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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò

Numero 08 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it

SOVERATO IN GUERRA

 Tranquilli, non sta succedendo nulla di grave, e del resto questi non sono tempi di guerre, ma solo di cronaca, al massimo, ogni tanto di cronaca nera. È che, ogni tanto, mi va di raccontarvi un po’ di storia della città, e questa volta mi gira di buttarla sul bellicoso. La rubrica è mia, e ci scrivo quello che mi pare. Le anime tenere e politicamente corrette, passino oltre.

 Non sappiamo se si svolse qua da noi qualche evento delle infinite guerre dei Siculi, Greci, Romani, Cartaginesi, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi, Aragonesi, Spagnoli eccetera. Immagino di sì, per la centralità di Soverato nel Golfo di Squillace; però non ne sappiamo niente, e diciamo perciò solo le cose certe.

 Si racconta che, contro Saraceni e Turchi, i nostri antichi si difendessero con le pietre: meglio che niente! C’erano però, a Soverato “Vecchio”, mura di cinta e torri. Le porte si chiudevano la sera, e il banditore gridava: “Cu’ èsta dintra, esta dintra, cu’ esta hora esta hora”, e non entrava e usciva nessuno.

 Nonostante questo, nel 1594 il pascià Cicala, cristiano rinnegato, devastò Soverato; e si spinse fino alla Pietà. Ma non poté impadronirsi, come già sappiamo, della campana d’oro.

 Durante l’invasione francese del 1806-15, quando la Calabria si ribellò allo straniero, e, in mezzo alle bande di insorti c’erano anche briganti di professione, alcuni di loro saccheggiarono il paese – era ormai Soverato Superiore – e portarono via anche il sigillo del Comune.

 Il governo del sedicente re Gioacchino Murat fece occupare Soverato da un reparto di soldati, che prese stanza nella chiesetta di Santa Maria di Poliporto, oggi del Rosario.

 Molti soldati di Soverato parteciparono alle guerre dell’Italia unita (Terza guerra d’indipendenza, 1866; guerre d’Africa Orientale 1890; Libia, 1911-2; Prima e Seconda guerra mondiale, 1915-18 e 1940-45). Ne parleremo alta volta, e qui ricordiamo qui solo Alfredo Comito e Baldassarre Sinopoli.

 Intervenuta l’Italia nella Seconda guerra mondiale, Soverato accolse un presidio di fanteria, che alloggiò nel castello (c’era un castello, e anche di questo diremo); e una batteria di artiglieria antinave, con antiaerea. I meno giovani sanno che si chiamava “chianu da batteria” quella che oggi diciamo Panoramica; e una delle piazzole delle tre bocche da fuoco si ammira ancora nell’Orto botanico.

 Il 30 gennaio 1943, si assiste ad uno scontro tra un sommergibile nemico, che tenta di colpire il ponte ferroviario sull’Ancinale, e la nostra artiglieria. Si credette fosse stato colpito. Il 16 febbraio, Soverato subisce un mitragliamento aereo; un bombardamento, l’1 marzo; il 16 luglio, aerei nemici bombardano Satriano, distruggendo la chiesa Matrice; il 22 si assiste da lontano al cannoneggiamento navale di Crotone, il 23 ad incursioni aeree su Isola Capo Rizzuto, il 24 su Catanzaro Marina; l’8, il 9, il 10, l’11 agosto, ancora bombardamenti di Catanzaro Marina; dei bimotori inglesi bombardano anche Soverato; Ancora il 15 e il 19 agosto, bombe su Soverato. La gente, terrorizzata dalla minaccia aerea e dall’imminente arrivo delle truppe nemiche, “sfolla” verso località interne.

 Il 12 agosto dei camion tedeschi di passaggio chiedono ospitalità ai Salesiani, e la ottengono dopo aver assicurato di non portare con sé esplosivi.

 Gli ultimi fuochi della guerra divampano a Soverato: il 6 settembre emergono due sottomarini nemici che, ai colpi dalla nostra artiglieria, scompaiono alla vista.

 Il 7 settembre, il terribile bombardamento angloamericano di Catanzaro, e incursioni su tutto il Golfo.

 Ha uno strano fascino simbolico apprendere che forse l’ultimo aereo nemico abbattuto dalla contraerea italiana prima dell’Armistizio cadde, quel giorno, a Soverato. Mancavano poche ore alla fine della guerra nel Sud: ma i nostri soldati compirono il loro dovere. L’aereo era americano, e il pilota, catturato, venne consegnato ai Carabinieri.

 L’8, avvicinandosi per terra il nemico, Soverato viene evacuata dal Presidio: le truppe si attestano a Badolato, dove combatteranno ancora con valore; la batteria d’artiglieria si ritira fino alle montagna di Sersale.

 Arriva la sera notizia dell’Armistizio tra il governo Badoglio e gli Angloamericani. Soverato viene occupata il 10 da un corpo di Canadesi.

 Per molti soveratesi la guerra continuò, ma lontano.

Ulderico Nisticò

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