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La Chiesa e lo Stato

   
11 gennaio 2011, le lancette della storia sono andate avanti ma non per tutti. Proprio in questi giorni il Papa, in qualità di Capo di Stato, ha ricevuto il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, per il consueto scambio di cortesie. Ed allora direte voi, dove è la stranezza? In nessun posto se il Papa, in qualità di Capo di uno Stato autonomo e attualmente circoscritto alla Città del Vaticano, avesse parlato con i diplomatici delle scuole, dell'economia e delle leggi dello stato che Egli governa.....Invece, con un balzo indietro delle lancette del tempo, ha sentito il dovere di parlare delle scuole "laiche" del laico stato italiano,ed anche delle scuole degli altri paesi. Le sue parole sono state questa volta rivolte contro chi, nella scuola, osa parlare di educazione sessuale. Il ruolo formativo delle istituzioni scolastiche statali si deve fermare difronte al sesso....E chi allora darà i giusti insegnamenti per una corretta sessualità alle giovani generazioni??? Chi oltre alla famiglia potrà spiegare qualcosa di naturale come la riproduzione??? Forse i parroci ed il personale religioso??? Verrebbe facile la battuta: ma se loro per scelta hanno proprio fatto voto di castità!!!! Ma evitiamo di cadere nel pecoreccio e pensiamo invece a come ancora oggi la chiesa cattolica pretende di poter intervenire sull'operato di quelle istituzioni laiche che sono deputate alla formazione. E mi si conceda il termine, "laiche" in alcuni nostri comuni del Sud mi sembra proprio un eufemismo. Non corriamo però il rischio di cadere nella trappola di un'altra battaglia come quella contro il crocefisso: sarebbe già una sconfitta annunciata. Non facciamoci fuorviare da discorsi che si fermano alla forma: andiamo alla sostanza.  L'ingerenza del Papa mi sembra grave, anche perchè i programmi ministeriali hanno già dato indicazioni in merito a tutti i docenti di ogni ordine dui scuola. L'educazione sessuale non vuole dire costumi scellerati e abitudini libertine che la scuola incoraggia. Siamo tutti contro questo, ma ritengo dobbiamo fare fronte comune per pretendere che nell'educazione (anche quella sessuale) nessuno cerchi di far passare ingerenze proprie. E mi dispiace in conclusione dare una risposta al Sig. Pennisi, che sicuramente plaude a quanto detto dal Papa, ma almeno nelle scuole pubbliche lasciamo che siano i docenti i soli deputati all'intervento educativo....Ma credo che la questione meriti ben altre considerazioni che le mie e quindi lascio la parola a quanti, come sempre in forma civile e decorosa, vogliano dire la propria. 

Nino Normanno

   
   


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A proposito dei Salesiani...

   
Ho letto con interesse l'articolo del Prof. Ulderico Nisticò sul "parroco" di Soverato (Leggi l'Articolo... ndr), e come al solito ho personalmente tratto alcune considerazioni. In alcuni punti mi trovo in accordo, in altri sono in totale disaccordo, ma questo penso sia il vero spirito della dialettica! Ho invece letto stamattina quanto scritto in risposta al sopracitato articolo dal Sig. Pennisi (Leggi l'Articolo... ndr). Non posso certo dire di questo ultimo articolo le stesse cose. Mi sembra una "lavata di faccia" nei confronti del parroco. Premetto che io non sono uomo di chiesa e che non frequento quindi la parrocchia e l'oratorio di Soverato, ma qualcosa in giro pure si sente. Io ho sempre detto a chi lamentava le "lunghissime tirate nelle omelie" che non era poi obbligatorio andare a messa...ma capisco che per un credente e praticante è come negare un diritto. Si un diritto: il diritto alla manifestazione della propria fede nella casa del culto. Non vado in chiesa, ma credo che chi pratica quei luoghi abbia diritto ad sentimento anche di comprensione e di accoglienza. Pare che i rimproveri e le prese di posizione del parroco siano un tantino discostanti da quanto detto dal Signore... Il Sig. Pennisi parla ovviamente difendendo posizioni che accetta, ma dovrebbe fare un piccolo esame di coscienza e pensare a quanto succede a Soverato. Non so quale sia la disputa sul bilancio della festa, ma forse dopo tanti mesi il dubbio che il prof. Nisticò insinua, diventa legittimo..... Posso invece parlare, per personale esperienza della scuola dei salesiani, a cui tutti fanno riferimento. Posso ricordare che Soverato non ha mai avuto, negli anni fecondi, in liceo classico perchè bisognava sponsorizzare la scuola dei salesiani, o delle figlie di Maria Ausiliatrice per il magistrale. Erano gli anni settanta quelli della divisione fra sessi: se eri maschio e provenivi da una famiglia di sani principi cattolici andavi al classico, se eri femmina andavi al magistrale...e se qualche ragazza aveva velleità "classiche"...c'era la scuola statale a Catanzaro, come pure il magistrale per i pochi frequentanti di sesso maschile.... Allora i salesiani erano numericamente potenti e facevano il bello e il cattivo tempo con le compiacenti autorità scolastiche. Quando le vacche sono cominciate a diventare magre, qualcuno ha rispolverato il pensiero pedagogico di Don Bosco e si è accorto che da nessuna parte era tracciata questa divisione netta fra i sessi, con buona pace di chi per anni aveva dovuto accettare il contrario. Ma di queste cose a Soverato si preferisce non parlare molto, anche perchè quasi ogni famiglia ha un ex-allievo. Ma almeno a supporto di questo c'era un validissimo corpo docente, sia dai salesiani che dalle suore...e di questo ne siamo tutti convinti. Un corpo docente, pur con il limiti della scuola confessionale, aperto al dialogo e con una preparazione di grande spessore didattico e culturale. Andando avanti con gli anni, purtroppo, anche questa caratteristica si è affievolita, e complice la diffusa crisi, le scuole si sono quasi svuotate.....comprese quelle dei salesiani. Forse non ha fatto la cosa più corretta chi ha nominato parroco il direttore dell'Istituto Salesiano: due poteri spirituali forti racchiusi nella stessa persona non sono il massimo della democrazia, ma di questo Santa Romana Chiesa ha fatto spesso un suo baluardo. Che dire alla fine: per rispetto di chi va a messa per fede e non per dovere, forse chi è pastore di anime, dovrebbe rivedere alcuni comportamenti, con buona pace di Pennisi e Nisticò.

 Nino Normanno

   
   


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