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Come Eravamo

COME ERAVAMO - Anni '50 e '60 a Soverato di Franco Cervadoro

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La Perla di Ferdinando

di Franco Cervadoro

Soverato - La Perla di FerdinandoA Ferdinando Procopio dobbiamo l’invenzione della “Perla dello Ionio”, perche così chiamò il suo stabilimento balneare.

Da qui il magnifico epiteto passò alla Città di Soverato.

Non aveva però esagerato.

 Il suo Lido,  interamente in legno, era una sciccheria, una  autentica perla affacciata sullo Ionio.

Sorgeva più o meno al posto dell'attuale Sombrero, lontanissimo, sulla battigia, perchè allora non c’era il Lungomare, la via Marina tagliava dritto dal Miramare al Quarzo e la spiaggia sembrava infinita.

Una lunga passerella ti prendeva dalla strada e ti accompagnava, come un tappeto d’onore, nel cuore dello stabilimento, la Rotonda, sospesa su una palafitta protesa sul mare, con una veranda coperta ed una balconata avanzata.

A destra e a sinistra si stendevano le due braccia di cabine dipinte di giallo con in mezzo un rombo di colore rosso.

Sembrava S. Pietro ed il colonnato del Bernini.

Qui appoggiati alla staccionata,con in faccia il golfo si beveva e si parlava dolcemente d'amore, mentre il rumore della risacca ci trasportava lontano da tutti.

Da Ferdinando, che non ci perdeva mai di vista, e dalle mamme, che invece fingevano una diplomatica distrazione.

Dopo la piazzetta Gregoraci, sede storica della prima Miss Soverato, e prima del Miramare, la Perla di Ferdinando era il locale delle feste sul mare e dei concorsi di bellezza.

Qui sono stati eletti i campioni di bellezza dell’epoca, non solo tra le ragazze, ma anche tra i bambini e le bambine.

Ricordarvi i loro nomi è inutile perché sono ancora i più belli Over 60 della città.

Erano feste seguitissime e vi partecipava tanta gente che una sera per poco non finì  in un bagno collettivo per il cedimento della palafitta.

Sulla terrazza addobbata suonava la romantica Orchestra Azzurra, con i suoi maestri di musica: Vincenzino di Chiaravalle al basso, Nicola e micciu al sax, Peppino di Gagliato alla chitarra, Maria alla fisarmonica e Cecè Destito alla batteria.

Cecè Destito, una forza irresistibile di simpatia chiusa in un papillon.

 Poi all'alba, quando tutti se ne erano andati, ai suonatori senza fiato che gli chiedevano la paga ed il consenso per tornarsene a casa, Ferdinando seraficamente rispondeva: " E chi! Aviti prescia? "

Perchè  per Lui il tempo aveva un valore relativo, tutto era lento, tutto era addolcito, tutto era differibile.

Singolare personaggio Ferdinando Procopio, difficile incontrarlo a piedi, girava sempre in bicicletta con la borsa di paglia della spesa attaccata al manubrio e con il cappello in testa, sempre flemmatico,  ma autentico pioniere del turismo a Soverato.

Dotato di un intuito eccezionale e di una sensibilità operativa non comune a Lui si deve la geniale idea della Pizza-Minuto-per-Minuto.

Dal suo altoparlante, che provava con un soffio, ci avvertiva che:

FFUUFFUU   “ sono nel forno le vere pizze napoletane” poi altro soffio e ci aggiornava:

FFUUFFUU  “mancano pochi minuti alla uscita delle vere pizze napoletane” infine, altro soffio,

FFUUFFUU “sono uscite le vere pizze napoletane".

 E qui credetemi diventa difficile descrivervi l’attesa, la corsa ed il sapore di quelle pizze bollenti dalla mozzarella filante che ti si attaccava al naso.

 Chi stava nelle vicinanze arrivava in tempo, gli altri aspettavano il secondo annuncio e così via fino all'ultima sfornata della serata, tutto rigorosamente annunciato da questo imperterrito speaker.

Per questo, per la sua travolgente semplicità a Ferdinando si perdonava tutto, anche quando gli dicevi che il caffè era amaro e lui ti rispondeva infilando il dito nella tazzina, "A mia mi para che è bonu."

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