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LA SOVERATO CHE VORREI:
Soverato città viva, libera, aperta.

Premesso che è bene ricordare che la città di Soverato si è sviluppata senza creare esclusione, e rappresenta, a tutt’oggi, un contesto socio economico dove continuano ad  intrecciarsi qualificati e importanti rapporti umani,economici e  professionali, dove ancora è forte il senso di appartenenza, e dove ancora si  esprime una forte e  qualificata socialità tra i Soveratani e gli ospiti della città. La città di Soverato è stata, ed è un volano di sviluppo che ha contribuito a far crescere il tutto il territorio del Basso Jonio.

Detto ciò è opportuno segnalare  che  la Città di Soverato sta vivendo, oramai, una lunga stagione non positiva, pur continuando ad essere un centro di  attrazione per le sue bellezze naturali, per la presenza di numerose istituzioni scolastiche, per la presenza  importanti  istituti di credito, di un qualificato presidio ospedaliero, di servizi destinati al turismo, d’importanti attrezzature destinate alle attività sportive. Servizi  che rendono la città, un qualificato punto d’incontro e di snodo per la crescita di tutto il  Basso Jonio  dove nonostante tutto moltissimi Soveratani esprimono ancora una spiccata dote di altruismo che denota un forte senso di socialità e solidarietà.

Nei quartieri cittadini di Poliporo, Corvo, Suvararu, Torrazzo, Arenile, Caramante, Bonporto, Portosalvo, è espresso, tuttavia, un latente disagio sociale che segnala un malessere urbano che sta indebolendo  tutte le relazioni sociali della città. Un disagio culturale sociale che si è amplificato a partire dagli anni 90 anche per  l’assenza di una reale classe dirigente  politica e sociale culturalmente incapace di affrontare e risolvere i reali problemi della città di Soverato e dei suoi cittadini. Perciò non è azzardato sostenere che la “Perla dello Jonio” sta rischiando  di perdere la sua storica e riconosciuta vitalità civica e sociale, che sta  perdendo il suo caratteristico  humus endogeno, che  l’aveva  fatta diventare negli anni 70-80  un’ambita meta di soggiorno, turismo, di lavoro, di passeggio e  d’incontri.

Le infinite solitudini che di addensano nella città di Soverato da settembre a giugno, lo stato di abbandono del Corso Umberto, la scarsa  cura dei  Lungomari-passeggiate: Europa, Giovanni XXIII, Ippocampo, evidenziano  chiari segni di abbandono o di atti vandalici. I quartieri simbolo della città  sottolineano  insopportabili forme d’inciviltà che deturpano  tutti i beni comunali , e l’assenza di una costante   manutenzione ordinaria e straordinaria delle civili abitazioni, fanno emergere uno  stato di abbandono e di lassismo che deturpano l’immagine della città di Soverato. Una città dove manca una reale e costante attività di controllo sociale, un’azione  preventiva in grado di  scoraggiare atti barbarici di tutti quelli che hanno messo nel mirino la città di Soverato come luogo per dare sfogo alla loro “libera attività deturpartiva”.

Un degrado urbano non più sopportabile per chi a Soverato ci vive dalla nascita. I residenti sono costretti a prendere atto che in città molti luoghi pubblici risultano abbandonati e  privi di qualsiasi manutenzione ordinaria o straordinaria, che evidenziano uno stato di abbandono e di non cura e di non  valorizzazione del patrimonio naturale.

Notiamo come le bellezze naturali della città: la spiaggia, il mare, le palme, i pini mediterranei presentano chiari segni di abbandono o di degrado. Così come dobbiamo prendere atto che la proliferazione delle seconde case ha impoverito socialmente  la comunità soveratese. Inoltre  la pessima ricettività degli ospiti, l’inadeguatezza dei posti letto alberghieri, i tanti palazzi stabilmente vuoti  per undici  mesi l’anno, gli insufficienti posti di ristoro, gli inadeguati  posti di incontro, il Corso Umberto privo di manutenzione, strade interne con evidenti segni di degrado,  compongono un puzzle negativo che  genera nei Soveratesi e negli ospiti una sempre e più evidente palese delusione di  vivere il loro quotidiano nella città di  Soverato. Un riscontro oggettivo lo evidenziano i dati negativi e non incoraggianti del  movimento anagrafico annuale, ma anche  i dati dei censimenti  sulla popolazione residente, che sottolineano  che la città di Soverato non è più un polo d’attrazione, non è  più una città d’amare, non è più una meta turistica, non è più una città dove l’inverno sembra primavera.

I Soveratani,  ma anche chi risiede  in città, hanno chiesto e continuano a chiedere alla classe politica che è alla guida della città che Soverato, un reale salto di qualità, una  concreta  cura dei luoghi fisici della città, una rivitalizzazione del pathos per  far ritornare la città di Soverato una città da vivere, in allegria, 24 ore su 24.

