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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò

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Soverato e la storia della fede

  


 È l’anno della fede; ed essendo questa una virtù teologale e non un’opinione da farsi pensando, speriamo che Dio ce la conservi contro i dubbi, le filosofie… e la philosophie fin de table. Ma se conoscere la storia serve a qualcosa, allora il mio compito è ricordare che la fede a Soverato l’abbiamo dai tempi più antichi. Se, infatti, Poliporto era, come è logico, un sobborgo di Scolacio, sappiamo che quella città aveva dei vescovi cristiani già nel V secolo, quando la fede si era già diffusa nelle città e tra i ceti medi e alti. Solo più tardi giunse ai contadini dei villaggi, i pagani.

 Se la nostra cittadina ebbe vita sul mare come provano i resti affioranti, dunque prima ci si dovesse stabilire sulle fortezze dei colli, anche Poliporto nel 732 venne sottratta, per l’iconoclasmo, da Leone III a Roma e sottoposta, con la diocesi di Scolacio, detta poi Squillace, all’arcivescovo di Reggio. È in un elenco di beni della Diocesi reggina che compare, nel XII secolo, il toponimo scritto Souberàton, che, pronunziato in greco bizantino, fa il nostro dialettale Suvaratu, più di quanto non somigli il latino Suberatum dei documenti, di poco precedenti, della Certosa. Apprendiamo che un monastero di San Martino apparteneva a Squillace e a Soverato. Ne abbiamo già scritto su queste colonne.

 C’era comunque un clero di rito e lingua greci. Lo scisma avverrà nel 1054; e i Normanni, d’intesa con Roma, sostituirono i vescovi greci con dei latini, e restituirono la Calabria a Roma. A Squillace ciò avviene nel 1089; ma sia il clero sia il rito restarono qui e lì e a lungo greci. Cognomi e toponimi come Papa, Papandrea, Papagiorgio, Papasidero mostrano un clero regolarmente sposato. Il papa Lucio III permise a S. Severina, nel frattempo Metropolia (titolo non ancora inflazionato!) la recita del Credo senza l’utroque. Chissà se questi conflitti agitavano anche Soverato ormai sui colli?

 Nel 1310, riferisce don Domenico Cirillo in “Soverato 1577”, un libro che andrebbe ripreso, pagano le decime i “presbiteri” Constantinus Sgurò, Johannes, Rogerius, Georgius, Basilius Gactus, Nicolaus Coscata, Constantinus Brexinus, Peregrinus Raffitus, Petrus, Constantinus Thestitu, e il diacono Nicolaus Thestitu; si aggiungono nel 1325 un Johannes che risulta protopapa; e dei “dominus”, i “don” Gregorius Menna, Constantinus Sciro, Matheus Romeus, Peregrinus Rapti, Nicolaus Faccistu, Nicolaus Planteda, Guillelmus figlio del precedente, Johannes Cossapelli, e il diacono Petrus Zangari. Gli elenchi sono in latino, ma vi traspare molto greco; e con esso, cognomi ancora vivi: Bressi, Destito,  Gatto, Raffa, Romeo, Sestito, Sgro, Zangari.

 Ai primi del XVI secolo (le date sono incerte) giunge a Soverato padre Francesco Marini da Zumpano, una pretoria di Cosenza, fondatore della Riforma dell’Ordine Agostiniano detta Zumpana. Erige il convento della Pietà, che oggi è finito in agro di Petrizzi; e ne fa una sorta di casa madre dei suoi circa cinquanta conventi. Di lui e della statua della Pietà abbiamo molte volte scritto; e l’abbiamo rappresentato, per la regia di Tonino Pittelli, in “Soverato 1521”; rimandiamo perciò a quanto detto, e agli studi di Domenico Pisani e di don Giorgio Pascolo. Aggiungiamo solo che la dicitura “beato”, che generalmente si accompagna al nome, è solo un’intenzione: un processo canonico non superò, diciamo non raggiunge la fase diocesana.

