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Buon San Valentino a tutti i giovani

   
Li hanno definiti “bamboccioni”, mammoni , assolutamente privi di valori e ideali; si sono sprecate le analisi sociologiche e psicologiche sui giovani d’oggi che rappresenterebbero una sorta di decadenza di quelli di ieri, una specie di negazione del concetto stesso di gioventù. Credo che dietro le analisi più severe si celi una profonda nostalgia e una grande invidia nei confronti di coloro che vivono l’ età più bella; credo si celi il rimpianto di tutti gli adulti più accigliati per ciò che non hanno potuto o saputo vivere; credo si celi la rabbia di quella generazione di ex sessantottini che hanno sempre rimproverato a tutti coloro che son stati giovani dopo di loro, pochezza intellettuale, superficialità e mancanza di ideali; una rabbia che nasce dalla intima presa d’ atto che quella loro stagione straordinaria e inquietante nel contempo, abbia prodotto ben poco rispetto a tutte le attese e le speranze che avevano messo in campo e che tutto ciò sia soprattutto colpa proprio degli stessi autori di quella “ rivoluzione” che hanno poi ripiegato verso l’ accettazione meno nobile dei compromessi che governano una società, verso una politica dai toni bassi o verso il successo e il carrierismo senza mai inscenare virulente proteste contro il consumismo, l’ individualismo e l’ egotismo imperanti. Credo che invece, la generazione pre - sessantottina, quella dei nostri padri, quella cresciuta nel dopoguerra, pecchi di ingenuità quando emette giudizi trancianti sui giovani d’ oggi sottolineando la loro irresponsabilità, la loro immaturità e la loro scarsa propensione al sacrificio e al rispetto dei valori tradizionali; credo che nell’ emettere i loro giudizi istituiscano sempre e comunque un paragone fra i giovani d’ oggi e la loro gioventù , senza tener conto che il paragone stesso è improponibile, quasi surreale, poiché il contesto sociale è radicalmente mutato, così come la griglia dei valori e quella dei bisogni e credo che dietro i loro severissimi giudizi si celi anche l’ invidia per tutte le libertà e tutti gli agi di cui i giovani d’ oggi possono godere e che loro non potevano neanche immaginare. I giovani d’ oggi sono figli e nipoti delle generazioni che li giudicano sprezzantemente, senza rendersi conto che sono state loro a formarli; i giovani d’ oggi sono figli del loro tempo e vivono tutto ciò che mette loro a disposizione, ma sono sempre e comunque giovani e non possono non essere quasi geneticamente irresponsabili, allegramente incoscienti, esplosivamente istintivi, languidamente passionali e spontaneamente goliardici, come lo siamo stati un po’ tutti da giovani; un po’ conformisti, tutti con le stesse scarpe da tennis, le felpe da cappuccini, i jeans sdruciti e bassi in vita o asfitticamente attillati; conformisti come un po’ lo siamo stati tutti da giovani, lo eravamo negli anni ottanta quando volevamo essere “ paninari” con fibbie che entreranno nei musei dell’ orrido e pantaloni corti con calzino in evidenza che sembrano stiano per tornare di moda in una sorta di revival del cattivo gusto che trasuda anche dalle foto d’ epoca che non in pochi tendiamo a nascondere; conformisti come lo erano i sessantottini con i loro jeans a zampa e le camice dai colori sgargianti, con i loro stivaletti imbarazzanti, le barbe folte e i capelli arruffati, sempre e comunque suscitanti un ‘ idea molto approssimativa di igiene ; lo erano i nostri nonni con i loro vestiti grigi e i loro capelli intrisi di brillantina con la “scrimazza” che li ha sempre condannati a sembrare o uomini in miniatura o bambini troppo adulti, mai veramente ragazzi. I giovani d’ oggi sono un po’ come i giovani di sempre, hanno le stesse paure , le stese ansie, le stesse fragilità di quelli ieri: la paura del futuro, la voglie a di riuscire, il timore di non farcela, la preoccupazione di deludere quanti stanno loro vicini… ed hanno quella soave ingenuità, quella leggiadra spensieratezza che emerge ancor di più quando si approssima la festa, come in questi giorni in cui li si poteva guadare mentre si affaccendavano intorno al programma da elaborare per San Valentino, al regalo da fare, ai fiori da recapitare, al bigliettino da scrivere, al ristorante da prenotare, cercando sempre e comunque di fare i conti con i quattro soldi che hanno in tasca … era uno spettacolo straordinario e struggente nel contempo, perché se da un lato ti riempiva l’ animo di soffusa allegrezza, dall’ altro non poteva non cospargerlo di nostalgia, non poteva non ripensare a tutta quella poesia che anche noi da giovani abbiamo vissuto intorno a feste e appuntamenti, intorno a scadenze e ricorrenze che magari fanno inorridire “i grandi “ e infatti, io non festeggio e non amo san Valentino, ma semplicemente perché ritengo che sia una festa GIOVANE e pertanto, non oso criticare tutti i ragazzi che la festeggiano con il loro debordante entusiasmo,non oso giudicarli con moralistica severità, né additarli come bamboccioni, anzi, a tutti loro , a tutti i giovani - con un pizzico di sana e sincera invidia - faccio gli auguri di Buon San Valentino.

 A. Pellegrino “ Il Rosso”
 

   
   

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