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Rubrica di Società e Cultura di Ulderico Nisticò

Numero 86 - Per eventuali Commenti su questo articolo scrivere a: info@soveratoweb.it

È NATALE SIAMO TUTTI PIÙ BUONI

 A Natale, si sa, siamo tutti più buoni. Sarebbe curioso chiedersi il perché, e le risposte apparenti sono meno nobili del previsto: è vacanza, si mangia, si gioca a carte... Veramente sarebbe anche nato Gesù, ma non gliene importa quasi niente, a questa poltiglia di natali amerikani che ci verrà propinata al cinema e tv e in tutto il politicamente corretto. Se il motivo dell’essere buoni fosse Cristo, allora buoni dovremmo essere l’intero anno. Buoni, ovviamente, due volte e mezzo, non tre. Per evitare il tre, bisogna applicare il principio au gentilhomme, gentilhomme; au corsaire, corsaire et demi.

 Ciò premesso, voglio rivolgervi gli auguri di Natale. A tutti, che c’è di strano? Cominciamo con quelle migliaia di sfaccendati che sono andati in gita a Copenhagen per risolvere i problemi del clima e non hanno risolto un accidenti. Hanno però speso un pacco di soldi, e, viaggiando in aereo da ogni parte del mondo, inquinato l’aria. Auguri.

 Auguri ai politicanti nazionali, che vogliono le riforme condivise, cioè mettendosi d’accordo come bravi fanciulli. Riforme condivise, come dire nessuna riforma, e lasciare tutto come sta: pensate alla scuola, quante riforme abbiamo viste negli ultimi anni! Dite voi, ma sogni? Sì, “come sogni di ammalato”, dice Orazio. Dagli auguri, escludo però Gianfranco Fini, il quale se ne impipa, troppo occupato nel suo passatempo consueto: tradire qualcosa. Per lui, è come fare collezione.

 Auguri ai politicanti regionali, i quali il 31 dicembre rispediranno a Bruxelles un mare di denaro che non sono stati nemmeno capaci di rubare. Destra, sinistra e centro, lo stesso: tanto non sono né di sinistra né di centro né di destra.

 Auguri ai burocrati di ogni dimensione, senza la cui incapacità e scarsa onestà non potrebbe aver campo libero manco i politicanti.

 Auguri agli intellettuali, professori in testa. Mi raccomando, non stressatevi a partecipare ad attività culturali. Mica avete bisogno di scrivere libri; basta far credere di averne scritti: un pollo si trova sempre, che ci crede.

 Auguri alla superstrada delle Serre, di cui possiamo festeggiare però solo il concepimento, non la nascita, non essendo mai nata. Pazienza, però: fra un secolo...

 Auguri ai commercianti di Soverato, i quali hanno finalmente capito che la nostra cittadina, piena ormai solo di magramente stipendiati, non è la perla di un accidenti, e che il commercio soveratese è fatto di negozi vuoti di clienti e saracinesche abbassate di giorno. Sentirsi ammalati è il primo passo verso una possibile guarigione. Un altro passo, smetterla con la bufala che siamo una località turistica, dall’alto di posti letto meno di un quarto della sola Montepaone; e di un “pienone” dal 12 al 22 agosto scarsi!

 Auguri a chi dovrebbe eliminare l’eternit, e, in genere, tenere pulito il territorio. Meno auguri agli sciacalli che cercano navi radioattive; e agli sciacalli che mai e poi mai ti fanno vedere qualcosa di bello e di buono, e quando c’è da sguazzare nelle sozzerie, vi si tuffano come pesci.

 Auguri a chi mi vuol bene, e anche a chi non me ne vuole bene perché dico quel che penso, invece di davanti sorridere e inchinarsi, e in piazza o in riunione di loggia parlar male di dietro. Auguri ai depressi, invitandoli a stare attenti: è noto che proprio a Natale tale malattia attraversa una sua fase acuta. Prescrivo loro una cura efficace: ridete, ogni tanto, accidenti a voi! Quando avrete imparato ad emettere una risatina, aumenteremo la posologia, fino ad arrivare ad una dose massiccia: la capacità di ridere di se stessi invece di prendersi sul serio da soli visto che se no non vi prende sul serio nessuno.

 Auguri a quelli che, cacciati dalla porta, rientreranno dalla finestra nel Comitato Madonna a mare, e sono già in fila per inchinarsi ad angolo retto. Per il parlar male in privato, vedi sopra. Un consiglio: prima di andare alle prossime riunioni, compratevi una museruola, non vi dovesse venire l’infelice idea di parlare: anche dire di sì è una pericolosa affermazione del proprio io, e può costarvi un proclama balbettato.  

 Auguri a chi ne è affetto di redimersi presto dai vizi capitali, in particolare da invidia, superbia e ira. Quanto all’accidia, vedi sopra a proposito di professori e intellettuali. Accidia, da ad-cado, ovvero campare alla come capita.

 Auguri finalmente a me stesso, alla mia famiglia, al mio paese, alla mia regione, alla mia patria, al mondo. Tale ordine è quello che mi ha insegnato il Vico, ed è naturale: chi vi dice cosa diversa, patisce astratto e nevrotico pensiero appiccicaticcio, di solito anche ipocrita. Auguri anche a chi mi ammira decisamente troppo, operazione resa facile dall’evidenza che omne ignotum pro magnifico est, ciò che è lontano è sempre un po’ mitico. “Tu mi credi un uomo onesto, ma se sapessi cosa si annida dentro il mio animo, volgeresti lo sguardo da me come da un serpente velenoso”, insegna Shakespeare. Esagerato, del resto, William: il solito vizietto umanistico e antropocentrico della sua epoca.

 Auguri ai miei allievi, e agli exallievi, anche a quei pochi che durante la scuola mi criticavano pure; poi, all’università, hanno capito, e me lo dicono. Bravi.

 Auguri a quanti se lo meritano. Alle associazioni (Terza Età, Tempo Nuovo, Grillo, FIDAPA, Lyons 1 e 2, Rotary, AMMI, San Gerardo, Soroptmist... ); ai miei amici del Centro Prisma; a quanti eroicamente partecipano a convegni e riunioni; a quanti scrivono libri e articoli seri; ai pochi che si preoccupano della cosa pubblica nel senso nobile; allo sport cittadino e ai suoi successi in atto e sperati; ai buoni amici; e anche ai nemici, via. A Natale, si sa, siamo tutti più buoni.

Ulderico Nisticò

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