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Michelino, l’Ambasciatore di Soverato

   
Caro Michelino, non riesco a pensare di non incontrarti più per strada e sentirmi chiamare “ Pepparèèè ” col nome di mio padre, all’uso antico, e hai voglia a dirti che io mi chiamavo come te…

Ma di Michelino a Soverato ce n’era uno solo, e tu non avevi certo bisogno di un cognome per essere riconosciuto.

Perché Michelino era internazionale, era una vera star.

Eri nel mito, come Totò a Napoli, sempre allegro come una maschera di carnevale buona per tutto l’anno.

Mi ricordavi quel tale Scognamiglio della barzelletta, che vivendo sempre tra la gente conosceva papi e capi di Stato, e tutti lo conoscevano: una domenica mattina l’Avvocato Agnelli, mentre era in piazza San Pietro ad ascoltare la messa del Papa, si sente chiedere da un tizio che non l’aveva neanche riconosciuto: “Buon uomo, mi sa dire chi è quell’omino lassù vestito di bianco, affacciato alla finestra accanto a Scognamiglio?”

Ecco, tu eri una specie di Scognamiglio, eri Michelino, l’Ambasciatore di Soverato, il nostro portabandiera, il soveratano più famoso nel mondo e anche quello più amato, e ora io non potrò più offrirti quei bei gelati di cui eri così ghiotto, per sentirti con la tua favella inconfondibile parlare della Soverato che fu.

Eri sempre presente dappertutto, come la goccia che buca la roccia: ti rivedo in una vecchia foto del matrimonio dei miei genitori, ci sei tu sullo sfondo nella tua mitica posa con le mani sui fianchi; mezzo secolo dopo ricompari, tu bellissimo travestito da Cappuccetto Rosso, in una foto del Carnevale di un paio d’anni fa.

Eh sì, caro Michelino, che tu lo voglia o no, sei un pezzo di storia di Soverato, e ora entri nella leggenda.

Meriteresti ben più di una tribuna d’onore, meriteresti una via o una piazza della Soverato di cui sei un figlio prediletto, perché è giusto che, tra tanti illustri di quart’ordine, anche i posteri sappiano chi era Michelino da Soverato: un’anima candida, un uomo buono e semplice dallo sguardo dolce e disarmante.

Ma in ogni caso, tu continuerai comunque a vivere nei cuori della gente che ti ha sempre voluto bene e che ti coccolava come un bambino.

Ciao Michelino mio, mi mancherai.

 Michele Repice Lentini
 

   
   


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