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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò

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RESURREXIT E SOVERATO “VECCHIO”

 Potrei farvi dei nomi, e anche di quelli che qui qualcuno considera “grandi uomini di cultura”, di illustri signori di Soverato e Catanzaro che non hanno mai messo piede a Roccelletta, detta anche, da noi dotti, area archeologica di Colonia Minervia Nervia Augusta Scolacium, la quale non si trova sul monte Ararat come l’arca, ma a diciassette chilometri da Soverato e molto meno da Catanzaro. Fatta questa desolata premessa, figuratevi quanti hanno mai visitato Soverato “Vecchio”; e nonostante che l’Associazione Amici di san Gerardo ogni anno vi compia da due decenni il suo pellegrinaggio.

 Perciò il dramma Resurrexit, alla faccia di chi non vuole o schiatta d’invidia, serve anche a questo: le cinque, seimila persone presenti, e le infinite altre che stavano e stanno dinnanzi ai teleschermi, hanno potuto accorgersi che c’è un paese medioevale visitabile e godibile con una facile passeggiata. Lo conosciamo per certo come Suberatum e Souberaton nell’XI secolo, ma era il trasferimento verso l’interno di Poliporto, i cui ruderi affiorano di fronte al Glauco. Già, vi si sono drizzate le orecchie? È quella Poliporto dove abita Polinoeto, a cui Leostene spedisce la lettera. Si chiama metateatro, non è colpa mia.

 La Vecchia Soverato era un centro importante quasi come Squillace; decadde un tantino nel secolo XV, ma nel seguente diede i natali al grande e dotto cappuccino fra Giacomo; e il Marini vi fondò la Pietà; e i Turchi di Cicala la saccheggiarono. C’era una campana d’oro, e cadde nel Beltrame: suona ogni Notte di Natale, e in quel momento gli animali parlano!

 Dopo il terribile sisma del 1783, i Soveratani passarono tutti sulla collina a sud, dove ora è Soverato Superiore. Dell’antico abitato restano le mura, le torri, il palazzo, due chiese e molte tracce di case e mulini e altro. Insomma, una passeggiata che vale la pena. E vale la pena studiare scientificamente il sito.

 Non basta. Nella chiesa della SS. Addolorata ci sono la splendida Deposizione del Gagini, del 1521; un altorilievo dell’Ecce Homo, forse gaginesco; e molte altre opere d’arte.

 Amici miei, con il 10%, con un resto di castellaccio, centinaia di paesini toscani e umbri campano alla grande. Si chiama turismo culturale, e noi in Calabria non sappiamo neanche cosa sia, con le sole eccezioni di Altomonte e S. Severina. Gli altri, crediamo che il turista sia per forza ignorante e scemo, e le turiste delle zuzzurellone come nei film panettone tipo Vacanze di Natale.

 Resurrexit è stata l’occasione per cominciare. Coraggio tutti, amministrazione e operatori turistici; e, se avete un attimo di tempo, famosi uomini di cultura!

Ulderico Nisticò

 

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