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L'ORA DEL PEANA

   
In merito al Magna Graecia Film Festival (a proposito, per chi non lo sapesse, compresi gli organizzatori di detta manifestazione, Magna Graecia si scrive con il dittongo -ae!!!), è arrivato il momento di suonare il peana.

Adesso i sostenitori di questo carrozzone si staranno stracciando le vesti da farisei che indossano, si barderanno a lutto, intoneranno un canto elegiaco...(per chiarimenti in merito alla terminologia della melica corale e monodica greca rivolgetevi ad un uomo di cultura come l'inarrivabile prof. Nisticò, vero patrimonio di cui Soverato deve andare fiera, altro che Magna... Magna... Magna Graecia).

Dal 2004 a oggi, per due legislature qual è il bilancio del rapporto costi/benefici di questa operazione cosmetica?

Il bilancio del comune di Soverato, ma in generale quello di qualsiasi altro comune della Calabria e del Meridione, non è accessibile pubblicamente ai cittadini, nonostante il Testo Unico degli Enti Locali, Dlgs. n° 267/ 2000 all'art. 10 garantisca il diritto di accesso e di informazione agli atti amministrativi degli enti locali. Non balena neanche l'idea di affiggere in bacheca nella piazza principale e sul sito Internet istituzionale la situazione finanziaria di un comune.

[Ah! mi vengono in mente le Leges Duodecim Tabularum, il primo codice di leggi scritte di cui si dotò Roma nel 451 a.C., articolate in dodici tabulae di bronzo, (andate perdute nel 390 a. C. durante il sacco dei Galli di Brenno) che erano esposte in pubblico nel Forum perché tutti i ciues potessero averne conoscenza!]

Quindi, non abbiamo gli strumenti per esprimerci sulle finanze comunali.

Però, da semplici persone che guardano la realtà in cui vivono, con gli occhi di chi prima ancora di accampare diritti, ha dei doveri (Cicerone scrisse un trattato intitolato De Officiis) verso la collettività, lo Stato e verso se stesso, ci accorgiamo della grave situazione di degrado di quella che non è, o meglio non è mai stata la perla dello Jonio.

Nel frattempo Soverato ardiva a diventare la Cannes del Mezzogiorno!

Una villa comunale che era in origine un Campeggio per sbandati, tossico dipendenti, ricettacolo di immondizia e canile illegale degli immortali cani randagi (ah, qualcuno del servizio veterinario dell'azienda sanitaria provinciale, distretto di Soverato, mi spiega la funzione delle guardie eco-zoofile, che interpellate per la cattura degli amici quadrupedi ottuagenari scorrazzanti per il lungomare risposero al sottoscritto: <<Che male fanno poverini! Sono cani che si spostano in branco dall'alveo dell'Ancinale verso Soverato!!!! Noi controlliamo i proprietari di cani se sono in possesso del guinzaglio e del tesserino sanitario!!!>>) veniva scelta quale sede di un fantomatico Festival del cinema.

Chiariamo, una volta per tutte ai numerosi difensori di questo specchietto per le allodole, alcuni punti:
 

1) Un Festival sta sul mercato e come tale è soggetto alle regole della domanda e dell'offerta;

2) Ergo: il finanziamento pubblico non è neppure immaginabile;

3) La pubblicità, la copertura televisiva (Reti nazionali pubbliche RAI [sede regionale nel capoluogo di regione: COSENZA (capoluogo di provincia è l'unico caso in Italia] o private, non tv locali con presunti giornalisti che non sanno parlare correttamente in italiano, con una indecente cadenza calabrese e privi di titoli di studio universitario) ed i biglietti di ingresso costituiscono l'unica forma di sostentamento economico per questi eventi.

Adesso ci vengono a raccontare improvvisati, esperti della prima ora di critica cinematografica, dilettanti della letteratura e della poesia che sarebbe irrinunciabile questa rassegna cinematografica ( si tratta di opere che non escono per la prima volta, ma altro non sono che pellicole uscite già nei cinema nazionali).

Certamente la maggioranza dei frequentatori estivi ( con le pattine e le ciabatte ai piedi) della villa comunale si recavano, a scrocco, a vedere le proiezioni non perché interessati o dotati di una solida formazione umanistica o artistica, ma per la sola ragione che il tutto fosse gratis, cosa importantissima per i soveratani e i calabresi!

A riprova di quanto dico, rammento che qualche anno fa fu fatto l'esperimento di imporre un biglietto di ingresso di 5 euro, quando l'evento fu organizzato all'anfiteatro sito alle spalle del Teatro comunale, nei pressi dell'Istituto Tecnico Commerciale A. Calabretta, e la risposta del pubblico fu negativa, con spalti vuoti, ad eccezione delle prime file occupate dalle solite persone, figli/figlie di...

Gli interlocutori che si sono spesi nella difesa di questa manifestazione, evidentemente non hanno mai messo piede fuori dal paesotto di Soverato, come il sottoscritto, che per ragioni di studi universitari si è recato nel Nord, in città come Milano e Pavia.

Lì ho avuto la possibilità di frequentare colleghi settentrionali, dal Piemonte al Veneto, dal Trentino alla Lombardia e alla Liguria, non ho trovato nessuno, ripeto nessuno, che avesse mai sentito nominare questo pseudo Festival.

In politica e nella gestione della res publica esiste una gerarchia delle priorità. Esse sono prima di tutto l'equilibrio del bilancio del municipio, dalla cui solidità derivano i servizi erogati come opere pubbliche, manutenzione delle strade, illuminazione pubblica, depurazione delle acque, raccolta dei rifiuti, asili nido, Cultura, trasporti, sicurezza stradale, etc...

Non a caso ho collocato al primo posto le infrastrutture, premessa indispensabile per il turismo.

Se dall'aeroporto di Lamezia Terme non esiste un servizio navetta per la costa jonica; se la ferrovia tra Catanzaro Lido e Lamezia Terme Centrale, da poco costruita, è stata posta sotto sequestro penale dalla Magistratura per irregolarità nell'esecuzione dei lavori, e successivamente l'alluvione ha interrotto la linea, con la distruzione del ponte a Marcellinara, abbiamo scoperto l'uovo di Colombo!

Perciò organizzare eventi culturali o mondani, senza avere le pre-condizioni, è velleitario.

Così il Magna Graecia non rientra tra le priorità per le motivazioni sopra elencate.

Altro capitolo è promuovere politiche culturali incisive come l'istituzione di una Biblioteca pubblica, assente in un paesotto che pretende il titolo di città (non Biblioteca delle donne o altri circoli ristretti a singole categorie sociali o di genere), presente invece nella limitrofa Davoli;

piani di intervento per tutela, valorizzazione e fruibilità della zona archeologica di Soverato vecchio, con percorsi didattici; allestimento di un museo civico ove allocare tutti i reperti sparsi qua e là, assegnando un posto visibile alla Pietà del Gagini, con evidenti ricadute occupazionali per giovani laureati in Beni Culturali.

Mettetevi l'animo in pace voi tutti seguaci dell'apparenza, la Cultura è altro.

 

Odi profanum uulgus et arceo

 

Angelo Oliverio

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