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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò

Numero 71 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it

PIOVE

 È vero che l’abbiamo desiderata e invocata, la pioggia, ma a tutto c’è un limite. E bastò un attimino d’acqua più del giusto, e via allagamenti e strade ostruite e danni di ogni genere. Diciamo che il 50% del problema lo provoca la natura del territorio, che è imprevedibile; ma il resto, e lo dico senza cadere in umanesimi da tema in classe, è colpa degli uomini.

 Le strade, giacché non finiscono quelle nuove, sono sempre quelle iniziate da Murat, tracciate dai Borbone, perfezionate dal Duce. Già, la 106, che nel 1932, anno X, era a Policoro, e nel 1935 era a Soverato: 250 km in tre anni. Invece per fare la Trasversale delle Serre hanno impiegato anni 40, e in tutto ne hanno completato tre chilometri. Fare le proporzioni. Siccome le strade sono dunque di molti decenni fa, di molti secoli fa, appena piove, già smottamenti con quel che segue; e alberi caduti che stanno lì morenti e nessuno li cura né li taglia. Idem per i massi.

 I fiumi, torrenti e rigagnoli, che d’estate nemmeno si vedono, dopo due o tre ore di pioggia diventano il Rio delle Amazzoni o il dio Po caro alla Lega. Un miracolo delle ninfe Naiadi? Ma no, un effetto della sporcizia che qualcuno dovrebbe pulire e invece non la puliscono. Ogni tanto qualcuno muore, e allora via con le cerimonie solenni, tutti in prima fila come nel film Amici miei: onorevoli, senatori, monsignori, p., militari. Vediamo chi si ricorda cos’era p. Oppure arriva il mio per altro buon amico Vito Teti e spara due o tre pagine doppie sul senso dei luoghi invece di chiamarlo abusivismo edilizio e lestofanti che non controllano un accidenti.

 Insomma, bisogna riprendere in mano il territorio. Sapete qual è la differenza tra uno sciacqualattughe di politicante e un grande politico? Proprio lì, nell’urbanistica, nella capacità di capire sull’ethos, che significa sia luogo sia costume. Il vero politico bonifica, traccia strade, fonda città, manda la gente a coltivare i campi, indirizza i trasferimenti di popolazioni, interviene sulla demografia; il politicante lascia le briglie sciolte a tutti, devasta e scappa con la cassa.

 Uno dei problemi della Calabria, e del Golfo di Squillace forse peggio che altrove, è che il territorio è stato abbandonato a chiunque senza alcun limite. Basta una giornata di pioggia, e il disastro si vede.

 Un corollario filosofico: è una solenne sciocchezza che la natura va lasciata com’è, e che sarebbe, da sola, niente di meno che buona; è vero il contrario, la natura è selvaggia e nemica, e solo la civiltà umana la migliora. A noi non manca la tecnologia, manca proprio la civiltà.

Ulderico Nisticò

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