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Come Eravamo

COME ERAVAMO - Anni '50 e '60 a Soverato di Franco Cervadoro

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L'Oratorio Salesiano

di Franco Cervadoro

La parte dell'Istituto Salesiano posta alla sinistra della Chiesa di S.Antonio era la zona riservata all'Oratorio.

Questo è stato fino agli anni 70 il punto d'incontro di tutti i giovani di Soverato.

Una zona franca, con le stanze del traforo, un  biliardo regolamentare, la televisione e i biliardini, una biblioteca, un campo di calcio, uno di pallacanestro e una Chiesa tutta per noi.

Qui si riuniva ogni sera una autentica Legione Straniera formata da tutti i ragazzi di ogni classe sociale, qui nell’oratorio di Don Bosco, dove tutti erano uguali e tutti bene accetti.

Un Sacerdote, due chierici e tre o quattro assistenti guidavano l'esercito inquadrato, per età, in quattro  Compagnie: S. Domenico Savio, S. Luigi, SS.Sacramento e Azione Cattolica.

Quattro compagnie come i soldati di ventura. 

 In questa isola felice passavamo tutti i pomeriggi d’inverno, scatenati nella nostra esuberanza in scontri infiniti di infiniti tornei.

Non sono in grado di spiegarvi come facevamo a giocare più squadre nello stesso campo con più palloni contemporaneamente, seguendo ognuno la propria partita,con due o tre portieri per porta.

Spesso il pallone volava di sotto tra le piante dei Caminiti e se c'era qualcuno che si offriva volontario a scavalcare l’inferriata e a scendere nel buio la scarpata per andare a riprenderlo, potevi stare tranquillo che:

 o andava per fregarsi le arance o andava per fregarsi il pallone.

D'estate sulla spiaggia sotto la casa dei Teti, veniva montata una grande baracca in legno dipinta d’azzurro, per l’appunto il Lido Azzurro, centro delle attività balneari dell’Oratorio.

E per gli amanti della montagna c’erano i campeggi tra i boschi,guidati da Pino Sgrò e Antonio Fiorita, ospitati in tende da terremotati donate a Don Bergia dal Ministero dell’Interno, comode e resistenti ai furiosi temporali estivi della Serra.  

Memorabili le sfide con il Liceo nelle feste di S. Giovanni Bosco ed indimenticabile il sapore del panino con la mortadella che ci distribuivano Gianni Asturaro e Bepi Condò all'uscita della Messa domenicale.

Bellissima anche la tradizione delle castagne del 2 Novembre.

Comandava questa ululante Legione il Direttore dell'Oratorio, a cui soltanto era riconosciuto il prestigio del Capo, superiore per noi anche al Direttore dell'Istituto stesso.

Mitici don Maruccelli e don Cosato, Pilu Russu, incarnazioni operanti dello spirito salesiano, sempre disponibili, sempre coinvolgenti , sempre con la tonaca sporca di pallonate.

Da qui partivano i Carri di Carnevale, qui sono nati quei sentimenti di vera amicizia che legano intere generazioni di Soveratani e che non si romperanno mai.

Perché l’Oratorio non la Scuola ha fatto di Soverato un popolo di Exallievi Salesiani.

 La sera si concludeva con la Benedizione e, per ricordare a tutti che non era educato andarsene senza salutare il Padrone di casa, sbarravano le porte per abituarci alla preghiera.

Custodiscimi nel riposo e liberami dai pericoli e poi tutti fuori saltando di corsa la lunga discesa  in pietra della chiesa di S.Antonio.

Naturalmente c’era sempre qualcuno tosto, che scavalcava il cancello del cortile e se ne tornava a casa un pò  prima, si,  ma come un ladro, di nascosto, facendo però sempre attenzione al passaggio a livello.

