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Emigrato da Gagliato nel ‘59, è riuscito a portare una ventata innovativa nel panorama edilizio canadese
Il gagliatese che ha cambiato il look di Toronto
Si chiama Dominic Mungo e costruisce maestosi grattacieli di cinquantaquattro piani

 di Vincenzo Pitaro (Gazzetta del Sud) 

Una ricca galleria di personaggi divenuti importanti all’estero, come conseguenza del fenomeno migratorio italiano del secolo scorso, proietta sul grande schermo internazionale una positiva immagine della Calabria.

Un grande esempio è rappresentato da Dominic Mungo, classe 1947, che partito dal suo paese (Gagliato, in provincia di Catanzaro) assieme alla famiglia, nel 1959, vive ed opera a Toronto ormai da mezzo secolo.

Nella metropoli canadese, il giovanissimo Dominic, già a quattordici anni era economicamente indipendente, lavorando per un'agenzia che distribuiva un quotidiano cittadino: il «Toronto Star». «Un giornale», dice, «che consegnavo personalmente ogni mattina a 130 famiglie abbonate. Di giorno lavoravo e la sera studiavo per diventare geometra».

La sua vera carriera infatti ebbe inizio, in un settore diametralmente opposto rispetto al lavoro che svolgeva a quei tempi, subito dopo il diploma con una collaborazione in un piccolo studio di architettura. Ben presto arrivarono incarichi personali per progetti di costruzioni residenziali o commerciali. Fu dunque un successo, anche se l'idea di dover lavorare alle dipendenze di qualcuno non lo appagava del tutto. Poi, un giorno, capitò nello studio, un grande imprenditore abruzzese, Carmine Patullo, il quale - nel congedarsi - si rivolse al brillante neo geometra: «Che ci fai tu qui dentro? Il Canada ha bisogno di talenti e menti creative come la tua. Ma per diventare qualcuno, nella vita bisogna nutrire sfrenate ambizioni e soprattutto mettersi in proprio». Quel velato suggerimento vestì di futuro i progetti del giovane Dominic che, per gli anni a venire, decise di lavorare per conto suo, arrivando ben presto a distinguersi egregiamente con una prodigiosa ascesa nel campo imprenditoriale.

Oggi, Dominic Mungo presiede una società, la «Cip Group», che vanta circa 400 dipendenti e che costruisce grattacieli di almeno 30 piani in su. Un personaggio  che passerà senza dubbio alla storia come l'italiano che ha saputo portare una ventata innovativa nel conservatore mondo d'oltreoceano. Mister Mungo, in pratica, è il calabrese che per molti aspetti ha cambiato il look di Toronto. I maggiori grattacieli della metropoli difatti sono frutto della sua creatività e anche le New Towes, quattro torri di trenta piani, portano la sua firma. Tuttavia, una decisa svolta nell'antologia architettonica canadese è rappresentata ora dalla realizzazione del «Toronto International Film Festival», un maestoso grattacielo in fase di costruzione, di 54 piani (48 a salire e 6 di parcheggi sotto terra), definito dalla stampa come il più grande dei favolosi edifici di Toronto, uno dei pochi grattacieli degni di essere considerati modello internazionale; un grattacielo che ospiterà il mondo del Cinema, con numerose sale cinematografiche al suo interno e con otto piani commerciali riservati ad eleganti ristoranti, bar, boutique, ecc. Peraltro, da buon calabrese, Dominic Mungo, da anni ha in mente anche la costruzione del «Calabria Social Club», un'importante centro di ritrovo socio-culturale per tutti i calabresi in Canada.

Avanti di questo passo, successo dopo successo, intanto non mancano di arrivare i riconoscimenti ufficiali del governo canadese e le onorificenze.

Ma non è tutto. La sua fama, nel frattempo, è approdata anche negli Usa, dove spesso è invitato per congressi e incontri di studio.

Chi è dunque questo nostro conterraneo di successo in Canada? Mister Mungo è soprattutto un ottimista, un uomo che ama la vita e che ama reinventarla ogni giorno. L’ottimismo è la sua carta vincente. Si è programmato per riuscire e, contemporaneamente, ammira i traguardi raggiunti dagli altri. Secondo lui l’ambizione è senza dubbio la chiave del successo in questo mondo di grande competitività. È un personaggio d’oggi, che riesce a conciliare i successi professionali con la serenità della famiglia che, nella sua vita - come egli stesso sottolinea - ricopre un ruolo importantissimo. Sposato con una canadese d'origine francese, di nome France, è padre di tre figli (Melissa, Tania e Marco Antonio). Le mura domestiche rappresentano per lui il meritato, rilassante rifugio, dopo intense giornate di lavoro e di impegni pubblici. Ed è in casa che la famiglia Mungo preferisce incontrare gli amici, in una cornice di spensierata cordialità, alternando una partita a bridge ad una gara di golf, il tutto coronato da un gaio barbecue con ottimi vini calabresi.

(Vincenzo Pìtaro, Gazzetta del Sud, pag. Cultura, di giovedì 29 ottobre 2009)

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