 Una figura singolare, e meritevole di approfondimento, è quello che in religione cappuccina è noto come padre Giacomo da Soverato, docente universitario e definitore generale dell’Ordine. Morì nel 1594, tornando a Napoli da una riunione in Roma. I Cappuccini ne venerano l’immagine ufficiale, che qui pubblichiamo.

 Lo stesso anno Soverato e la Pietà vennero saccheggiate dai Turchi. Il paese si riprese, e aveva almeno due chiese: la Matrice, dedicata all’Addolorata; e Santa Caterina d’Alessandria. Nelle Marine, poco popolate, risultano una chiesetta di San Nicola e una sotto la torre e il castello.

 Le non facili vicende di questa sono state narrate prima da Domenico Caminiti, poi, diffusamente, da U.N., Tonino Fiorita e don Italo Sammarro in “La fede tenace”. Risorse infine nel 1910; nel 1941 venne eretta la parrocchia dell’Immacolata, e la chiesetta ne fu sede fino al 1963, per essere detta infine del Rosario. La sede parrocchiale venne trasferita nella grande chiesa di piazza Maria Ausiliatrice.

 Era stata costruita intanto la chiesetta di S. Maria di Portosalvo, oratorio privato dei Caminiti, ma aperta alla devozione popolare.

 La storia della seconda parrocchia è strettamente legata alla più che secolare presenza salesiana. Anche per questa rimandiamo al volume che, nel 2003, venne pubblicato dall’Unione Exallievi, “Et animas et caetera”, sul centenario: i primi salesiani visitavano, infatti, la Marina nel 1904. Nel 1908 don Rua celebrò la prima Messa in S. Antonio. Intorno al 1920 i Salesiani lasciarono definitivamente Borgia dov’erano stati male accolti da tutti, clero compreso, e, ben diversamente ricevuti, a Soverato diedero vita all’opera e alla scuola che conosciamo. Nel 1941, come dicevamo, la nuova parrocchia venne affidata alla “pia societas Salesianorum”. Don Bosco è stato dichiarato compatrono della città. Patrona resta l’Addolorata, che dà anche il titolo all’antica parrocchia di Soverato Superiore.

 Nel 1944 giunsero a Soverato le salesiane Figlie di Maria Ausiliatrice, la cui opera educativa e scolastica troneggia nel bel mezzo della città; e nel 1950, le Gerardine, che tanto bene fanno a Soverato Superiore.

 Resta da dire delle molte icone, di cui ha scritto don Italo: molto singolare è la Madonnina del mare, immersa sullo scoglio di Ciccillo. 

 Non mancano i liberi coetus: Associazione Amici di san Gerardo, Charitas, Comitato Madonna a mare; Unione Exallievi dell’Istituto e delle FMA… oltre agli organismi canonici delle parrocchie.

 Insomma, nell’anno della fede Soverato può fare certamente meglio, ma non di più; anzi, più utile non far di più, e badare a far meglio. Ma fidatevi di uno che viaggia moltissimo, e fa i paragoni: le Messe di Soverato sono frequentatissime a tutte le ore; a Caen di Normandia, nell’immensa cattedrale di Guglielmo il Conquistatore grande sei o sette campi di calcio, contai una ventina di persone alla Messa di sabato sera! Soverato ha i suoi problemi, ma tra questi, grazie a Dio (alla lettera!) non c’è l’eclissi della fede. Quanto alle coscienze, solo Dio le può leggere.

