SOVERATO WEB - HOME PAGE MISCELLANEA GIORNALISTICA
La prolifica penna del giornalista, scrittore e autore S.I.A.E. per la parte letteraria Vincenzo Pitaro. Leggi la sua biografia, i suoi articoli culturali, la sua narrativa, le poesie dialettali, satirico-dialettali e non, le sue pubblicazioni, la rassegna stampa, ecc.

Numero 85 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it


   

AVVISO

I NUOVI ARTICOLI DELLA RUBRICA "MISCELLANEA GIORNALISTICA" LI TROVI NEL NUOVO PORTALE DI SOVERATO WEB.IT

Discorsi culturali sotto l'ombrellone

La poesia? È vitamina per la memoria

Un settenario, un sonetto o qualche verso sciolto? Se qualcuno vi chiedesse a bruciapelo di dar prova delle vostre capacità mnemoniche, ricordereste almeno una poesia a memoria? Che cosa citereste? «Ognuno sta sul cuore della terra / trafitto da un raggio di sole: / ed è subito sera» o piuttosto «Amor, ch'a nulla amato amar perdona». Ve la cavereste insomma con l'ermetico Salvatore Quasimodo o chiamereste in causa il sommo Dante Alighieri?

E se una volta dato sfoggio delle freschezza dei vostri neuroni, vi fosse domandato di esprimervi sui benefici dello studio a memoria di una poesia, che cosa rispondereste?

Tutti questi interrogativi racchiudono il nocciolo di una disputa, mai risolta, sull'utilità o meno di imparare a memoria le poesie. È un dibattito che si ripropone ad intervalli ciclici, e che va avanti da quando fu deciso di eliminare dalla scuola un certo nozionismo.

I propositi, almeno in partenza, erano giusti: svecchiare i programmi, stimolare la possibilità di apprendimento degli studenti, la loro capacità critica e di giudizio. È andata come sappiamo: con la poesia finita nella pattumiera e con gli studenti che arrivano alla maturità scientifica ignorando persino l'ermetismo, la corrente poetica del secolo che ci siamo lasciati alle spalle.

Non si tratta di essere un «laudator temporis acti», quanto piuttosto di affrontare il problema con un po' di logica. Le nozioni (perché solo nozioni ha sempre offerto la scuola, poi dipende dalla capacità dei singoli soggetti e dagli interessi che riescono a coltivare in privato) sono infatti un po' come i segnali stradali, che tutti hanno in odio, ma che basta non ci siano per apprezzarne l'importanza.

Per accumulare nozioni, dunque, c'è bisogno di memoria, che dev'essere considerata una vera e propria facoltà dell'intelletto. «Apri la mente a quel ch'io ti paleso / e fermalvi entro; ché non fa scienza, / senza lo ritenere, avere inteso», scriveva Dante nel Paradiso. Ma la memoria ha bisogno di esercizio, training. Niente di meglio, allora, che allenarla con una poesia. «Basterebbe mandare a mente», disse una volta Umberto Eco, «una un'ottava ariostesca ogni giorno». Ma se siete proprio pigri - aggiungiamo noi - sarebbe sufficiente anche una terzina dantesca. Una pratica a cui tutti dovrebbero attenersi, un po' come le flessioni al mattino per chi vuole mantenersi in forma.

La maggior parte dei giovani, oggi, non conoscono i versi della tradizione letteraria italiana, ma ricordano benissimo le strofe delle canzoni di Biagio Antonacci  o di Francesco De Gregori. Il che, per carità, è lecito e va benissimo, ma certo non è proprio come passare un intero pomeriggio su un canto della Divina Commedia. C'è, più o meno,  la stessa differenza che intercorre tra uno che suona a musica e un altro che si cimenta ad orecchio. Senza contare che applicarsi su un testo poetico, sforzarsi di memorizzarlo, significa esercitare quella parte del nostro cervello che non ha legami con la percezione visiva. In pratica, di quella sfera interiore, introspettiva, che è il dominio del ragionamento e della riflessione. L'esatto contrario, insomma,  di quello che avviene nei giovani d'oggi, che memorizzano solo quanto viene loro suggerito attraverso le immagini, come gli slogan degli spot pubblicitari o i tormentoni del demenziale comico di turno.

