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Von Mises 3: A domanda dell’Avvocato Scoppa, rispondo…
(Leggi l'Articolo dell'Avvocato Sandro Scoppa... ndr)

   


Ho precisato in un intervento ( il secondo ) che reca la mia firma, che non ho nulla contro qualsiasi convegno che abbia un taglio culturale, a prescindere da chi lo organizzi e dal tema che si intenda discutere. Il mio riferimento all’ assessore Munizzi, nasceva dall’ esigenza di capire se l’ intitolazione della via a un economista che ha indubbiamente esercitato un influsso anche sulla filosofia, fosse un ‘ iniziativa nata dal suo assessorato. Solo questo. In una città che  -  a mio avviso – vive una crisi, prima ancora che politica, sociale, non mi sognerei mai di criticare chi organizza momenti di aggregazione, ancor meglio se di tipo culturale. Anche il mio riferimento a Marx, egregio avvocato, non nasceva che da un’ osservazione fatta dal sindaco Mancini, il quale attribuiva a Von  Mises, il merito di aver individuato le criticità del sistema capitalistico già nel 1922; mi sono permesso di far notare che Marx qualche dubbio sulla bontà e sulla tenuta del sistema capitalista l’ aveva avanzato qualche annetto prima. Solo questo. Non sono un fanatico di Marx, che ha sicuramente fatto i suoi buoni errori di previsione, ma non mi pare si possa disconoscere che qualche influsso, forse superiore a quello di Von Mises, lo ha avuto sulla cultura; inoltre  e per quanto attiene la nostra disquisizione mi pare la cosa più importante, Marx non è mai stato scambiato per un ciclista e credo che – di striscio o di rovescio – lo conoscano tutti. Ho già precisato che non ho niente contro Von Mises e non mi sono azzardato a muovere delle critiche al personaggio del quale ho confessato di saperne poco ( per fortuna ho scoperto di essere in buona e consistente compagnia) ho solo precisato che non mi pare che tutte le motivazioni addotte da lei e dal sindaco, non appaiono convincenti al fine di giustificare l’ intitolazione di una via e non perché sia straniero ( non mi pare che via Martin Luther King sia intitolata a un soveratese DOC) bensì perché estraneo ( concetto assai diverso ) alla comunità soveratese. Poi, sarà stato un grande, come lo è stato Gongora, De Quevedo, Metastasio, Caproni, Baretti, ma ciò non vuol dire che per ciascuno di essi bisogna inventarsi una via da intitolargli. Inoltre, è bene precisare che non tutti – Deo Gratias – sono liberali, non tutti si ritrovano con l’ interpretazione fornita da Von Mises, così come non tutti sono Marxisti, per questo motivo non mi sono mai sognato di proporre l’ intitolazione di una via  a Marx ( che nessuno scambia per un ciclista ) e mi pare che non abbia avanzato tale richiesta nessun Marxista di ieri e di oggi. Le vie della nostra città, come di tutte le città, recano i nomi di personaggi o di eventi che abbiano la capacità di rappresentare un esempio, di incarnare dei valori e dei principi in cui riconoscersi, di rinsaldare la memoria di accadimenti che hanno determinato la storia di quella comunità ,di contribuire alla sua identità e non mi pare – con tutto il rispetto -  che Von Mises  risponda a tali requisiti, almeno per la comunità soveratese, come del resto, a mio modesto parere, non rispondono altri personaggi a cui sono state intitolate delle vie anche importanti della città. Apprezzo il tono della sua risposta e apprezzo ancor di più il fatto che abbia replicato, al fine di alimentare una discussione che ho ingenerato con il mio articolo in virtù del quale ne sono seguiti altri e alla fine, paradossalmente, credo di essere stato fra coloro che maggiormente hanno contribuito alla conoscenza di Von Mises ponendolo al centro di una sana diatriba fra tesi civilmente opposte; forse sarebbe stato meglio se la discussione fosse stata aperta prima di procedere all’ intitolazione, tuttavia, si può ovviare, almeno in parte , provando a fare un bel sondaggio , fra i Soveratesi, circa il gradimento della suddetta intitolazione o circa il grado di conoscenza di Von Mises. Vorrei  infine, precisare - per rispondere alla sollecitazione dell’ avvocato Scoppa - che il sottoscritto difficilmente usa rivolgersi agli assessori comunali, per qualsiasi vicenda, che non siano in primo luogo Maurizio Gioviale , che è per me come un fratello, con cui ho condiviso gioie e tanti dolori, momenti di umana solidarietà che nessuna contrapposizione politica potrà mai cancellare o sminuire e Sonia Munizzi che è come una sorella maggiore, con la quale ci conosciamo da quando io sono venuto al mondo e lei è venuta  trovarmi poiché siamo cresciuti porta a porta, nella cui casa mi sono sempre sentito a casa mia.