 Ulderico Nisticò

 

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NUMERO 126: EVVIVA FIORITA
NUMERO 125:
LETTERA APERTA AGLI STORICI
NUMERO 124: MARONI, DOVE SEI?
NUMERO 123:
INNEGGIAMO ALLA PALLAVOLO
NUMERO 122:
CASO PER CASO?
NUMERO 121:
PERLA E CADAVERI
NUMERO 120: LA SETTIMANA DELLA CULTURA
NUMERO 119:
A LUCA PROCOPIO SUL TOTOSINDACO
NUMERO 118:
TURISMO E PASSANTI
NUMERO 117: IL VESCOVO DI LOCRI
NUMERO 116: IL MINISTRO CHIMIRRI
NUMERO 115: ALBERGHI, SÌ, ALBERGHI
NUMERO 114: ANCORA A LUCA
NUMERO 113:
SOVERATO FUORI GIOCO
NUMERO 112:
LETTERA APERTA A SCOPELLITI
NUMERO 111: EUTIMO? MA PERCHÈ EUTIMO?
NUMERO 110:
PROGRAMMAZIONE DELLA STAGIONE ESTIVA? NO, GRAZIE
NUMERO 109:
E ALLORA PARLIAMO DEL TG3
NUMERO 108:
ANCORA SUL VOLO
NUMERO 107:
IL VOLO È FINITO IN PESCE
NUMERO 106:
GRAZIE A NOME DI TUTTI, E ALTRO
NUMERO 105: POCHE RIGHE A ZOILO
NUMERO 104:
RIPETO E CONFERMO
NUMERO 103:
HO DETTO AD ALEMANNO
NUMERO 102:
ILLUMINISTI E SOFISTI
NUMERO 101:
TOTTI VUOLE FARE IL PORTIERE, E IL TEATRO
NUMERO 100:
OTTIME NOTIZIE DALLA PROLOCO DI SOVERATO
NUMERO 99: ROMA, MILANO, SOVERATO
NUMERO 98:
PRECISAZIONI SULLE REGIONALI
NUMERO 97:
FRA QUARANTOTT’ORE
NUMERO 96: 140 GATTI ALLE PRIMARIE
NUMERO 95: LEZIONI DI TEATRO
NUMERO 94: STORIA DELL’ANCINALE
NUMERO 93: SBADIGLI SUL PALCOSCENICO E AD OGNUNO L’ARTE SUA
NUMERO 92: UNA VIA A CRAXI?
NUMERO 91: EX FELICE EX ISOLA
NUMERO 90:
HIC RHODUS, HIC SALTA
NUMERO 89:
AI MIEI TEMPI SÌ CHE...
NUMERO 88: CITTA' O VILLAGGIO?
NUMERO 87: AUGURI
NUMERO 86:
È NATALE SIAMO TUTTI PIÙ BUONI
NUMERO 85:
UOMINI DI CHIESA E DI CULTURA
NUMERO 84:
NOTIZIE CULTURALI E INCULTURALI
NUMERO 83: NEGOZI APERTI
NUMERO 82: U CUMMENTU
NUMERO 81:
BALDASSARRE SINOPOLI! ASSENTE!
NUMERO 80: BUFALE E SOCIALITA'
NUMERO 79:
LA LINGUA DI BABELE A SOVERATO E A FORCELLA
NUMERO 78: GUELFI E GHIBELLINI
NUMERO 77: BUFALE DALL’AMBONE
NUMERO 76:
SCIACALLI E AVVOLTOI DI TUTTI I PAESI UNITEVI
NUMERO 75: QUESTIONI IN SOSPESO
NUMERO 74:
DOV’È LA CULTURA?
NUMERO 73:
PROLOCO DI GASPERINA E PROLOCO DI SOVERATO
NUMERO 72:
FEDE E ARTE PER LA FESTA DI S. GERARDO
NUMERO 71: PIOVE
NUMERO 70:
I RAGAZZINI E IL CENTRODESTRA DI SOVERATO
NUMERO 69:
NE FARAI, DI STRADA!
NUMERO 68: SILENZIO STAMPA
NUMERO 67: A SETTIMANA
NUMERO 66:
GIUSTIZIA CANICOLARE
NUMERO 65:
RISVEGLIO DOPO IL SOGNO DI MEZZA ESTATE
NUMERO 64:
NATA SOTTO CATTIVA STELLA
NUMERO 63:
SIGILLI E BUONA OCCASIONE
NUMERO 62: FROTTOLAI A SOVERATO
NUMERO 61: L'ORCHESTRA DEL TITANIC
NUMERO 60:
COSA DIREI L’11 LUGLIO AL PD
NUMERO 59: LA SUPERBUFALA DELLE SERRE
NUMERO 58:
CHE C’È DA VEDERE A SOVERATO?
NUMERO 57: ATTENTI AL CANE
NUMERO 56: NON FANNO UN TUBO
NUMERO 55: SOVERATO ESCLUSA
NUMERO 54:
LA DEGENERAZIONE DEL TERRITORIO
NUMERO 53:
RESURREXIT E SOVERATO “VECCHIO”
NUMERO 52:
RESURREXIT E GLI UCCELLACCI
NUMERO 51: RESURREXIT, RISORGIAMO
NUMERO 50: LODE A RESURREXIT
NUMERO 49: NOTIZIE DALLA PROLOCO
NUMERO 48: OH NO ANCORA ULISSE
NUMERO 47: UN CONVEGNO DI TERRORIZZATI
NUMERO 46: NARRANTE SENZA NARRATO
NUMERO 45: POVERI PIT!
NUMERO 44: LA SELVA OSCURA DI LAGANOSA
NUMERO 43: LODE A TEO SINOPOLI
NUMERO 42: IL CREPUSCOLO DEGLI DEI FORMATO RIDOTTO
NUMERO 41: NATALE A CASA, UN LIBRO IN MANO
NUMERO 40: QUANDO I PROBLEMI SI AFFRONTANO SUL SERIO
NUMERO 39: SENZA UNA BIBLIOTECA
NUMERO 38: LETTERA CIRCOLARE AGLI AMICI...
NUMERO 37: MIRACOLI A SOVERATO
NUMERO 36: CORAGGIO E INTELLIGENZA
NUMERO 35:
CULTURA, CULTURA
NUMERO 34: RIFORME LOCALI
NUMERO 33: AUTUNNO SOVERATANO
NUMERO 32: CARI RAGAZZI...
NUMERO 31: QUERELOMANIA
NUMERO 30: PER UN ASSE IONICO