Comunque, a parte questo, c'è un'altra considerazione: studiare poesie a memoria serve a costruire un deposito di beni culturali comuni a diverse generazioni, ad offrire cioè ai giovani la possibilità di condividere con i loro padri e con i loro nonni uno stesso linguaggio. Ma non è solo un problema di identità culturale, c'è molto altro ancora. Mandare a mente un canto dell'Inferno, un componimento di Leopardi o quello di un autore contemporaneo, significa acquisire il senso del ritmo, affinare il gusto per una frase ben costruita, apprezzare l'associazione inedita di due parole. Significa imparare a vedere il mondo con gli occhi dei poeti, privilegiando punti di vista inusuali, che mettono al bando il luogo comune, il pensiero sciatto, la chiacchiera da bar sport o da trivio. Dell'arte di ciascun poeta, la memoria (preziosa facoltà dell'animo), tratterrà sicuramente qualcosa. E non è detto che quel qualcosa - per le strane alchimie che compongono l'uomo, per i mille sentieri che lo attraversano - non possa servire a formare le nostre coscienze.

Vincenzo Pitaro

 

 

Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it

   

 


   

AVVISO

I NUOVI ARTICOLI DELLA RUBRICA "MISCELLANEA GIORNALISTICA" LI TROVI NEL NUOVO PORTALE DI SOVERATO WEB.IT

ARCHIVIO

NUMERO 85: Gerace, Unomattina e la boutade di Giammaria
NUMERO 84:
Caligiuri, il libro e i neonati
NUMERO 83:
Il sound de «I Figli di Calabria»
NUMERO 82: È la Stampa, bellezza!
NUMERO 81:
Se la politica non vi piace...
NUMERO 80: Le massime di Bersani
NUMERO 79:
Rino Barillari, tormento ed estasi dei vip
NUMERO 77:
Gangemi, un romanzo appeso alla cronaca
NUMERO 76:
Mimmo Gangemi e «Il patto del giudice»
NUMERO 74:
Lo scienziato che predice l’aritmia cardiaca
NUMERO 73:
La magica Sila patrimonio dell'Unesco
NUMERO 72:
Papandrea e il Cristianesimo
NUMERO 71:
L’amore di Raoul Bova per la Calabria
NUMERO 70:
Un film su Enzo Mirigliani, patron di Miss Italia
NUMERO 69:
Soverato, la festa della Madonna a mare
NUMERO 68:
L'avv. Sandro Cambareri da toga eccellente a scrittore e poeta
NUMERO 67:
Il caffè del generale
NUMERO 66:
San Vito Jonio, tra scienza e fede col fisico Zichichi
NUMERO 65:
Marina Valensise, «Il sole sorge a Sud»
NUMERO 64:
Castrovillari e la fama del suo Carnevale
NUMERO 63:
Reggio Calabria e i suoi tre poeti contadini
NUMERO 62:
Calabria, in aereo si vola col profumo del bergamotto
NUMERO 61: Turismo, quando a trionfare sono i fatti
NUMERO 60:
Ceravolo, Spallone e l’attentato a Togliatti
NUMERO 59:
Ministeri al Nord e mobili del Sud
NUMERO 58:
Lutto per Elisabetta Gregoraci
NUMERO 57:
Manuela Arcuri e le sue origini calabresi
NUMERO 56:
La Calabria nel cuore del capo della Cia
NUMERO 55:
La liquirizia calabrese agli onori della Dop
NUMERO 54:
Il cinema italiano scopre Sharo Gambino
NUMERO 53:
La Calabria antica e i suoi dialetti diventano hi-tech
