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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò

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LA SELVA OSCURA DI LAGANOSA

 Una premessa concettuale, che non teme smentita, e io sono pronto a difenderla di fronte ad un congresso di storici presieduto da Erodoto in persona: i sistemi democratici dissestano i territori, e solo i grandi tiranni hanno e praticano un’accettabile concezione dell’urbanistica, correttamente intesa come idea e organizzazione e utilizzazione del territorio. Potrei portarvi mille esempi, dai faraoni a Pericle ad Augusto a Napoleone III a Mussolini, ma mi contento di tre esempi negativi, negativissimi, di come un territorio, messo in mano a politicanti e ai loro amici progettisti e costruttori scriteriati e interessati, possa venire trasformato in selva oscura che la diritta via era smarrita: la 167 di Soverato, Davoli Marina e Laganosa. Per oggi, voglio parlarvi solo di questa.

 Il disastro cominciò già negli anni 1960, quando a qualche genio venne l’idea di una presunta zona industriale dove invece, per la prossimità al mare, bisognava pensare ad insediamenti turistici; e giù capannoni. Pessima idea, ma non mi preoccupa più di tanto, giacché, in una futuribile ristrutturazione, mi basterebbe una ruspa, la quale, personalmente da me guidata, eseguirebbe in tre giorni una sana reductio in pristinum, ovvero area spianata per strutture ricettive. Dite voi, e la zona industriale o sedicente tale? Dove dev’essere, insieme a quella di Cardarello: spostata il più possibile a monte, e servita dalla Superstrada delle Serre. Pensate che abbia bevuto e sogni? Sbagliato: per sonare la Superstrada non basta il vino, ci vuole più droga di quella che fu vietata dai Romani nel 186 aC con il senatusconsultum de Bacchanalibus.

 La tragedia irreversibile è invece che abbiano costruito, e stiano ancora costruendo, e mostrino intenzione di costruire case e case e case, decine, centinaia di appartamenti. E che c’è di male? Ve lo spiego subito, con una lezione di urbanistica. Gli esseri umani non sono delle macchine per dormire e guardare la televisione, ma, almeno alcuni, hanno esigenze sociali, spirituali, culturali. Perciò un insediamento abitativo non dovrebbe essere un dormitorio, bensì un luogo di incontro con piazze, strade, locali, commerci: tutte cose di cui a Laganosa non si scorge nemmeno l’ombra. Hanno costruito case sopra ogni millimetro quadrato, a stento, e, immagino, a malincuore lasciando, tra una palazzina e l’altra, il minimo indispensabile perché passino due macchine. Quando tutto sarà finito, e qualche migliaio di famiglie verrà a dormire a Laganosa, ma, per comprare un panino, si recherà altrove, dovete immaginare due auto a testa per famiglia, tre e quattro non appena cresceranno i figli, in un gigantesco autoscontro alle otto di mattina e sette di sera, e un deserto pari al Calahari e al Gobi per tutto il resto della giornata.

 Non parliamo del modo di arrivarci. Il solo accesso da Soverato o da Chiaravalle è la 182, l’ex rettifilo ridotto a gimcana, che però deve fare da statale e da comunale, e sopporta un traffico locale e di passaggio di cui non è palesemente capace. Urge, prima che sia troppo tardi e che qualcuno costruisca anche sul greto dell’Ancinale (alla foce l’hanno già fatto!), tracciare da Turriti alla 106 una strada dritta e veloce e rigorosamente senza bivi e complanari, e usare l’ex rettifilo come arteria interna; e un’altra strada da via Trento e Trieste di Soverato, per snellire gran parte del traffico. E questa subito, non ci sarà più spazio, quando costruiranno case anche sulle alture.

 Chi dovrebbe pensarci? I due sindaci, quello di Soverato e quello di Satriano, che ogni tanto si incontrano per parlare di conurbazione come se invece che io la avessero inventata loro, ma finora hanno conurbato ben poco. Datevi una mossa, vi prego.

Ulderico Nisticò

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