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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò

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CASO PER CASO?

 Sapete cosa vorrebbero i garantisti, i tardoilluministi e gli avvocati cresciuti a film di Perry Mason? Che se viene ammazzato Caio, si tenga un bel processone in tre gradi di giudizio, più un ricorso in sede europea, all’ONU e all’altro... finalmente si scopre che ad ammazzare Caio è stato personalmente Mevio, lo si condanna con le attenuanti eccetera, e siccome sono passati dieci anni, lo si scarcera pure. Nel frattempo è stato ammazzato Mevio, e, con il procedimento di sopra, viene condannato e scarcerato Sempronio; e così per Publio, Tiberio, Marco, Manlio eccetera. Siamo o non siamo nell’Occidente che ha scoperto i diritti dell’individuo? E, secondo loro, io dovrei essere pure d’accordo. Mollis lex, sed lex.

 Invece a me, sul piano strettamente morale, i trapassi all’altro mondo dei Mevi e Cai suddetti mi lasciano indifferente perché, come sanno tutti ma non lo dice nessuno, sono quasi sempre rischi professionali come quando un corridore automobilistico va a sbattere al muro.

 L’altro motivo per cui a me non basta affatto sapere caso per caso se Y ha fatto fuori X, è che se in un’area avvengono dieci omicidi o giù di lì, e incendi di municipi e lidi, eccetera, tutto posso pensare tranne che siano casi separati da giudicare caso per caso. Mi preoccupa la degenerazione del territorio da cui provengono i casi che si sono già verificati, e da cui potranno provenire, e proverranno in effetti, molti altri simili casi. Il problema è dunque globale, e bisogna prendere provvedimenti globali.

 Cominciamo da quei discorsi che fanno la gioia dei temi in classe dei proff. a corto di idee, e dei convegni antimafia segue cena: la criminalità organizzata impedisce lo sviluppo eccetera... Invece secondo me e secondo ogni persona dotata di senso pratico, è proprio il contrario: la progressiva, precipitosa decadenza dell’economia suscita la tentazione di arrangiarsi, delinquenza compresa. Una Soverato che non ha più lavoro, commerci e turismo seri, e in cui l’economia ristagna, facilmente ospita fenomeni un tempo rari. Bisognerebbe tornare ai bei tempi che furono, quando Soverato era Soverato, e c’erano soldi e lavoro. Una buona soluzione, ma occorrerebbero decenni.

 C’è poi anche la possibilità che i violenti divengano buoni e miti. Per carità, è pure possibile; ma occorrono secoli.

 Servono dunque provvedimenti più rapidi. Qualcuno ha subito proposto il potenziamento delle forze dell’ordine presenti in città; e magari a qualcun altro tornerà l’uzzolo di ottenere un bel Commissariato di polizia. Eh, no, ragazzi: abbiamo già una Compagnia dei Carabinieri, una Tenenza di Finanza, un Comando di Marina, più la Stradale, più i Vigili urbani, più i Vigili del fuoco, e ogni tanto si affacciano anche le Guardie ecozoofile e la Polizia provinciale. Insomma e in proporzione, abbiamo più truppe a Soverato che ad Herat. No, non ci servono altri effettivi; ci servono altri metodi.

 Quali metodi? Beh, ora ne volete sapere troppo da un povero professore di lettere! Mica posso presumere di insegnare io alle forze dell’ordine come si fa a sbattere in galera qualcuno senza andare tanto per il sottile... e, se scarcerato per cavilli, risbattercelo per un altro reato, e così via... e così, magari, salvargli la pelle! No, non lo posso presumere! Tanto meno io, mite uomo di penna, oserei suggerire come far ricorso ad operazioni diciamo così riservate e notturne! Di notte, come diceva Hegel, tutte le vacche sono nere. Io, garantista qualmente tutti sanno, sono un sostenitore accanito degli illuministici diritti dell’uomo, e fermamente convinto che tutti sono innocenti fino a sentenza definitiva, e pure dopo! Perciò non sarò certo io a proporre l’uso di sistemi un tantino diciamo così spicci e fantasiosi. Certo, in qualche modo bisognerà pur fare, prima che la situazione peggiori! Perché lasciò scritto Cicerone che quando non funziona l’apparato giudiziario, è inevitabile che i cittadini... Un indovinello: come finisce, la frase di Cicerone? Io non me lo ricordo, aiutatemi! Però mi pare che non finisse tanto tranquillamente.

 Ulderico Nisticò

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