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Rubrica disincantata di Filippo Apostoliti

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Di corsa Tutti ai funerali di tutti. È un dovere!

  


…ad esempio, ieri mattina…

Gelsomino accompagna lo zio alla stazione. Vuole prendere il treno, vuole girare l’Italia intera, presenziare ad una serie di funerali e Gelsomino muore dalla voglia di capire il perché.

- Ancora non capisco.

- Come?

- Dicevo, non mi è chiaro perché vai a Milano.

- Per la Garofalo, intendi? È mio dovere esserci. Quella donna è morta perché ha fatto il suo dovere. Da moglie non voleva accettare i doveri di un uomo che credeva di avere diritto di vita sugli altri, e da madre aveva il diritto di non accarezzare con mano insanguinata la testa di sua figlia.

- Va bene. Perché poi scendere a Roma. Non mi torna!

- Da Priebke? È semplice! A dare l’estremo saluto a chi si è nascosto dietro il dovere per uccidere chi per diritto rivendicava la libertà per sé e gli altri. Voglio accompagnare l‘uscita del feretro dalla chiesa col sorriso.

- Addirittura?!

- In televisione ho visto che non sorrideva più. Voglio sorridere non per dileggio, ma per ricordare a Priebke che avrebbe dovuto sentire il diritto di ribellarsi all’ordine, di sorridere con forza a chi intimava l’ordine, di ridere di fronte alla follia cieca di chi scambia un partigiano per un capretto pasquale.

- E non ti basta? Anche a Lampedusa vuoi arrivare.

- Perché no?

- Voglio vederle dal vivo… ops… quelle persone stese per terre. Voglio vedere chi è morto perché ha creduto nel diritto di non voler diventare soldato di una guerra assurda in un continente alla fame. Voglio piangere in ginocchio dinanzi a padri che avevano il dovere di salvare i loro figli e non ci sono riusciti. Mi sembra sufficiente, non credi?

- Hai ragione zio! Anche se ho fatto un po’ fatica a seguirti.

- Gelsomì, diritti e doveri sono materia assai complicata.

- Come si fa a capire quando i diritti e i doveri sono giusti?

- Non lo so! Sono vecchio e tante cose ancora non mi sono chiare. Una cosa però l’ho capita, sai?

-  Cosa zio?

- Il buon senso, Gelsomì  caro. Un padre che uccide la moglie, un padre che uccide qualcuno che potrebbe essere suo figlio e un padre ucciso per difendere suo figlio non sono proprio esempi di buon senso, ti pare?

- Sì, zio.

Il treno arriva, lo zio sale, il fischio della partenza e il treno si muove. Tranne Gelsomino. Rimane lì, intontito da tutte quelle parole, da tutta quella voglia di rivendicare il diritto ad essere uomini migliori. Le ore trascorrono e un altro treno arriva. Ci sale sopra e va a Milano pure lui. Non sa se sia un dovere, ma sente che è giusto.

 

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