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 Amministrative Soverato - Intervento di Alfonso Squillacioti

   


Sono costretto ad intervenire sul confronto tra i quattro candidati a Sindaco nella Città di Soverato svoltosi in data 11 maggio u.s. non solo perché più volte “tirato in ballo” da quasi tutti i candidati, sotto il profilo professionale, ma per fare chiarezza su talune insinuazioni di comodo che mi vedrebbero intento a tirare le fila della lista "Amo Soverato". Aspetti, questi, che discendono direttamente dallo squallore  intellettuale e dall’assenza di qualsivoglia spessore politico di gran parte dei soggetti a confronto.

Ieri sera sembrava di assistere ad un raduno di “comari” che, con acidità e cafonaggine, si beccavano su argomenti scelti a caso. Il confronto, si fa per dire, iniziava con uno scambio di accuse di scorrettezza nelle attività di attacchinaggio (argomento nobile e particolarmente caro agli elettori !) per finire con un invito alla “volemosi bene”  e chiudere il tutto intorno ad un piatto di spaghetti alla carbonara.

Durante il confronto si è discettato di tutto e di più. Di una cosa si è taciuto: dei problemi di Soverato e delle proposte di soluzione  in un quadro  concimato dalla politica; scevro, dunque, di personalismi, di risposte stizzite e sconvenienti, di comportamenti che, improntati ad un falso rigore morale da far ridere i polli, vorrebbero sollevare una questione morale, tutta inventata, consapevolmente inventata, che riguarderebbe la gestione della stesura del PSC (Piano Strutturale Comunale) da parte mia. Ciò in mia assenza e per attaccare miserevolmente il candidato a sindaco D'Amato.

Nell’esposizione “politica” dell’ Antonello non è sfuggita quella dose di saccenteria spocchiosa che lo spinge a discettare di materie di cui non conosce i fondamenti. Poveretto! E’ triste vederlo sguazzare in acque improprie, quelle della materia Urbanistica. Confonde gli strumenti attuativi di un progetto urbanistico generale con le varianti a quest’ultimo. Altro che sfondare il muro. Questi sbatte continuamente la testa contro. Nè è dato conoscere il suo orientamento privo, quale è, di una bussola. O forse si, il qualunquismo.

Ma veniamo alle ciance del Taverniti. Cincischia di politica, ma è  pronto a gettare fango su tutti specie se assenti (evviva la correttezza) pur di far valere ragioni che gli mancano.

Sul PSC racconta di essere il progettista quando vuole enfatizzare le sue dimissioni dall'incarico (prova provata della sua correttezza (sic!)). Individua me quale unico progettista, allorquando, privo di argomenti politico programmatici da esporre nel confronto con D'Amato, insinua l'esistenza di  una sorta di "cricca" nella gestione del PSC. Il Taverniti è sicuramente libero di dire quello che gli pare. Rivolgendosi agli elettori dovrebbe avere quantomeno la decenza di esporre fatti e di evitare di condirli con fesserie e menzogne. Sulle vicende del PSC tutti sanno come stanno le cose ,  a parte Bartolotti che si rifiuta di capirle anche quando trova qualcuno che ha la pazienza di spiegargliele. Oltre un anno fa veniva  incaricata della stesura del PSC l'Associazione Temporanea di Professionisti formata da me, capogruppo, dall'ing. Taverniti, e da altri Il gruppo di lavoro a tutt'oggi si è occupato solo ed esclusivamente di rendere esaustivo il quadro conoscitivo del territorio comunale di Soverato.

Al lavoro ha partecipato, seppur a singhiozzi, l'ing. Taverniti.

Non sappiamo se questi abbia fatto promesse a chicchessia, o si sia prestato a qualche operazione di bassa speculazione sul territorio. Personalmente mi rifiuto di crederlo. L'ing. Taverniti pare invece di avviso contrario nei miei riguardi, giacché ipotizza sulla gestione del PSC l'esistenza di una questione morale. Lo sfido ad esplicitarla nei suoi contenuti e da buon cittadino di riferirne pubblicamente i dettagli. So che il nostro ciancia. Parla del nulla. Abbaia alla luna. Tipico di chi assurge al ruolo di protagonista non seguendo un percorso politico coerente, affidato alla militanza quotidiana, alla partecipazione attiva, ma per volontà di altri, nell'accettazione di una sorta di filosofia da Consorteria in cui  i soggetti inseguono il fine ultimo del proprio "particulare". Attacca l'Amministrazione sostenuta da PDL e UDC le stesse forze che oggi lo hanno candidato a Sindaco nonostante quella maggioranza  lo abbia voluto per ben due anni Dirigente dell'area tecnica del Comune di Soverato. La cosa è finita male!. Come tutti sanno, l'ing. Taverniti ha sbattuto la porta affidando le sue ragioni ad un lettera dalla forma così ermetica- omertosa da sembrare un "pizzino".

E' di tutta evidenza che la partecipazione alla  politica, laddove la si voglia svolgere quale servizio alla collettività, vada improntata ai valori della trasparenza, della lealtà, della onestà e dell'affidabilità. Il possesso di tali valori guida l'uomo al rispetto delle persone. Che dire di un individuo che ricorre con superficialità e squallore, abusando del mezzo televisivo e nell'assenza degli interlocutori, ad intorbidire il confronto tra le idee ricorrendo alla introduzione di carognate?

Di solito chi svia il confronto civile lo fa sia per mancanza di argomenti sia per la consapevolezza di trovarsi in una situazione da perdente.

Ci troviamo di fronte ad un individuo che ubbidisce ai suoi padrini politici ed assolutamente incapace di un agire autonomo.

 Alfonso Squillacioti
 

   
   


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