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Rubrica di Salute & Benessere a cura di Filippo Apostoliti

Numero 28 - Per eventuali Richieste e Consigli scrivere a: info@soveratoweb.it


   


Quanto sale mangiamo?
Dott.ssa Jessica Maiuolo

Quanto sale mangiamo ogni giorno? È vero che il sale è nascosto anche nei dolci? Esistono cibi senza sale? Che serve tutto il sale che l’industria alimentare utilizza nei prodotti?

A che serve il sale?

Il sale da cucina (cloruro di sodio) è indispensabile per il buon funzionamento del nostro organismo, ma deve essere assunto nelle giuste quantità.

In particolare, è il sodio, di cui il sale è fatto, a svolgere tutte le importanti funzioni biologiche. Però il sodio è già presente nei principali alimenti che mangiamo e quindi il sale lo utilizziamo solo per insaporire il cibo. 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di mangiare ogni giorno circa 6 grammi di sale (corrispondente a 2,4 g di sodio), tuttavia le comuni abitudini alimentari ci portano ad assumere giornalmente una quantità che va ben oltre la dose consigliata (più del doppio)…..e questo non fa bene!

Quali sono le conseguenze?

Il consumo eccessivo di sale (e quindi di sodio) può favorire, nei soggetti predisposti, l’aumento della pressione (ipertensione arteriosa) e di altre patologie al cuore e ai reni perché più sale vuol dire più liquidi in eccesso nel nostro corpo.

Inoltre, il sodio in elevate quantità determina e favorisce l’eliminazione di calcio attraverso l’urina e quindi favorisce l’osteoporosi.

Anche il soprappeso, infine, sembra essere correlato all’assunzione di sale: infatti chi abusa di sale o cibi salati percepisce maggiormente la necessità di bere bevande zuccherine che sono ricche di calorie.

Quali sono le fonti di sodio?

·        Per il 10% il sodio è contenuto negli alimenti allo stato naturale: quindi c’è sodio nell’acqua che beviamo (basta leggere l’etichetta), nelle verdure, nella frutta e nella carne;

·       Il 36% corrisponde al sodio contenuto nel sale che aggiungiamo agli alimenti durante la cottura o a tavola;

·       Infine ben il 54% di sodio è contenuto negli alimenti trasformati o               che consumiamo fuori casa.

Questi dati allarmanti ci fanno ben capire come la maggior parte del sale (e quindi del sodio)  si trova nei cosiddetti “alimenti trasformati”.

Ma quali sono gli alimenti trasformati?

Quelli che dallo stato di origine hanno subìto processi di lavorazione tali da incrementare il loro contenuto in sale: gli insaccati, i prosciutti (cotto e crudo), le conserve, le patatine in busta e simili (arachidi, noccioline, snacks, ecc…), alcuni formaggi (provolone, parmigiano ed altri), il tonno sott’olio, ed altri ancora.

Dove è nascosto il sale?

Ma la cosa più inquietante, su cui vorrei porre la vostra attenzione è che esistono prodotti alimentari in cui il sale compare come una fonte “nascosta”. In questo caso la situazione sfugge completamente al nostro controllo: per esempio se soffriamo  di pressione alta possiamo scegliere di bere un’acqua con un minor contenuto di sodio oppure possiamo diminuire l’aggiunta del sale a tavola o possiamo evitare alimenti noti per il loro eccessivo contenuto in sale,  ma come si fa a limitare o eliminare le “fonti nascoste di sale?

In parole più povere, quali sono questi alimenti “nascostamente” ricchi in sale?

Chi non ricorda la scelta al supermercato dei “crackers non salati in superficie” allo scopo di ridurre il senso di sete ai bambini e, perché no, limitare anche il consumo di sale aggiunto?

Bene, in realtà tutti i crackers contengono normalmente sale, così come il pane, i grissini, i michetti, i crostini, i granetti e le fette biscottate! 

Il sale è anche presente in molte salse (salsa di soia, maionese, ketchup, senape e dado per il brodo).  

Anche se il contenuto in sale di questi alimenti è minore rispetto a tanti altri, l’assunzione in sale risulta comunque aumentata dal momento che consumiamo più spesso ed in quantità superiore  il pane e la pasta rispetto alle patatine in busta.

Fino a qui non dico nulla di nuovo o di sconvolgente, ma chi  mai crederebbe di trovare del sale (e anche in quantità importanti) nei biscotti dolci o nel cornetto, nelle merendine e nei cereali della prima colazione? Eppure il sale c’è!!!  C’E’ SALE ANCHE NELLE CARAMELLE MOU E NELLA CARAMELLE ALLA FRUTTA!!!

Dunque, tirando le somme, cosa possiamo fare per ridurre la quantità di sodio che ingeriamo?

Di sicuro non possiamo stravolgere la nostra comune alimentazione.

Possiamo ridurre gli alimenti noti ricchi di sale, ma non possiamo eliminare pane, pasta e cereali.  La cosa più semplice sarebbe quella di evitare di aggiungere sale agli alimenti: se siamo abituati a mangiare il cibo molto saporito potremo gradualmente abituarci a ridurre  il sale. Tranquilli, il palato si rieduca facilmente.

Inoltre potremmo introdurre nella nostra alimentazione spezie ed erbe aromatiche che diminuiscono nettamente il consumo di sale conferendo al cibo un nuovo sapore.

Anche aceto e limone aiutano a ridurre il sale.

Infine, quale sale scegliere?

Ce ne sono di tutti i tipi: fino, grosso, grezzo, marino, iodato, dietetico, aromatizzato, sale rosa dell’ Himalaya, sale affumicato, sale nero, ecc…

Potremmo iniziare il percorso di diminuzione del consumo di sale utilizzando il cosiddetto “sale dietetico”, che ha un minor contenuto in sodio in quanto parte del cloruro di sodio è sostituito da cloruro di potassio. Una volta raggiunto l’obiettivo, dovremmo sostituire la quantità (ormai ridotta) di sale comune con il sale iodato che presenta, rispetto al sale normale, l’aggiunta di iodio.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consiglia l’uso di sale iodato per prevenire le carenze di iodio che in Italia (e particolarmente in Calabria) sono diffuse.

Vita salata? Vita in salita

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