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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò

Numero 15 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it

TURISMO E UNITÀ DI MISURA

 È ora di far sapere ai Soveratesi tutti, sindaco assessori operatori e curiosi, che il turismo è un’attività economica che vende territorio come altre vendono patate o automobili, e deve obbedire agli stessi criteri. Perciò si misura in posti letto d’albergo, coperti di ristorante, ombrelloni affittati nei lidi, biglietti di manifestazioni ed eventuali musei, più l’indotto; e non si misura in pedate, né in fondoschiena appoggiati alle panchine, più spesso alle ringhiere. Perciò la famosa frase “Quanta gente sul Lungomare”, inventata da Calabretta padre e trasmessa senza distinzioni ideologiche a tutti gli innumerevoli sindaci del trentennio da dimenticare 1963 – 1992, quindi a Calabretta figlio e da questi a Mancini, è profondamente insensata sul piano dell’elementare logica: più gente c’è a passeggio, meno ce n’è nei ristoranti; più gente “scende” non prima di mezzanotte, più ha mangiato a Chiaravalle, Cardinale, Satriano eccetera, e a Soverato consuma al massimo una birra sotto costo abusiva.

 Quando le tre ore di sera c’è passeggio e chiasso, mentre la mattina presto i parcheggi sono liberissimi, anche quelli bianchi, ciò significa che i deambulatori notturni hanno dormito a Gasperina, Guardavalle, Santa Caterina eccetera, cioè a casa loro.

 Lo stesso per il mare. I miei vicini di ombrellone del lido si chiamano Nicola, Carlo, Vincenzo, Rocco, Franco, e sono di Soverato, o, se lavorano altrove, a Soverato posseggono casa da quando erano bambini e prima. I cortesi ospiti di Petrizzi, San Vito, Torre eccetera “preferiscono” la spiaggia libera gratis, lasciata tale, anzi selvatica, dall’evidenza che il piano spiaggia nessuno lo vuole. Così noi vendiamo Soverato ai cittadini e la regaliamo ai forestieri: che volpi!

 È altrettanto chiaro che l’afflusso mattutino e quello notturno qualche centesimo lo portano: un gelato ogni tanto, le giostre, il pollo che paga il parcheggio... ma è il 10% di quanto Soverato potrebbe guadagnare se gestisse il turismo non con le battute di spirito e vanagloria subito riprese da giornalisti invitati a cena, ma con un minimo di professionalità. Il triste è che il degrado conviene a qualcuno, e riesce ad imporlo agli altri. Donde l’assenza estiva di attività culturali promosse dal Comune, e la sconoscenza totale delle forme di turismo diverse dallo sbattere la gente sulla sabbia: turismo storico e archeologico, turismo di salute, turismo di riposo; e, anche sul mare, l’essere privi di ogni mezzo che non sia il nuoto con le braccia, privi di barche a vela, di pesca, di escursioni al largo... Niente, siamo fermi ai Vitelloni: abbronzature, due chiacchiere con il vicino, passeggiata, come negli anni 1950.

 Del resto, se mi sbaglio, correggetemi: fuori le cifre reali, fuori i posti letto occupati (cifre in assoluto, non “aumento del 3%”: sono 380 letti, meno di un solo albergo serio altrove!), fuori il guadagno dei parcheggi. Allora, e solo allora, potrei convincermi che a Soverato c’è turismo. Fino a quel momento, quello che voi chiamate turismo, è come quando io vado in bici e lo chiamassi partecipare al Tour de France.

 Infine, vorrei conoscere un attendibile stima dei benefici portati al turismo dal mare di soldi investiti in Magna Grecia, Eutimo, sagre, radio 105. Se no, continuerò a definirli soldi sprecati.

Ulderico Nisticò

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