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Rubrica di Salute & Benessere a cura di Filippo Apostoliti

Numero 10 - Per eventuali Richieste e Consigli scrivere a: info@soveratoweb.it


   


Per dimagrire bisogna saper mangiare
Dott.ssa Jessica Maiuolo (Nutrizionista)

  A chi non è mai capitato, almeno una volta nella vita, di voler perdere i chili di troppo in pochissimo tempo?

Magari perché abbiamo deciso di rientrare in quel vestito che indossavamo anni fa; oppure perché dobbiamo incontrare un vecchio amico/a che non vediamo dai tempi della scuola e che si ricorda di noi in forma smagliante; oppure perché siamo stati contagiati dall’ansia collettiva (che arriva, puntuale, ad un mese dalle ferie estive) di non essere affatto pronti per la spietata  “prova costume” !!!

Qualunque sia la motivazione, spesso facciamo affidamento su  strategie di dimagrimento  “estreme”, che risultano scorrette nella maggior parte dei casi.

Generalmente, la nostra prima reazione è quella di diminuire, improvvisamente ed in modo non misurato, la quantità degli alimenti ingeriti, per esempio saltando la colazione o, addirittura, il pranzo o la cena.

Questa scelta è sbagliata, in primo luogo, perché ci mette nelle condizioni di arrivare al pasto successivo letteralmente affamati e quindi di mangiare molto di più di quanto dovremmo.

In secondo luogo il digiuno forzato viene percepito dal nostro corpo come l’esigenza di dover immagazzinare delle riserve a causa dell’improvvisa riduzione del cibo, per cui facilmente gli alimenti ingeriti vengono trasformati in grassi.

Un’altra strategia di dimagrimento molto gettonata è quella di iniziare una dieta “di fortuna “, di quelle cioè  lette magari su riviste non scientifiche oppure consigliate dalla vicina di casa (che a sua volta non ricorda dove ne ha sentito parlare), oppure sponsorizzate su internet da persone non competenti.

E purtroppo di queste tipologie di diete se ne conoscono davvero tante: ecco alcune tra le più note:  

la dieta del minestrone, la dieta dissociata, la dieta a punti, la dieta Weight Watchers, la dieta Mayo, la dieta vegetariana, la dieta Atkins, ecc….

In linea di principio tutte queste diete “fai da te sono nutrizionalmente scorrette in quanto tendono ad insistere sul consumo di una sola tipologia di alimento a discapito del consumo di altri.

Per far capire bene questo concetto, proviamo a conoscere meglio alcune delle diete sopra accennate.

La dieta del minestrone, per esempio, propone di mangiare prevalentemente del minestrone di verdura in quantità illimitata. Come tutte le diete in cui si mangia un unico alimento, però, risulta altamente sbilanciata; in questo caso particolare, a causa dello scarso apporto di proteine, oltre al grasso si perdono i muscoli….con tutto quello che di negativo ne consegue per l’organismo.

La dieta dissociata si basa sull’assunzione giornaliera di una sola categoria di alimenti (un giorno solo carne, un altro solo verdura, un altro ancora solo pasta o solo latticini, ecc.). Anche in questo caso l’organismo risente giornalmente della mancanza di completezza di tutti i nutrienti che servono per vivere bene ed in salute.

La dieta a punti (a mio avviso una delle più bizzarre) non tiene conto delle calorie, ma assegna un punteggio ad ogni alimento (generalmente molto basso a grassi e proteine e molto elevato ai carboidrati). Chi segue la dieta non deve, ovviamente, superare un certo punteggio, per cui tende a mangiare (senza badare alle quantità) solo proteine e grassi. Non dimentichiamo che l’eccesso di grassi aumenta il colesterolo e l’eccesso di proteine affatica reni e fegato. Inoltre la scarsa presenza di frutta e verdura può provocare carenza di minerali, vitamine e fibre.

Potrei anche descrivere tutte le altre “diete fai da te” note, ma il principio comune e che bisogna avere ben chiaro  è che PER VIVERE BENE BISOGNA MANGIARE IN MANIERA ADEGUATA TUTTI GLI ALIMENTI.