La ringrazio per avermi voluto rispondere e per l’ invito. Colgo l’ occasione  per inviarle i più cordiali saluti

 Antonio Pellegrino

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A PROPOSITO DI MANCINI

   


Ho letto con piacere la replica del Sindaco Raffaele Mancini (Leggi l'Articolo... ndr) e accolgo le precisazioni relative alla toponomastica, sulle quali non ho motivo alcuno di dubitare. Così come non ho motivo alcuno di dubitare sul valore di Von Mises come economista, ma non mi convincono le motivazioni alla base dell’ intitolazione di una via allo stesso. Se è vero che aveva previsto la crisi dei mercati e dell’ economia di stato, è anche vero che non è stato il solo; per quanto concerne il primo punto, mi pare che già Marx, ben prima del 1922 avesse previsto il crollo del sistema capitalistico e le crisi cicliche; per quel che concerne l’ economia di stato ( che se ho ben capito ci si riferisce a quella degli ex paesi comunisti) mi pare che non fossero pochi gli economisti, i filosofi e i politici che ne avessero preconizzato il fallimento.  È vero altresì che Von Mises  fornisce qualcosa di più di una semplice dottrina economico – filosofica, ma giunge a delineare un ‘ interpretazione del mondo e a suggerire interventi utili per migliorarlo, il problema – per me – è che quella interpretazione liberale ( e se non erro liberista) non mi convince, perché credo che si possa non essere necessariamente degli apologeti del liberalismo e credere, invece, che ancora lo stato debba avere un ruolo nell’ economia, sia pure particolare, un ruolo volto a cercare di attuare misure tendenti a equilibrare gli squilibri, ad  alleviare l’ ingiustizia sociale, volto a offrire tutele e garanzie ai soggetti più deboli. Mi pare che la crisi che ancora stiamo vivendo , abbia avuto origine in paesi liberali e abbia richiesto l’ intervento , spesso massiccio, dello stato per salvare il salvabile. Non posso non apprezzare il tono con cui il Sindaco ha risposto alle mie critiche ( del resto avevo detto di aver avuto con lui sempre un dialogo costruttivo) e non posso non apprezzare il fatto che abbia replicato, come è giusto che sia, facendo le osservazioni che più ha ritenuto opportune; mi preme precisare che non ho però mai detto che i componenti della maggioranza non possano esprimere liberamente il proprio pensiero, ho voluto sottintendere che spesso è comodo adeguarsi, anche perché magari non tutti – in alcuni casi - hanno un pensiero da esprimere. Apprezzo poi che mi abbia risposto il sindaco, senza delegare nessuno, su questo ci troviamo perfettamente, ciascuno deve avere il coraggio di firmare ciò che pensa e di esprimerlo direttamente, non in conto terzi. Non ho mai avuto problemi ad apporre una firma in calce a un mio scritto, mi pare un atto di civiltà, di correttezza, mentre il contrario mi pare vile. Ringrazio Mancini per la replica e gli auguro buon lavoro.

 A. Pellegrino

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Soverato
Ancora su Von Mises

   


