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Soverato - Stagione balneare 1901

   


 Il Sindaco sottoscritto

Letto l’articolo 151 della Legge Com.le e Prov.le 4 maggio 1898, n. 164

Ordina

 Gl’imprenditori di stabilimenti sul mare dovranno darne avviso al Sindaco entro la prima quindicina del corrente mese, uniformandosi a le seguenti prescrizioni:

  1. Gli stabilimenti saranno costruiti nelle località destinate da l’Amministrazione Comunale, con decenza, solidezza e comodità, curando che quelli per gli uomini siano a conveniente distanza da quelli per le donne. Gli uomini e le donne devono indossare il costumino da bagno e coloro che intendono poi bagnarsi fuori gli stabilimenti devono tenersi ad una distanza non inferiore a duecento metri da le baracche estreme.
  2. Le baracche riserbate e le private dovranno costruirsi separatamente da quelle per il pubblico e portare tutte le indicazioni dell’uso a cui sono destinate.
  3. Gli stabilimenti saranno aperti al pubblico da l’alba all’imbrunire; poscia saranno chiusi a chiave.
  4. Il personale addetto al servizio balneare dovrà essere decentemente vestito; gli uomini non potranno adibirsi ai camerini delle donne e viceversa. Gl’imprenditori risponderanno delle persone addette a l’esercizio e delle cose affidate alla loro custodia. Essi dovranno tenere dei salvagente di sughero e un battello.
  5. Prima che gli stabilimenti siano aperti al pubblico, dovranno essere visitati da l’Amministrazione Comunale, la quale verificherà se siano costruiti con perfetta regola e presentino tutte le richieste garanzie.
  6. I contravventori della presente ordinanza saranno puniti con pene di polizia, a norma di legge, e deferiti all’Autorità giudiziaria. Le guardie municipali eserciteranno speciale vigilanza su gli stabilimenti e cureranno l’esecuzione della presente.

Soverato, 9 gennaio 1901         Il Sindaco, Alcaro Antonio


 Qualche considerazione. Il testo dell’ordinanza è solo una minuta; presenta, infatti, alcune cancellazioni e modificazioni. Trascrivo qui quanto appare definitivo, rispettando la grafia dell’epoca.

 Centodieci anni fa Soverato aveva già una rigogliosa attività balneare. Essa era destinata soprattutto alle famiglie del ceto medio ricco, moderno e di larga mentalità, composto di grandi commercianti, imprenditori, artigiani, professionisti, e ai loro parenti e amici del comprensorio e di Catanzaro. I più cospicui possedevano baracche private; altri si servivano, come facciamo oggi, di baracche in affitto.

 I “camerini” di uomini e donne dovevano essere separati. Una volta messisi in costume, i bagni non appaiono così castigati. Chi non va in uno stabilimento, deve tenersi a duecento metri: mica tanto!

 Quali erano allora i lidi dei bagni? Certo il San Domenico, che vanta a buon diritto la data del 1887; e il lido di Aurora Colcitti. Speriamo di trovare traccia anche degli altri.

Tonino Fiorita
 

   
   


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