Se ci allontaniamo da questo basilare principio nutrizionale ci troveremo in condizioni di disequilibrio fisico, acquisiremo abitudini alimentari e comportamentali scorrette e, soprattutto, riprenderemo facilmente i chili persi.

Vorrei attirare la vostra attenzione su un’altra strategia frequentemente utilizzata per dimagrire, ma che porta a scarsi risultati e che inoltre è dannosa per la salute. Si tratta dell’assunzione di “ farmaci e bibitoni.

Gli slogan pubblicitari che accompagnano questi prodotti appaiono molto inquietanti:

Vuoi perdere 30 chili in  7 giorni? Assumi questo prodotto e vedrai subito i risultati. Se non dimagrisci ti ridiamo i soldi mentre se lo acquisti entro 5 minuti ti regaliamo un materasso! ”.

Esistono i cosiddetti farmaci anti-fame ” che hanno lo scopo di diminuire il senso dell’appetito.

Fantastico?

No, TERRIBILE!  Perché per fare questo bisogna agire su una struttura 

del sistema nervoso (ipotalamo) ed alterarne il funzionamento. L’ipotalamo si occupa di molte funzioni nel nostro corpo. Tra queste vi è anche quella legata al bisogno di mangiare: come un vero e proprio sensore l’ipotalamo regola il senso della fame (facendoci percepire appetito) ed il senso della sazietà (facendoci percepire pienezza). Attraverso l’uso di questi farmaci si andrebbe a stimolare forzatamente (e non naturalmente) il centro della sazietà, in modo da non percepire la fame e, di conseguenza, non mangiare!!!

Come se non bastasse questa alterazione indotta dai farmaci potrebbe provocare un più esteso malfunzionamento dell’ipotalamo, con la conseguente possibilità che insorgano patologie anche gravi.

E’ indispensabile sapere, inoltre,  che i medicinali anti-fame possono creare dipendenza fisica e psicologica ed il loro consumo è spesso associato a molti effetti collaterali come ansia, depressione, insonnia, confusione, cefalea, aritmie cardiache, tremore, irritabilità, ecc.

Oltre ai “ farmaci anti-fame esistono anche gli “integratori anti-fame”. Alcuni ricalcano a grandi linee gli effetti dei farmaci appena descritti, mentre altri (a base di fibre)  determinano l’assorbimento di grandi quantità di acqua, il  rigonfiamento dello stomaco ed un senso di sazietà. Questi ultimi sono commercialmente i più usati e possono, effettivamente, dare un modesto contributo alla perdita del peso.

Secondo la normativa vigente il Ministero della Salute autorizza  il consumo di pochissimi prodotti per il calo del peso, ma questi farmaci ed integratori per dimagrire devono essere usati SOLTANTO in casi selezionati (forme di obesità grave, ecc.)

 La dieta mediterranea è un vero e proprio stile di vita. L’olio di oliva, il pane, la pasta, i legumi, la frutta, la verdura, gli ortaggi sono i protagonisti della tradizione Mediterranea. Questi alimenti, sapientemente combinati tra loro con l’integrazione di quelli di origine animale, latte, formaggi, uova, pesce e poca carne danno un’alimentazione equilibrata, varia e soprattutto piacevole.  

Proviamo, quindi, a seguire questo modello nutrizionale stando sempre attenti a:

Ø Controllare il nostro peso una volta al mese;

Ø Associare ad una alimentazione corretta una costante attività fisica;

Ø Eliminare il consumo di grassi da condimento di origine animale (burro, lardo, pancetta, panna) e preferire il consumo di grassi da condimento di origine vegetale (olio extra vergine di oliva);

Ø Evitare le fritture;

Ø Evitare di mangiare miscugli prevalentemente grassi;

Ø Evitare la riutilizzazione di grassi già cotti;

Ø Aumentare la frequenza del consumo di pesce;

Ø Preferire il consumo di carni magre;

Ø Consumare regolarmente cereali, legumi, ortaggi e frutta;

Ø Preferire dolci con carboidrati complessi (biscotti secchi e prodotti da forno) e limitare il consumo di zuccheri semplici (marmellate, miele, caramelle, torroni,ecc.);

Ø Non eccedere con il consumo del sale;

Ø Non eccedere con il consumo del vino (meglio se rosso e consumato durante i pasti principali);

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