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Interrotta bruscamente la ricerca archeologica a Isca sullo Ionio

   


Il piccolo centro del basso Ionio catanzarese, nel corso di ben quattro campagne di scavo archeologico molto produttive - 2006/2009 – condotte grazie al sacrificio dei volontari del Gruppo Archeologico “Paolo Orsi” di Soverato, e al precedente ed apprezzato sostegno economico del Comune, ha restituito alla luce una porzione di VILLA ROMANA con tracce di “torcularia” (torchi per la pigiatura dell’uva, rari in Calabria).

La scoperta, di non poca importanza, ha reso noto il sito di Isca sia al mondo scientifico che all’ambiente universitario.

Anche lo scorso 30 maggio, in occasione di un incontro organizzato dai Lions di Soverato, il Sindaco Mirarchi si era impegnato “pubblicamente” a sostenere la quinta campagna di scavo, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologica. Tale promessa era stata accolta e sottolineata da un fragoroso applauso, chiara dimostrazione del consenso cittadino.

Fino a due settimane or sono, per il nostro sindaco, non vi erano incertezze: in primo luogo avrebbe tentato di ottenere un finanziamento dalla Regione, nello specifico dall’’Assessorato ai Beni Culturali, nella persona del Dott. Caligiuri e, successivamente, benché in forma ridotta, l’Amministrazione Comunale avrebbe continuato a farsi carico delle spese necessarie. Intendiamoci, parliamo di spese vive: l’onorario dell’Archeologo e del Rilevatore, il costo dell’escavatore (lo strato archeologico inizia a 150 cm sotto terra), i teli per ombreggiare e per la copertura del sito a scavo concluso. Il lavoro dei “volontari” è, come sempre, gratuito.

Invece.... .... ....

Dov’è finita oggi la nota sensibilità dell’Amministrazione Comunale di Isca e del Sindaco Mirarchi sui beni culturali?

Quattro anni di sacrifici inutili e sette mesi di vergognosi raggiri, per arrivare, a sole due settimane dall’inizio della quinta campagna, a dover interrompere lo scavo, vanificando così tutto l’iter burocratico ed i preparativi, iniziati già lo scorso gennaio, necessari alla prossima stagione di indagini, che sarebbe dovuta partire il prossimo 16 agosto.

E’ ciò che accade nel territorio iscano, dove i volontari dedicano le proprie energie, il proprio tempo ed anche il proprio denaro per salvare un Bene Pubblico.

Sulla base dei consueti impegni verbali, l’evento era stato preventivamente divulgato su tutti i media disponibili (Siti Internet, Facebook, CSV di Catanzaro, Gruppi Archeologici d’Italia, ecc.), al fine di reclutare un buon numero di partecipanti e consentire ai lavori di procedere speditamente; così come erano state prodotte tutte le certificazioni necessarie (progetti, richieste di autorizzazioni, relazioni, domande, ecc.).

Appena due settimane fa, in previsione della visita della dott.ssa Iannelli, Ispettore di zona della Soprintendenza Archeologica, i volontari del Gruppo Archeologico “Paolo Orsi” si erano attivati per pulire il sito che, nel corso dell’inverno, si era già trasformato in un immondezzaio: dall’area archeologica erano state rimosse reti di cantiere ridotte a brandelli e rifiuti di ogni genere, per predisporla al nuovo scavo.

Per non parlare del fatto che, molti dei partecipanti, avevano già prenotato viaggio e soggiorno. Quest’anno, infatti, la formula per l’ospitalità prevedeva l’alloggio presso un B&B di Isca, ed il vitto presso la locale pizzeria “Il Portico”, contribuendo così a creare un indotto economico anche nel piccolo centro costiero.

Gli studenti, provenienti anche da altre regioni, avevano scelto Isca per maturare un’esperienza utile al conseguimento di Crediti Formativi Universitari, mentre molti volontari convinti ed entusiasti, che “scavano” per autentica passione, avrebbero donato la loro collaborazione alla ricerca e alla tutela. Essere volontari, ed offrire gratuitamente il proprio contributo per “salvare” brandelli di storia - quelli che, faticosamente, si riesce a strappare alla cementificazione selvaggia - merita apprezzamento, gratitudine e rispetto, non certo il trattamento che l’Amministrazione sta riservando loro.