Il mio articolo relativo all’ intitolazione di una via a Von Mises mi dicono che abbia suscitato parecchie reazioni, ovviamente negative, che sono legittime e che tuttavia mi pare si fondino su una poco corretta interpretazione di quanto da me sostenuto nel succitato articolo, nel quale non ho espresso alcun giudizio di merito sul personaggio, anzi, ho confessato di non conoscerlo bene; non ho citato il convegno organizzato sullo stesso, perché mi pare  non avesse alcuna attinenza con il ragionamento che ho tentato di proporre. Un convegno relativo all’ economia è un’ iniziativa che non può che arricchire la città, un momento di aggregazione culturale che non mi sognerei mai di criticare ( e che infatti non ho criticato). Per essere più chiaro, se invece di Von Mises , la strada fosse intitolata a Von Moltke o a Walpole, avrei fatto lo stesso ragionamento, che prescinde dal valore intrinseco del personaggio. Walpole non ha alcuna attinenza con la nostra storia e non reca meriti particolari per noi, tali da dovergli dedicare una via. La stessa cosa vale per Von Mises, poi si può non essere d’ accordo con il mio ragionamento che , però, non va travisato o volutamente interpretato in maniera errata. Nel mio articolo, ho precisato che la scelta appare in contraddizione con un’ altra scelta fatta dall’ amministrazione qualche anno addietro, quando si volle intitolare una piazza che era Piazza Matteotti, a un noto sacerdote che aveva operato in città contribuendo, con i suoi studi, alla ricostruzione della storia della stessa, perché il sindaco riteneva che bisognasse valorizzare i personaggi locali. Se il sindaco ha cambiato idea va benissimo, libero di farlo, ma allora istituiamo una via , un sentiero, una “ ruga” che rechi il nome di Matteotti che – scusatemi se ho le mie idee – mi sta molto più a cuore di Von  Mises, che sarà stato un grande liberale, ma purtroppo, io liberale non lo sono e , tendendo a sinistra , mi ritrovo molto più con Matteotti, un uomo che ha pagato con la vita il coraggio di essersi opposto alla dittatura, un esempio nobile di antifascismo, lo stesso su cui si fonda la Repubblica italiana ! si può dire che non mi piace l’ idea di intitolare una via a Von Mises senza essere accusati di lesa Maestà e senza essere strumentalizzati a fini politici ? poi , tanto di cappello per chi si  adopera per organizzare un convegno, per chi  interviene, per Von Mises come economista, ma non mi pare che meritasse la intitolazione di una via nella mia città per i motivi che ho esposto. Mi sono permesso di citare l’ assessore alla cultura perché l’ avevo contattata pensando che fosse stata fra i promotori dell’ iniziativa, che è stata propagandata come culturale; fosse stata assessore all’ ambiente non l’ avrei citata, ma mi sembrava strano che un ‘iniziativa culturale registrasse il mancato placet dell’ assessore alla cultura. La mia è una polemica che si può definire culturale ( se mi passate tale definizione), ma di certo non politica, per cui si può dissentire, replicare, anche inveire contro la mia tesi , ma restando nell’ ambito della diatriba culturale, senza cercare di caricare di significato politico le mie idee, magari contro qualcuno o pro qualcuno. All’ interno dell’ attuale maggioranza siedono amici e conoscenti che non ho mancato di elogiare pubblicamente quando hanno fatto qualcosa che mi è sembrata degna, con lo stesso sindaco non ho mai avuto problemi di sorta e ho anzi sempre sviluppato un dialogo costruttivo, ma se ha potuto fare piacere alla maggioranza quando ho elogiato alcuni suoi uomini o alcune sue iniziative, oggi , la stessa, deve saper accettare una mia posizione critica  rispetto a un’ iniziativa che non condivido; senza il diritto di critica – in genere  - si scade nel conformismo e nel peggiore dei casi, nella dittatura ; non mi esaltano né l’ uno , né l’ altra , per cui critico quando lo ritengo opportuno, la destra e la sinistra , consapevole che esiste il diritto di replica e dunque prendano, coloro che volessero esprimere la loro contrarietà alle mie tesi, carta e penna e scrivano; il confronto, la diatriba e lo scontro sono il segno che non tutto è morto, che non tutto si è appiattito, che il pensiero è ancora vivo e che non esistono solo  lacchè e tirapiedi.

 A. Pellegrino

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Soverato
Via Von Mises: Perché?

