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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò

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SOVERATO, IL LUGLIO CHE NON C’È

 L’aumento del turismo a Soverato è una favola che vaga nelle menti dei nostri politici e giornalisti al seguito. Tutti con gli occhi vediamo spiagge, alberghi, lidi, ristoranti, parcheggi vuoti, e malinconici cartelli “affittasi”. Se magari per qualche poco giorno di agosto ci sarà confusione, qualche ottimista incosciente tornerà a gridare al turismo aumentato del 99%, ma sarà un caso di ubriachezza molesta, verbale o scritta su fogli e tv compiacenti.

 Del resto, la crisi economica è spaventosa dovunque, e, come sempre succede, pesa sui poveri, che diventano sempre più poveri, mentre i ricchi restano ricchi o migliorano pure. E siccome a Soverato, e in Calabria in genere, vengono solo i poveri, è ovvio che la crisi pesa su di noi invece che sulle località per ricchi. Lo siamo stati, poi Soverato si è suicidata negli anni 1970, trasformandosi da paese produttivo in cittadina dormitorio per passacarte: un argomento su cui torneremo in altro momento. Per ora, basta a spiegare il nostro luglio che non c’è.

 Inutile sottolineare che le iniziative estemporanee e costose non servono quasi a nulla, e tanto meno gli sbarchi e i pontili improvvisati. Sarei curioso di sapere se un solo tizio è venuto a Soverato perché c’è stato anche Briatore. Idem per la giovincella Celentano. La triste realtà è che in giro non si vede un cane, manco emigranti di ritorno e cortesi ospiti gratis dei paesi vicini.

 Meno forestieri, significa meno soldi, dunque l’altro fenomeno molto soveratese, i negozi che chiudono “per ferie”, “per ristrutturazione”, “per cambio gestione”, e non riaprono mai più. E la povertà genera altra e più grave povertà.

 Ci sono rimedi? Forse, ma quello urgente è vietare per legge, pena il taglio della lingua, le bufale e balle e strombazzate campate in aria. Cento frustate nel fondo schiena a chi dirà “aumento” senza esibire numeri e dati. Mille a chi userà la parola “perla” al di fuori di un preciso contesto di gioielleria. Diecimila a chi, senza essere grecista sul serio, farà il più vago accenno ad Ulisse e altre fandonie magnogreche.

 Ciò premesso, non resta che prendere atto della realtà, e regolarsi di conseguenza: se Soverato è rimasta agli anni 1980, e perciò è un secolo indietro rispetto alle località turistiche genuine, non può certo inseguirle, e quelle mentre noi avanziamo di un anno saranno avanti di venti. Se qualcuno pensa che si possa pagare per niente di meno che una passeggiata sul lungomare, è fuori dal mondo. E se qualcuno chiama discoteca un grammofono, è come se io chiamassi Ferrari la mia vecchia auto!

 Per Ibiza, è tardi. Possiamo puntare sulle forme di turismo non giovanil-divertaiolo, ma della terza età, di famiglia, di salute, di studio, di cultura, religioso. Vi sembra strano? Ma no, avremmo molta più gente che quei poveracci della birra sotto costo, e gente pagante.

Ulderico Nisticò

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