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Soverato - Come Eravamo - Intervento di Mario

Complimenti vivissimi. Colmi una lacuna nel ricordare Soverato, allora "perla dello Ionio" !
Faremo qualcosa, insieme a tanti altri amici "antichi", questa estate, come organizzare una giornata della <soveratanità>  per ricordare le fontane "e  sutta".. e "da galleria" i  gelati e la cassata Scalamandrè, i "turruni d'Andrea Foresta e Figlio", i "malangiani chini" e quant'altro..
Si potrebbero coinvolgere intere famiglie  "e Suvaratu u supi" nel preparare " i malamgiani",  "pipi e  patati", "stoccu ammogliato a Davoli" o di Ernestino ed altri succosi piatti tipici.......... col ricavato da destinare a scopi benefici, coinvolgendo l'Amministrazione comunale, maggioranza ed opposizione, ed i Salesiani. Congruo spazio si potrebbe dare  alla "cultura" dei tempi andati, con una serata, da trasmettere anche via tele, per ricordare le poesie del segretario Chiefari, le battute di Pasqualino Alcaro, le caricature di mio fratello Gennarino, i "malati e latri" di don  Peppino Nucera,  i frizzi di Antonino Sestito ed altro. Ho in mente una giornata, dal mattino ( con i tamburrinari) a mezzanotte con tavole di fortuna per gustare "in piedi" sapori ed odori di un tempo andato, il tutto condito dalla ricostruzione di un'atmosfera più umile, con i suoi pozzi per l'acqua ed i pozzi neri, col rigagnolo di "murghe" che colava verso il mare senza raggiungerlo, con i suoi limiti ed i suoi difetti, ma, ovviamente, con i suoi pregi e la sua genuinità, con i suoi sentimenti di fratellanza condivisa ( ci fu un  tempo in cui tutti i ragazzi ci chiamavamo "cuggi") e la sua civiltà,  casalinga e pura. Il periodo migliore dovrebbe essere verso la fine di luglio, con un  forte richiamo turistico adeguatamente pubblicizzato per richiamare tanta bella gente con la nostalgia dei tempi andati e la curiosità dei nuovi leoni.......
Chiudo i rubinetti per non trasformare un filino d' acqua in uno tsunami ..

Un abbraccio Mario

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...Eravamo proprio così!

Anche io son cresciuto all'ORATORIO e posso garantire che la ricostruzione dei luoghi e degli avvenimenti fatta da Franco Cervadoro è terribilmente fedele, son vicinissimo alla sessantina ed a questa età i ricordi, in modo particolare quelli piacevoli, assumono i connotati della nostalgia, una struggente nostalgia!
E' così che sto vivendo questo "amarcord"... la politica, il bar Scalamandrè, il cinema Lido, lo zampillo e l'Oratorio.
Sono stato anche io (anche se poco tempo) allievo  dei Salesiani  e frequentatore assiduo dell'Oratorio (forse mia mamma conserva ancora i pantaloncini corti bleu e la camicetta bianca con stemmino della Compagnia di S. Domenico Savio).
  Grazie di cuore!

 Anonimo

p.s.) All'Oratorio, oltre alla saletta traforo, alla biblioteca, alla sala TV,  ai biliardini ed ai numerosi tavoli da  Ping-Pong, periodicamente veniva allestito un "laboratorio musicale" e se la memoria non mi fa brutti scherzi penso di ricordare un pianista (Munizzi?????), un contrabbassista e per finire un batterista (questo certamente  Pino Vallone!!!!!).
       Ricordo anche una versione parodiata della Locandiera di Goldoni presentata al Teatro Salesiano (ai piedi della salita Don Bosco) nella quale per la prima volta (che emozione!!!!!!) mi esibivo come batterista dell'orchestrina messa su per l'occasione e collocata ai piedi del palco... parlo del 1963-64-65... etcc..!

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SOVERATO COME ERAVAMO
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NUMERO 04: LO ZAMPILLO
NUMERO 03: IL CINEMA LIDO
NUMERO 02:
IL BAR SCALAMANDRE'
NUMERO 01: LA POLITICA


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