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Rubrica di Salute & Benessere a cura di Filippo Apostoliti

Numero 37 - Per eventuali Richieste e Consigli scrivere a: info@soveratoweb.it


   
Il presente articolo ha carattere divulgativo e non consultivo. Non può e non deve sostituirsi al rapporto paziente  – medico, che rimane l’unico interlocutore per la corretta diagnosi e terapie delle patologie trattate.

La Sindrome di Ménière

Chi era Ménière?

La Sindrome prende il nome dal medico francese Prosper Ménière che la descrisse per primo nel 1861.

Ancora oggi alcuni la considerano una malattia rara, ma ogni anno negli Stati Uniti si registrano circa 50.000 casi nuovi e riguarda sopratutti gli adulti, di età compresa tra i 20 e 60 anni.

Prima di parlare della Sindrome di Ménière, delle vertigini, della nausea o di altro dobbiamo necessariamente fare la distinzione tra Idrope e Ménière, spesso confusi. Tenendo però sempre presente che la causa di partenza rimane l’orecchio interno.

L’Idrope

Con il termine Idrope si intende un aumento del volume dei liquidi dell’orecchio interno.  Non se ne conosce la causa e spesso può rimanere asintomatica.

Nel caso il paziente sia sfortunato potrebbe avere problemi come la riduzione dell’udito (ipoacusia), il disturbo dell’equilibrio, una sorta di fischio o rumore (acufene) e il tutto potrebbe essere accompagnato da vertigini.

La sindrome di Ménière deriva dall’Idrope e secondo la definizione si ha la Ménière se nella vita si hanno avuti almeno due episodi  di circa venti minuti di vertigine, acufeni e ipoacusia.

Insomma, un paziente potrebbe avere l’Idrope e neanche accorgersene, ma l’Idrope potrebbe generare la Sindrome di Ménière.

Quali sono le cause?

Le cause non sono ancora del tutto note e questo rende difficile la diagnosi.

Infatti, solo quando i sintomi sono ben evidenti è possibile diagnosticare la Sindrome. Al contrario, per la diagnosi della semplice Idrope occorre fare analisi strumentali che spesso non vengono fatte perché asintomatica.

Quel che è certo e che una parte dell’orecchio interno è costituita dal labirinto, diviso in osseo e membranoso. Quest’ultimo è fondamentale per l’udito e l’equilibrio e contiene un fluido chiamato endolinfa. Quando muovete la testa anche l’endolinfa si muove e vengono prodotti dei segnali che raggiungono il cervello e lo informano che ci stiamo muovendo.  

Alcuni ricercatori sostengono che il labirinto possa lacerarsi con la conseguente fuoriuscita di liquido che può così produrre quei sintomi. Perché ciò accada non è ancora chiaro ma la ricerca sta facendo grossi passi.

Si sospetta che nella Sindrome di Ménière anche lo stress abbia il suo ruolo. Non solo il comune stress emotivo, ma anche quello ambientale come il cambiamento del clima ed quello fisico come un banale ciclo mestruale o interventi chirurgici possono facilitare molto la ricadute e l’aumento della frequenza degli episodi.  

I sintomi?

I sintomi li abbiamo già citati. Sono acufeni, la riduzione dell’udito e la sensazione di ovatta nelle orecchie, seguiti dalle vertigini e a volte anche dalla nausea, vomito e dalla sudorazione.

Più che gli acufeni, la diminuzione dell’udito e l’ovattamento a dare più fastidio sono sicuramente le vertigini, che rendono traballanti il paziente. Costringono il paziente a sdraiarsi, riducendo di fatto ogni possibilità di azione, e possono provocare grave nausea, il vomito e la sudorazione.

Insomma, uno si ritrova nel letto con il mondo che gli gira attorno e nessuno si può avvicinare a chiedergli come sta senza rischiare di essere investito da un getto di vomito  o di rimanere appiccicato al sudore.

Non solo.

Questi sintomi sono improvvisi. Si possono alternare momenti di assoluta gravità con periodi di lunga tranquillità e la frequenza e la durata di questi disturbi variano da persona a persona. E a volte si associano anche sintomi che non c’entrano nulla come il mal di testa, i disturbi addominali e la diarrea.

Schema dei sintomi.

Si è provato a fare uno schema indicativo sulla sequenza dei sintomi.

Nella fase iniziale è comune la riduzione dell’udito accompagnata contemporaneamente o successivamente dal senso di ovattamento. 

Quindi compaiono gli acufeni che possono essere continui o intermittenti.

In ultimo arrivano le vertigini, per colpa delle quali il paziente vede gli oggetti intorno muoversi da un lato verso l’altro (vertigini rotatorie).  La comparsa delle vertigini è però anomala, può apparire con delle crisi ravvicinate o addirittura a distanza di anni l’una dall’altra.

In pratica non si può prevedere l’evoluzione della patologia e spesso può essere trattata anche dopo diversi anni dalla sua iniziale comparsa.

Si può guarire?

Non possiamo mai escludere la possibilità di una ricaduta, quindi in questo senso dovremo sempre parlare come gli inglesi di “cure” cioè cura e mai guarigione. L’udito può essere ripristinato a meno di danni permanenti alla struttura, così gli acufeni possono essere ridotti e le vertigini stabilizzate. Quindi ottimismo!

La Diagnosi

La causa è sconosciuta e questo rende difficoltosa individuare subito una Sindrome, che in più si diverte a comparire e scomparire quando meno te l’aspetti.

Per una corretta diagnosi è necessario studiare la storia medica del paziente per risalire a possibili attacchi passati sotto silenzio. Quindi una serie di esami fisici tra cui gli esami dell’equilibrio e dell’udito. Spesso occorre determinare anche se la diminuzione dell’udito sia causata proprio dal’orecchio interno o se invece riguarda il nervo acustico. Alcuni specialisti prediligono fare anche la Risonanza Magnetica per escludere altre patologie che con la Sindrome non c’entrano affatto.

Le terapie

In ogni articolo mi preme ricordare quanto sia necessaria la visita dal proprio medico e specialista. Questo risulta ancora più importante nel caso della Sindrome di Ménière proprio per la difficoltà di diagnosi e quindi di terapia. Mi limito a segnalare alcune incongruenze che hanno fatto parte della storia della Ménière e delle sue terapie.

Alcuni medici ritenevano utile prescrivere dei diuretici nel tentativo di ridurre i liquidi nell’orecchio interno. Altri sostenevano che si dovesse prescrivere solo un tipo di diuretici (diuretici osmotici) che agiscono solo su un tipo di liquidi e non su altri. E c’erano medici che ritenevano inutili se non dannosi i diuretici.  

Come ci sono medici che adesso consigliano di bere molta acqua.

Alcuni medici sostengono invece che sia necessario un intervento chirurgico per i pazienti affetti da vertigini continue e debilitanti dovute alla sindrome di Ménière, come la rimozione del labirinto (labirintectomia) o la sezione del nervo per il controllo delle vertigini. Altri non ne sono convinti.

Di recente si è anche pensato ad usare la Gentamicina che è un antibiotico capace di danneggiare l’orecchio, nel tentativo di ridurre i sintomi.

Comunque sia è importante ribadire che all’insorgenza di uno dei sintomi è importante andare subito dal proprio medico e affidarsi alle sue cure.

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Il presente articolo ha carattere divulgativo e non consultivo. Non può e non deve sostituirsi al rapporto paziente  – medico, che rimane l’unico interlocutore per la corretta diagnosi e terapie delle patologie trattate.

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