E’ evidente come tale politica sia indirizzata a scoraggiare coloro che si adoperano, senza fini di lucro o altri interessi personali, a tutelare le ormai poche risorse culturali rimaste nella nostra Regione. Meglio sarebbe stata una “salutare e innocua” sagra da far passare puntualmente come “momento culturale”, sicuramente molto più ”comodo”.

La “cultura scomoda” invece, proprio in quanto tale, va umiliata e seppellita, togliendole finanziamenti e ponendo mille ostacoli sul percorso di chi si adopera per sostenerla. 

Chiediamo, quindi, in nome di quale senso civico, tutela, legalità, e sulla base di quali motivazioni, il Sindaco Pier Francesco Mirarchi, a sole due settimane dall’inizio della nuova campagna di scavo, voglia interrompere la continuità di un lavoro già avviato, in pieno accordo con Lui e con la Soprintendeza Archeologica, negando, di fatto, il proseguire delle indagini.

Chiediamo altresì, all’Assessore Mario Caligiuri, come sia possibile che, citando sue testuali parole, “la Regione non può finanziare campagne di scavo”, nonostante le precedenti  e formali promesse.

Esiste, forse, una categoria preferenziale di “attività culturali” da finanziare in luogo di altre? A cosa sono destinati i contributi regionali?

Non ci resta che quantificare i danni causati:

  • alla collettività, perché il  bene archeologico è patrimonio comune;
  • alla ricerca, per la mancata acquisizione di dati scientifici;
  • allo Stato, per la mancata tutela di una nuova area d’interesse archeologico;
  • ai volontari del Gruppo Archeologico, per aver vanificato tutto il lavoro preparatorio che sta dietro alla seria organizzazione di una campagna di scavo, per aver speso inutilmente somme per biglietti ferroviari e quote associative;
  • all’immagine stessa del Gruppo Archeologico “Paolo Orsi”, che aveva già pubblicizzato e preso impegni formali per la suddetta campagna;
  • alle manovalanze di Isca, (come lo stesso escavatorista, che avrebbe rimosso l’enorme strato di terreno alluvionale depositatosi sopra quello archeologico);
  • a tutti gli esercizi commerciali e strutture ricettive di Isca (B&b e trattorie), che avrebbero ospitato i volontari provenienti da altre regioni per la durata di due settimane, proprio nel periodo in cui la grande affluenza della prima quindicina di agosto è completamente scemata.

Ci chiediamo anche come sarà possibile, in futuro, dare credito ad un’Amministrazione che si sia “distinta” per una tale azione fallimentare, e cosa ne sarà di un’area purtroppo indagata solo parzialmente.

Per evitare che si realizzi la solita “vergogna sotto gli occhi di tutti”, sarebbe bene che, alla luce di quanto detto, si mantengano gli impegni presi.

E’ arrivato il momento che l’Amministrazione Comunale di Isca dimostri quanto abbia a cuore i Beni Culturali, quale sia la Sua volontà politica in merito, quanto sia realmente sensibile alla “Cultura” finalizzata non solo al mero raccoglimento di consensi momentanei, ma al rispetto delle persone e della storia.

Perché non trovare una soluzione intelligente e civile, che consenta, come altrove succede, di organizzarsi con i giusti tempi senza il timore del catastrofico “ultimo momento”?

Chiediamo a tutti gli uomini di cultura, sia di Isca che dell’intera Provincia, di intervenire, facendo pressione sul Sindaco per non disperdere un patrimonio ormai acquisito, ricordando la già grave perdita di una buona parte della villa (con annesso impianto termale) avvenuta negli anni passati.

Chiediamo, inoltre, al nuovo Assessore Regionale alla Cultura, Dott. Mario Caligiuri, di intervenire immediatamente perché, almeno per una volta, il termine “Magna Grecia“ non venga associato soltanto ai nomi di manifestazioni culturali “comode”, a parchi commerciali, supermercati, ecc.

Per citare il grande archeologo Paolo Orsi, “La Calabria è, e rimane, la terra delle grandi sorprese…. Questa povera e negletta terra bisogna sinceramente amarla e comprenderla, bisogna circondarla di amorosa passione per strappare all’oblio i resti del suo patrimonio archeologico ed artistico, eloquenti testimoni del suo passato”.

I nostri uomini politici, a quanto pare, non la amano, la usano.

 Angela Maida
 Direttore del Gruppo Archeologico “P. Orsi”.

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