NUMERO 52:
La Savaglio, la Calabria e i cervelli in fuga
NUMERO 51:
Milano ricorda la giornalista Jole Zangari
NUMERO 50: Micaela Foti, da Sanremo al grande successo
NUMERO 49:
La Calabria e l’ennesima beffa
NUMERO 48:
Belvedere e le reliquie di San Valentino
NUMERO 47:
Maurizio Comito nel cast di «Qualunquemente»
NUMERO 46: L’energia che rende unico Franco Neri
NUMERO 45:
Capodanno, il falò e le origini della strenna
NUMERO 44:
L’orgoglio calabrese nel pranzo di Natale
NUMERO 43:
L’antifascismo nella letteratura di Perri
NUMERO 42:
Informatica, arriva la SecurityPen 2011
NUMERO 41:
Roberta Morise, la tv e le sue aspirazioni
NUMERO 40:
L’esercito dei bingheros
NUMERO 39:
La Calabria a Miss Italia brinda alla bellezza
NUMERO 38: Il «prete della legalità» ha lasciato Gagliato
NUMERO 37:
Una mappa storica sulla Calabria normanna
NUMERO 36:
Vibo Valentia e le sue ghiotte specialità
NUMERO 35:
Ferragosto, la movida è «on the beach»
NUMERO 34:
La lettura? È una vitamina per il cervello
NUMERO 33:
San Nicola, la «manna» e il sindaco assente
NUMERO 32:
Mgff, tempo di bilanci e di progetti futuri
NUMERO 31:
Garibaldi e la Calabria nell'Unità d'Italia
NUMERO 30:
L’importanza di conoscere se stessi
NUMERO 29:
La nanotecnologia illustrata da Ferrari
NUMERO 28:
Soverato, il turismo e il sostegno che non c’è
NUMERO 27:
L’Oms e il suo impegno a difesa della salute
NUMERO 26:
Check-up, l’importanza della prevenzione
NUMERO 25:
L’avv. Larocca, da Miss Italia all’altare
NUMERO 24: Libertà di Stampa, un diritto inviolabile
NUMERO 23:
Negli Usa è al top la cucina calabrese
NUMERO 22:
Quel glorioso tricolore
NUMERO 21: Quei cantori dialettali dai versi ribelli
NUMERO 20:
Quel vino che parla di Magna Grecia
NUMERO 19:
Claudia Koll, il Cinema e la fede
NUMERO 18:
Scopelliti e la Calabria, dalle parole ai fatti
NUMERO 17:
L’«intelligenza» di mister Lynn
NUMERO 16:
Quell’ingiusta polemica con lo scrittore Antonio Altomonte
NUMERO 15:
Ernestino Schinella divo a 12 anni
NUMERO 14: Dalida, una stella che brilla in eterno
NUMERO 13:
La Calabria, il cambiamento e il Gattopardo
NUMERO 12:
Quell'instancabile direttore di Calabria Letteraria

NUMERO 11: Quel carneade di Giangurgolo
NUMERO 10:
La Calabria, dalla narrativa alla realtà
NUMERO 09:
La politica al tempo d’oggi
NUMERO 08:
Filadelfia e ricerca della «forma perfetta»
NUMERO 07:
La cerca del Graal affascina la Calabria
NUMERO 06: Il dialetto, questa nobile lingua da conservare
NUMERO 05: Su Natuzza Evolo, ora parla il dossier
NUMERO 04:
Calabria, il presidente Berlusconi riaccende la speranza
NUMERO 03:
Calabria e Massoneria, un antico legame
NUMERO 02:
Incontro con il famoso Avvocato calabrese Nino Marazzita
NUMERO 01: Le piante officinali, tra scienza e tradizione

Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it


Soverato Web.Com
SoveratoWeb.Com - Il Portale di Informazione del Soveratese