SOVERATO WEB - HOME PAGE SPECIALE
CRONACA

SoveratoWeb.Com - Il Portale di Informazione del Soveratese


12/09/2010

Due persone arrestate dai Carabinieri con l’accusa di tentata estorsione a un imprenditore edile aggiudicatario di un appalto pubblico a Stalettì
Le mani sul cantiere: qui lavoriamo noi
L’inchiesta coordinata dalla Dda è maturata nello scenario dello scontro fra cosche in atto nel Basso Jonio

CATANZARO. «Ve ne dovete andare, qui ci siamo noi». Il territorio è “il loro”. E tutto, compresi gli appalti, sarebbe dovuto passare dal loro controllo. In questa logica diventano quasi scontate le frasi e le minacce ripetute a più riprese per intimidire un imprenditore, costringerlo ad abbandonare i lavori ottenuti con regolare appalto pubblico e subentrare al suo posto. Meno scontato è che alla fine, pur con qualche ritrosia, la vittima si sia decisa a vuotare il sacco. E così, a seguito delle indagini svolte dai Carabinieri, sono finite in manette due persone, Otello Rizzo, 50 anni, e Gregorio Pellegrino, 55, entrambi residenti a Stalettì e titolari di ditte edili. Rizzo e Pellegrino sono accusati di tentata estorsione continuata aggravata dalle modalità mafiose e di danneggiamento ai danni del titolare della ditta che si è regolarmente aggiudicata la gara d’appalto per la ristrutturazione dello stadio comunale di Stalettì, piccolo centro collinare alle porte di Catanzaro. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai Carabinieri della Compagnia di Soverato e della Stazione di Gasperina, i due sarebbero legati agli ambienti criminali della zona, al punto che Rizzo sarebbe stato il braccio destro di Rocco Catroppa, l’uomo ucciso in un agguato a Palermiti, durante una festa patronale, lo scorso 28 agosto. I particolari dell’operazione, denominata “Caterpillar”, sono stati resi noti ieri mattina nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella sede del Comando Legione Carabinieri di Catanzaro, alla presenza del procuratore aggiunto della Dda Salvatore Murone (che ha firmato il provvedimento di richiesta di arresto insieme al sostituto procuratore della Repubblica Vincenzo Capomolla), del comandante del Reparto operativo provinciale dell’Arma, ten. col. Giorgio Naselli, del comandante della Compagnia di Soverato, capitano Emanuele Leuzzi, e del comandante della stazione di Gasperina, maresciallo Domenico Misogano. Le indagini sono state avviate lo scorso anno dopo che i Carabinieri hanno notato la presenza dei due estranei nel cantiere dello stadio, dov’erano in corso i lavori per un importo superiore ai 300mila euro. Grazie anche alla collaborazione, seppur parziale, dell’imprenditore vittima del tentativo di estorsione è stato possibile ricostruire le minacce nei confronti dell’impresa regolare aggiudicataria. Secondo l’accusa Pellegrino avrebbe provato a inserirsi nei lavori; quindi si sarebbe fatto affidare, con minacce anche agli operai, i lavori di movimento terra. Alla alfine, per un’attività di circa 2.300 euro, avrebbe preteso il pagamento di 8.500 euro. L’imprenditore che doveva effettuare i lavori avrebbe provato a consegnare solo parte dell’importo richiesto, ricevendo però minacce. Così sarebbe entrato in azione Rizzo, che si sarebbe a sua volta presentato nel cantiere minacciando i presenti. Il culmine si sarebbe registrato quando un escavatore della ditta che aveva vinto l’appalto è stato dato alle fiamme. E a quel punto l’obiettivo di Rizzo e Pellegrino sarebbe diventato “strappare” l’intero lavoro da svolgere alla ditta regolarmente aggiudicataria dell’appalto. L’impresa illegale, insomma, che si sostituisce a quella legale. Ma prima che si chiudesse il cerchio ’ndranghetistico sono intervenuti i Carabinieri. D’altra parte, tutta l’area del Basso Jonio catanzarese è tenuta sotto strettissima osservazione dalle forze dell’ordine. Teatro di uno scontro tuttora in atto tra cosche contrapposte, nel territorio a cavallo fra le province di Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio si sono registrati venti morti ammazzati in poco più di due anni. I Carabinieri, come sottolineato dal ten. col. Naselli, hanno recentemente messo in campo un rinforzo della propria presenza con ulteriori 15 uomini assegnati dalla Legione Calabria. E la Procura della Repubblica, come garantito dal dott. Murone, fa il massimo «pur dovendo fronteggiare la nota carenza di personale». L’ordinanza di custodia cautelare a carico dei due presunti estortori è stata firmata dal gip distrettuale di Catanzaro Assunta Maiore, lo stesso che domani mattina procederà con gli interrogatori di rito. (g.l.r. - gazzetta del sud)