NUMERO 29: FARMACIA E PARAFARMACIA
NUMERO 28: POSTA CELERE?
NUMERO 27: AN, UN ASSEMBLAGGIO BUFFO
NUMERO 26: IL PIANO CESARINI
NUMERO 25: CHI CI SALVA DALLE TROMBE D’ARIA?

NUMERO 24: CHI CANTA PREGA DUE VOLTE
NUMERO 23: ARRIVA L’INVERNO, SOVERATO RITORNA A VIVERE

NUMERO 22: TOLLERANZA CENTO
NUMERO 21: CHI LI HA VISTI?
NUMERO 20: CITTÀ EVACUATA
NUMERO 19: STRADE SENZA USCITA
NUMERO 18: ADESSO, PENSATE A GOVERNARE
NUMERO 17: Un’antica usanza per l’Assunta: la “fadda dâ Madonna”
NUMERO 16: ELOGIO DEL POPOLO BASSO
NUMERO 15: TURISMO E UNITA' DI MISURA
NUMERO 14: IL FRATELLO TRADITORE
NUMERO 13: CARLO FILANGIERI, PRINCIPE DI SATRIANO E DUCA DI CARDINALE
NUMERO 12:
ME LO CELEBRO PER CONTO MIO
NUMERO 11: NON CE NE POTEVA IMPORTARE DI MENO!
NUMERO 10: LA SCARPA DI APELLE A TEATRO
NUMERO 9: EUTIMO CE L'HA FATTA
NUMERO 8: SOVERATO IN GUERRA
NUMERO 7: UN SUCCESSO CULTURALE
NUMERO 6: SUBERATUM
NUMERO 5: SOVERATO, IL LUGLIO CHE NON C’È
NUMERO 4: IL SINDACO DI BABELE
NUMERO 3: UN SERVIZIO CULTURALE
NUMERO 2: TRENTA PER CENTO IN PIÙ
NUMERO 1: LA VERA STORIA DI EUTIMO


 

  

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