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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò

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COSÌ PARLÒ MAURIZIO GASPARRI

  


 Per ragioni di par condicio e per un mucchio di altre ottime ragioni, non devo e non intendo dire nulla sulle elezioni comunali di Soverato. Però niente mi vieta, nè la legge nè l’opportunità, di commentare alcune importanti parole di Gasparri, che, pur in un comizio a fini locali, parlava di problemi regionali, per altro in presenza di Scopelliti. Che ha detto, Gasparri? Che la Calabria deve spendere d’urgenza i soldi dell’Europa, prima che scada il fatale 2012, e l’Europa se li ripigli. Pessimismo? Frase fatta? Ma no: è dal 1970 che l’ineffabile Regione Calabria rimanda a Bruxelles la grandissima parte dei fondi, e questo a causa dell’incompetenza dei politici e dell’incapacità, pigrizia e lentezza dei burocrati.

 Oggi ci troviamo di fronte a una classe politica regionale senza dubbio migliore non solo delle infinite Giunte di centrosinistra, ma di quelle di centrodestra; però l’altra settimana è arrivato un tizio dall’Europa e ha constatato che finora la Calabria ha speso solo il 13%. Io mi sono affrettato a scrivere un pezzo nella mia rubrica domenicale Cuscunà di “Calabria Ora”, che qui vi riferisco, se vi fosse sfuggito:

I FONDI EUROPEI E LA ROCHEFOUCAULD

 Il pensatore francese La Rochefoucauld del XVII secolo lasciò detto che “L’avarizia è opposta alla vita economica più della prodigalità”: se uno spende e spande, è dissennato, ma i soldi girano; se li tiene sotto il mattone, è come non averli, giacché, chiosiamo noi con l’Aquinate, “la funzione del denaro è nella spesa”, e denaro fermo è zero. Il mio venerato Ferdinando II accumulò enormi somme nelle casse dello Stato e non ne fece uso, e alla fine i soldi del Meridione pagarono i debiti di Cavour. Se invece di menare una vita spartana andava a contadinotte come il suo mezzo parente Vittorio, non era meglio? Immorale, però meglio.

 L’Europa ha scoperto che la Calabria spende, a oggi, il 13% dei fondi, solo meno peggio della Puglia che è all’11. Secondo me, è una follia suicida, se dovessimo rimandare indietro l’87, e la Puglia l’89. So che non è facile, so che ci sono pastoie burocratiche, so tutto e il contrario di tutto, però, non essendo razionalista e nemmeno ragionevole, non sento ragioni: i soldi vanno spesi fino al 100%, in tutti i modi che la più onesta o la più perversa fantasia possano suggerire; e i politici devono giocarsi l’anima, i burocrati la galera, purché a Bruxelles non torni manco un centesimo di lira! Rubiamoli, nascondiamoli in una grotta come i briganti e affidiamoli alla custodia di spettri, ma, per carità, spendiamoli. Se i burocrati sono pigri, si faccia come nel Conclave di Viterbo: porte murate e tetto scoperchiato, finché non partoriscono pratiche. Di che genere? Mica ci devono pensare i burocrati, gente per natura ed educazione materna priva di creatività e audacia: il potere politico, sollecitando la collaborazione delle teste pensanti. Dal turismo all’agricoltura, ci sono infiniti campi di spesa; io, per mestiere, parlerò di cultura: aree archeologiche avvolte da sterpi, libri da rieditare, documenti da cercare, turismo culturale, teatro, cinema, convegni. E non i soli convegni per cui qualche raro euro si elargisce, quelli antimafia. Quand’è che gli intellettuali calabresi smetteranno di fare i pesci in barile e mostreranno le unghie? Mai: la mamma ha detto: “Non esporti, se no il professore ti piglia sopr’occhio”. Oggi, assessore. E io? Ma io mica sono un intellettuale, Dio me ne guardi: ecco perché parlo senza pietà per nessuno. E sperperiamo di corsa quell’87% che rischia di volare via.

 Io l’ho detto subito; Gasparri lo ha detto giovedì sera. Speriamo che la Regione spenda dunque fino all’ultimo centesimo in cose utili; o magari anche inutili, però sempre meglio che perdere i soldi.

 Resto in attesa di notizie, e ho pochissima pazienza e ancor meno buon senso e moderazione.

 Ulderico Nisticò

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