SOVERATO WEB - HOME PAGE IL FANTASMA DEL FABBRO

Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò

Numero 14 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it

IL FRATELLO TRADITORE

 Uno svago che si prende il modesto sottoscritto è la demagnagrecizzazione della storia calabrese, ricordando a chi lo ascolta e lo legge che ci sono stati altri e non meno interessanti momenti. Spigolando nel Medioevo, scopriamo un poema dell’epopea carolingia, la Chanson d’Aspremont, del XII secolo, che conduce in Calabria re Carlo Magno e suo nipote, il quale, ancora giovanissimo, è chiamato Orlandino; e combattono entrambi contro il re saraceno Agolante, il quale assedia la città di Risa, facilmente identificabile con Reggio. A scanso di equivoci e per non venir confuso con gli sbarcatori di Ulisse a Tiriolo e grecisti allegri e altre bufale, preciso non credere minimamente che Carlo Magno e Orlando siano venuti in persona da noi: saranno venuti dei francesi o normanni, e avranno portato le loro leggende. Per questo troviamo in Calabria il Monte Paladina, il Gigante Paladino, la Pietra di Orlando, la città di Barbaro distrutta dall’eroe...

 C’è qualcosa che ci riguarda da vicino. Il cavaliere Ruggero di Risa, tra una guerra e l’altra, si innamora di Guardicella, figlia di Agolante, e dopo varie avventure la sposa. Viene ucciso per gelosia dal fratello, ma lei fugge e dà alla luce, postumi, Marfisa e Ruggero: li avrete riconosciuti, sono i due personaggi del Boiardo e dell’Ariosto, Ruggero l’avo degli Estensi. Il mondo è piccolo.

 Come si chiamava il fratello traditore? Tenetevi forte: Beltrame! Beltrame si chiama, proprio, il famigerato fiumiciattolo della tragedia delle Giare. Quando si dice il nome è un presagio: è traditore anche il fiume!

 Vero, ma esso, il fiume, non agì da solo. Non voglio entrare nelle intricate schermaglie procedurali e astuzie avvocatesche al termine delle quali non ho capito, per i miei noti limiti intellettuali, se ci fu un colpevole e chi mai e di che. Fingiamo di avere fiducia nella giustizia. Ma una domanda che, politicamente scorretta, non hanno osato porre a chicchessia, sfacciatamente la pongo io: perché a nessuno venne a mente, dopo tre giorni di diluvio mai visto, che se non la legge, certo il buon senso, il senso del reale suggerivano di evacuare velocemente quel maledetto campeggio? A nessuno venne a mente, né autorità né benefattori. Se qualcuno avesse assunto un così ovvio, così semplice provvedimento, oggi lamenteremmo la non inconsolabile perdita di quattro capanne, non di tredici vite. Mi risponderà mai qualcuno senza poco convincenti giri di parole?

 La Chanson d’Aspremont aspetta di essere tradotta e commentata. Sotto, responsabili politici niente di meno che della cultura, tirate fuori un poco di quel denaro che così allegramente sperperate in film inguardabili, feste, fettuccine e altre sagre!

Ulderico Nisticò

Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it


ARCHIVIO

NUMERO 13: CARLO FILANGIERI, PRINCIPE DI SATRIANO E DUCA DI CARDINALE
NUMERO 12:
ME LO CELEBRO PER CONTO MIO
NUMERO 11: NON CE NE POTEVA IMPORTARE DI MENO!
NUMERO 10: LA SCARPA DI APELLE A TEATRO
NUMERO 9: EUTIMO CE L'HA FATTA
NUMERO 8: SOVERATO IN GUERRA
NUMERO 7: UN SUCCESSO CULTURALE
NUMERO 6: SUBERATUM
NUMERO 5: SOVERATO, IL LUGLIO CHE NON C’È
NUMERO 4: IL SINDACO DI BABELE
NUMERO 3: UN SERVIZIO CULTURALE
NUMERO 2: TRENTA PER CENTO IN PIÙ
NUMERO 1: LA VERA STORIA DI EUTIMO