I Soveratesi, e i residenti in città continuano a chiedere alla classe politica di turno, una costante attenzione ai piccoli e ai grandi  problemi quotidiani, una reale e costante   concentrazione  culturale  per aumentare il benessere delle persone, la qualità della vita. Continuano a chiedere di rivitalizzare il  tessuto urbano della città, il  recupero dei beni comunali, una viabilità sicura, la dismissione dei parcheggi a pagamento, il rilancio dei tre Lungomari, del Corso Umberto, del Borgo di Soverato Superiore, una pulizia costante dell’arenile  che da sempre rappresenta un reale patrimonio della città, che però assomiglia sempre di più un parcheggio gratuito per battelli, barche, auto, rifiuti di ogni genere. La bianca spiaggia di Soverato il suo immenso arenile,  non può continuare ad essere utilizzato come un deposito a cielo aperto, non può consentire di essere occupato da strutture in cemento-lidi costantemente abbandonati per 10/11 mesi l’anno, così come non si può più continuare a non fare nulla per mettere in opera un porto turistico o un canale di parcheggio. La spiaggia di Soverato è un patrimonio naturale che appartiene a  tutti  e per questo motivo  deve essere salvaguardato e perseverato negli anni  per le future generazioni. Il malessere socio economico che sta attraversando la città di Soverato non ha certamente un’unica matrice o colpe individuali.

Molteplici infatti sono i fattori negativi che si sono accumulati negli anni  che possono essere cosi sintetizzati: Decadimento della polis e della classe dirigente, Degrado  urbano e degrado territoriale,  Fragilità del tessuto sociale, Debolezza delle relazioni socio economiche, Commercio quasi inesistente, Problema pesca e ricovero barche, Poca recettività, Turismo estivo caotico, Mancanza di  centri di attrazione, problemi legati al traffico estivo, Pochezza  dei Servizi Pubblici, Problema del Mercatino del venerdì, Problema dei parcheggi a pagamento, il non rispetto delle regole e della decenza civica. Appare evidente che bisogna rimodulare questi settori per rilanciare il pathos della città di Soverato, le sue bellezze naturali, i suoi spazi attrezzati, le sue identità naturalistiche, i suoi affetti, i suoi legami mettendo in circolo, in tutte le zone della città, azioni di riqualificazione sociali e culturali di medio e  lungo periodo.  

Il vuoto culturale che dagli anni 80 caratterizza la città di Soverato è figlia di una  classe politica incoerente, astiosa, con scarsa attenzione alla cura dei luoghi della città, che  ha generato la cultura del conflitto, del sospetto, della polemica e della bieca  appartenenza ideologica, culturale e religiosa, che ha dato vita ad una classe politica più attenta all’interesse personale che collettivo. Una  classe politica che  ha saputo  aumentare solo  le indennità mensili spettanti per legge ad un  Sindaco, ad un Assessore, ad un Consigliere Comunale o ai vari soggetti che compongono le commissioni o nuclei comunali, contribuendo a far  diventare la politica un mestiere da retribuire mensilmente.

Il futuro della città di Soverato non è riconducibile solo all’avvio di una sana e robusta economia di gestione,visto che ogni anno bisogna  gestire efficacemente  tra i  25 e 30 milioni di euro, compreso 1,5/2 milioni di debiti; ma bisogna saper coniugare concetti come: il benessere individuale, il ben vivere comune, la vivibilità di tutti i luoghi della città, la sicurezza, la solidarietà, la comunanza, la vitalità sociale, lo sport, la scuola, la sanità, le attività commerciali, le attività marine, il tempo libero,la socialità, la passeggiata serale, per poter continuare ed essere orgogliosi di  sentirsi un Soveratese o un  Soveratano, che si sente onorato di vivere in una città bella, armoniosa, efficiente e solidale.

I residenti della città di Soverato, oggi circa 9.600, che da più lustri non aumentano, e il numero dei residenti cresce solo perché in città esiste una qualificata comunità extraeuropea di  circa 300/400 persone  che svolgono tutta una serie di attività lavorative in città. Moltissimi Soveratani si auspicano l’avvio di una nuova stagione ideale  indispensabile per rilanciare l’immagine di Soverato.

Una città, oggi, sofferente, preoccupata, disorientata, poco attraente e chiusa in sé stessa. E’ da più lustri  che in città non si avviano percorsi culturali virtuosi, non s’individuano più mete sociali, obiettivi ideali, una cultura del saper fare, per dare vita ad un qualificato progetto sociale, economico, politico indispensabile affinché la città di Soverato ritorni ad essere considerato un luogo da vivere, d’amare, e dove la cultura dell’accoglienza è un patrimonio ideale di tutti i Soveratani.

 Enrico Vaccaro
 Sociologo

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