 Condividi su Facebook


11/09/2010

Soverato, due persone in manette per tentata estorsione

Prima le minacce, poi l'incendio di una pala meccanica. La forza intimidatrice è il metodo con cui tentavano di escludere una ditta, che aveva vinto un regolare appalto pubblico, per gestire la ristrutturazione dello stadio comunale di Stalettì, un centro alle porte di Catanzaro. Per questo, dovranno rispondere di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. In manette sono finiti due personaggi già noti alle forze dell'ordine: Otello Rizzo, 50 anni, e Gregorio Pellegrino, 55, entrambi residenti a Stalettì e titolari di due ditte edili. In realtà, secondo le indagini condotte dai Carabinieri della Compagnia di Soverato, entrambi sarebbero legati agli ambienti criminali della zona, al punto che Rizzo sarebbe stato il braccio destro di Rocco Catroppa, l'uomo ucciso in un agguato a Palermiti, durante una festa patronale, lo scorso 28 agosto. I particolari dell'operazione, denominata "Caterpillar, sono stati resi noti questa mattina nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella sede del Comando Legione Carabinieri di Catanzaro, alla presenza del procuratore aggiunto Salvatore Murone, che ha firmato il provvedimento di richiesta di arresto insieme al sostituto procuratore della Repubblica Vincenzo Capomolla, il comandante del Reparto operativo provinciale dell'Arma, Giorgio Naselli, il comandante della Compagnia di Soverato, capitano Emanuele Leuzzi, il comandante della stazione di Gasperina, che ha condotto le indagini, maresciallo Domenico Misogano.

Le indagini sono state avviate lo scorso anno dopo che i carabinieri hanno notato la presenza dei due soggetti nel cantiere dello stadio, dove erano in corso i lavori per un importo superiore ai trecento mila euro. Grazie anche alla collaborazione, seppur parziale, dell'imprenditore vittima dell'estorsione è stato possibile ricostruire le minacce nei confronti dell'impresa regolare aggiudicataria. Pellegrino aveva provato a inserirsi nei lavori, così come evidenziato dagli investigatori, quindi si era fatto affidare, con minacce anche agli operai, i lavori di movimento terra. Alla fine, per un'attività di circa 2.300 euro, aveva preteso il pagamento di 8.500 euro. L'imprenditore che doveva effettuare i lavori aveva provato a consegnare solo parte dell'importo richiesto, ricevendo però minacce. Fino all'impegno di Rizzo, che si era presentato nel cantiere minacciando i presenti. Il culmine si è registrato quando un escavatore della ditta che aveva vinto l'appalto è stato dato alle fiamme. A quel punto, l'obiettivo di Rizzo e Pellegrino è diventato quello di prendere l'intero lavoro da svolgere al posto della ditta regolare. Le indagini dei carabinieri hanno fatto luce su questi fatti, facendo scattare le manette, in un momento in cui tutta la zona del Soveratese è al centro di una sanguinosa guerra tra le cosche per il controllo del territorio.

Condividi su Facebook


ARCHIVIO CRONACA


http://www.soveratoweb.com
SoveratoWeb.Com - Il Portale di Informazione del Soveratese