   


Leggo con un misto di stupore e sana curiosità che Soverato ha deciso di intitolare una via a Ludwig Von Mises. Non ci sono state grandi polemiche sulla vicende, mentre in altre città spesso negli ultimi tempi l’ intitolazione di una via, un sentiero, un viale, ha spesso scatenato polemiche che hanno interessato i media a livello nazionale; polemiche sull’ ipotesi di intitolare una strada a Roma a Bottai, una  a Craxi. Su Von Mises nessuna polemica, forse perché la stragrande maggioranza dei cittadini non sa nemmeno chi sia ? mi chiedo se gli amministratori locali che hanno votato a favore ne abbiano sentito parlare . confesso la mia parziale ignoranza relativamente al personaggio che tanto è stato onorato, ma mi sembra di rammentare che trattasi di un liberale, anzi , di un economista liberale che ha sferrato attacchi senza mezzi termini al socialismo. Non riesco sinceramente a capire cosa c’ entri con Soverato. certo, ci sarà chi avrà già pronta la risposta preconfezionata volta a chiamare in causa il mondo globale e a tacciarmi di provincialismo, ma qualche conto non mi torna , perché mi are che fu lo stesso sindaco che oggi si è “ globalizzato” a voler intitolare una piazza a un personaggio che aveva operato in Soverato e che con i suoi studi aveva contribuito alla ricostruzione della storia di questa città, cambiando il nome di quella piazza che era stata intitolata a Matteotti. qualcuno dei promotori mi pare abbia giustificato l’ intitolazione a fini didattici – pedagogici, poiché i cittadini trovandosi di fronte il nome di uno sconosciuto, a suo avviso, sarebbe portati a informarsi sullo stesso e quindi ad ampliare i loro orizzonti. La motivazione pertanto è culturale; ma allora mi chiedo , perché non intitoliamo tutte le strade a dottrine filosofiche, poeti, scienziati, a correnti artistiche, in questo modo la formazione  culturale dei noveratesi sarebbe  eclettica, si potrebbe anche fare a meno delle scuole. Peccato però che non credo proprio che i noveratesi leggendo il nome della via vadano a fare delle ricerche, altrimenti tutti dovrebbero sapere chi è fra Giacomo da Zumpano, chi è Carlo Amirante, cosa sia S. Martino, Vittorio Veneto, perché via Solforino. Propongo un’ inchiesta – intervista , semplice semplice, proviamo a chiedere ai noveratesi se sanno perché le succitate vie recano quei nomi e propongo di partire dagli assessori e dai consiglieri. Sono sicuro che ne sentiremmo delle belle!

Ritengo che si usi intitolare le vie a personaggi conosciuti proprio perché i loro nomi possano rimandare a gesta , opere e azioni che tutti conoscono e che possano essere da esempio; possano rappresentare qualcosa per la memoria di un popolo, di una comunità. Se c’ era bisognoi di qualche nome si poteva chiedere un po’ in giro, se proprio si voleva un liberale si poteva anche pensare a un certo Croce ( ha forse il demerito di aver firmato il manifesto antifascista? ) sì, forse è troppo politicizzato e allora poteva andar bene un Zanardelli, altro liberale con qualche merito; ma se anche quest’ ultimo fosse poco aduso alla bisogna, mi viene in mente un certo Locke,m anche lui forse qualche merituccio lo reca.  Tuttavia, non vedo perché proprio un liberale quando il mondo ha bisogno forse di esempi che abbiano prodotto ben altro, come l’ esaltazione dei diritti dell’ uomo, del concetto di tolleranza, avessero chiesto a me, avrei sicuramente proposto, di getto un Gandhi, un Filippo Neri, un De Filippo, un La Farina, tanto per restare in tema con i 150 anni dell’ unità nazionale ( che una volta era sacra per la destra ). Ma forse questi personaggi hanno il difetto di essere troppo noti, di essere portatori di messaggi chiari, di rappresentare esempi troppo lampanti, assai poco sofisticati per il palato fine di quegli amministratori che con convinzione hanno scelto Von Mesis, loro , tutti dotti economisti e studiosi del pensiero liberale, loro che hanno ben pensato di stimolare noi poveri ignoranti a informarci e ad allargare i nostri orizzonti culturali così angusti e provinciali perché non compendiano Von  Mises. Mi pare che solo l’ assessore alla cultura non abbia votato a favore e forse, il fatto che non fosse d’ accordo l’ assessore alla cultura , Sonia Munizzi, un po’ doveva farli riflettere, spero che non abbiano pensato che l’ assessore fosse illiberale solo perché non si è liberamente adeguata come hanno fatto glia altri.

A. Pellegrino

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