ogni giorno ultimi in tutte le graduatorie Italiane ed Europee. Perché? E ritorniamo alla domanda iniziale. E’ forse per i motivi già citati, sia quelli di N. Douglas sia quelli di F. Piperno? E allora, perché meravigliarsi più di tanto quando la Lega Nord attacca il sud anche attraverso riforme federaliste? O abbiamo dimenticato che la Lega e nata proprio in contrapposizione agli sprechi del sud? Ora, dobbiamo chiederci: qual è l’esatta intenzione di chi parla di lega o partito del sud? È quella di garantirsi forse la torta di potere, o è quella di spazzare via radicalmente questo modo di fare e gestire la cosa pubblica? E aggiungo; qual è il messaggio che lancia il Presidente della Giunta calabrese On. Loiero quando afferma che: “Senza di me non si vince”. Nel 2005, il 65% circa di noi calabresi si era fidato di una sua affermazione che sembrasse racchiudere tutto il programma elettorale, “ rivolteremo la Calabria come un calzino”. Oggi, non posso che aggiungermi al coro di chi giustamente domanda: Vincere per fare cosa? Per chiudere, non posso che condividere e citare altre considerazioni del Prof. F. Piperno: I meridionali ovviamente hanno una responsabilità di tutto questo che si esprima nel lamento continuo. E’ dall’insorgenza delle comunità rurali del sud che credo possa venire fuori un altro ceto politico. Mentre conviene sviluppare le diversità dei “valori d’uso” quotidiani e ritrovare così la dignità del mezzogiorno. Stiamo bene così, non vogliamo soldi. Si tratta di gestirli in maniera diversa ma non di chiederne altri. Aboliamo i FAS. Mi permetto di aggiungere una ciliegina sulla torta, per dare il senso concreto al ragionamento finora fatto. Con riferimento al riassetto della sanità calabrese, e del famoso piano di rientro dall’enorme deficit. Anziché dichiarare concretamente quanti e quali ospedali si devono chiudere, e quanti altri carrozzoni bisogna dismettere, si è pensato bene con la legge n.1/2009, togliere al Policlinico T. Campanella di Catanzaro l’autonomia gestionale e direzionale, ed entro il 31 dicembre se non avrà l’accreditamento da parte della regione stessa, sarà fatto confluire nell’azienda universitaria Mater Domini. Sarà la fine dell’unico vero centro di eccellenza sanitaria con l’E maiuscola esistente in Calabria, e non sarà più centro di ricerca. Sempre dopo aver speso fior di milioni di euro pubblici, (circa cinquanta milioni di euro all’anno). Un bel pasticcio comunque a suo tempo istituito dalla stessa regione che oggi si auto smentisce. 

Soverato
Fausto Pettinato

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